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Centrodestra, in Puglia si stringe il cerchio per la candidatura di Fitto a governatore?

 

L’indicazione del nome da candidare a presidenteper la coalizione di centrodestra pugliese alle regionali del prossimo anno – secondo fonti romane bene informate – sarà quasi certamente appannaggio del partito di Giorgia Meloni, ossia di “Fratelli d’Italia”. Il nome? Su questo rimangono ancore delle incertezze, ma mica tanto. Infatti, – sempre secondo la stessa fonte – la scelta all’interno di detta forza politica in Puglia è ormai circoscritta ad una ben precisa triade, dalla quale alla fine dovrà venir fuori il nome da offrire agli alleati della Lega e di Forza Italia, che di certo diranno la loro qualora il nome che gli venisse sottoposto non fosse una figura competitiva e, soprattutto, in grado di lasciare intravedere serie e concrete possibilità di vittoria per il centrodestra pugliese alle regionali del 2020. E, tenendo conto di questi ultimi presupposti, allora la cernita si fa ancor più stretta, se non addirittura unica, perché il solo nome che al momento il partito pugliese di “Fratelli d’Italia” potrebbe spendersi per la candidatura a governatore senza il rischio di incorrere in una figura competente e quindi addentro alla complessità della macchina amministrativa regionale, ma poco conosciuta o viceversa, ossia nota a livello regionale ma poca dimestichezza burocratica dell’Ente, è soltanto quello dell’eurodeputato salentino di Fratelli d’Italia, Raffaele Fitto, che nel suo curriculum può vantare un passato di ben 15 anni da amministratore regionale, di cui cinque da governatore (2000-2005), oltre all’esperienza di parlamentare nazionale ed europeo, ma soprattutto di circa  anni e mezzo da ministro agli Affari regionali nell’ultimo governo Berlusconi (2008-2011). Certo, se Fitto dovesse tirarsi indietro, il partito pugliese della Meloni avrebbe almeno altre due alternative da proporre, che – sempre secondo indiscrezioni – potrebbero essere quelle dell’unico esponente di Fdi eletto in Puglia alle politiche del 2018, vale a dire l’on. terlizzese Marcello Gemmato, oppure una qualche figura imprenditoriale locale di alto livello, come potrebbero essere, ad esempio, quella dell’ex presidente della Provincia di Brindisi, Massimo Ferrarese, o della penalista tarantina Ylenja Lucaselli, la cui famiglia è molto nota nel settore vitivinicolo pugliese per via dell’attività di commercializzazione internazionale di vini  tipici locali svolta dal consorte.  Di certo, però, il nome chi più di altri troverebbe il gradimento delle forze alleate, se non altro sia per la notorietà in Puglia come politico che per le maggiori possibilità di vittoria, è senza alcun dubbio quello di Fitto, che in basi a tali presupposti difficilmente potrebbe accampare scusanti per sottrarsi alla sfida. O meglio, Fitto potrebbe anche sfilarsi dal pressing a cui verosimilmente lo stanno sottoponendo in queste settimane i vertici nazionali e locali di Fratelli d’Italia, ma poi sarebbe quasi sicuramente desinato a perdere la leadership pugliese del centrodestra che, nonostante tutto, in questi ultimi anni è riuscito a mantenere in Puglia. Ed in tal caso le conseguenze le si vedrebbero anche in Fratelli d’Italia al momento della composizione delle liste pugliesi per il Parlamento. Pertanto, la scelta di candidarsi alla guida del centrodestra alle regionali del prossimo anno per Fitto dovrebbe essere una condizione quasi obbligata. Così come obbligato sarebbe per lui il tentativo di far vincere la sua coalizione per ridare al centrodestra pugliese ciò che lui stesso si fece scippare nel 2005, per una manciata di voti disgiunti, dall’allora bertinottiano Nichi Vendola. E che alle prossime regionali, se fosse Fitto il candidato governatore, le possibilità di vittoria aumenterebbero per il centrodestra pugliese, lo si intravede anche nel fatto che, qualora l’europarlamentare  di Maglie (Le) scendesse in campo in prima persona alla guida della coalizione, anche formazioni politiche minori, come ad esempio l’Udc di Lorenzo Cesa, che alle precedenti regionali del 2015 non hanno presentato il loro simbolo tradizionale alle elezioni, lasciando che i loro referenti locali si schierassero in liste civiche al fianco di Michele Emiliano, questa volta potrebbero serrare le fila e prendere posizione, al fine sia di concorrere a favore del centrodestra, sia di serrare le fila con i loro rispettivi referenti locali che in precedenza si sono comportati da battitori liberi rispetto alla collocazione nazionale del simbolo. E la pena, per coloro che in tali partiti questa volta, con Fitto in campo, non si adeguassero alle indicazioni romane, sarebbe verosimilmente quella di una loro definitiva estromissione dal circuito delle prossime elezioni politiche, visto che paradossalmente proprio una vittoria dell’eurodeputato pugliese di Fdi alle prossime regionali potrebbe, poi, ridare loro speranza di possibili ritorni in auge a livello elettorale alle prossime politiche. E’ chiaro che al momento Fitto ancora non si esprime, ma neppure esclude la sua candidatura a governatore. E questo perché aspetta sia di vedere come si mettono i fatti per il centrodestra nelle altre due regioni (Emilia Romagna e Calabria) che andranno al voto all’inizio del prossimo anno, ovvero alcuni mesi prima della Puglia, sia per fare in modo che gli altri due partiti tradizionali del centrodestra, cioè la Lega e Forza Italia, si saldino ancor di più con Fdi e, quindi, anche in Puglia si compattino ancor maggiormente nella sfida che quasi sicuramente li vedrà contrapposi ad Emiliano, qualora le primarie del centrosinistra lo consacrassero – come è prevedibile – alla guida del centrosinistra. E non a caso nel centrosinistra c’è chi, prefigurando già Fitto quale possibile sfidante di Emiliano  alle regionali, sta chiedendo di anticipare a dicembre le primarie del centrosinistra, già fissate per il 12 gennaio prossimo. Ma evidentemente anche per questo sul fronte del centrodestra c’è chi non vuole perdere ulteriore tempo, per ufficializzare il nome del candidato presidente, e vorrebbe bruciare le tappe, senza aspettare l’esito delle regionali emiliano-romagnole e calabresi, per rendere noto sia il programma che il nome del candidato governatore di Fdi per le  regionali pugliesi del prossimo anno. E per far questo la leader di Fdi, Meloni, è già con un piede in Puglia. Infatti, verosimilmente attende solo l’ok definitivo di Fitto per spostarsi anche con l’altro piede ed iniziare la campagna elettorale a tamburo battente, insieme al leader della Lega, Matteo Salvini, ed a quello di Forza Italia, Silvio Berlusconi, e probabilmente altri, come Lorenzo Cesa dello scudo-crociato, o Giovanni Toti leader di “Cambiamo”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 16 Novembre 2019

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