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Centrodestra nel caos. Anche Marmo si smarca: “Rinuncio alla candidatura”

Non c’è pace nel centrodestra pugliese per la scelta del nome da candidare alle prossime regionali contro il vincitore delle primarie del centrosinistra, Michele Emiliano. Da Roma i vertici dei maggiori partiti del centrodestra, a cominciare dall’ex premier Silvio Berlusconi, fanno sapere che il candidato governatore del centrodestra per la Puglia c’è ed è l’ex presidente della Provincia di Bari, Francesco Schittulli. Infatti, giovedì pomeriggio l’ex Cavaliere di Arcore ha incontrato a palazzo Grazioli il noto oncologo barese prestato alla politica e ostinato a candidarsi alla presidenza della Regione sotto le insegne del centrodestra, al quale ha assicurato personalmente, sondaggi alla mano, che il centrodestra con il suo nome potrebbe vincere le elezioni regionali pugliesi, oltre ad averlo rassicurato sulla candidatura, poiché – ha dichiarato Berlusconi – “Io, non Fitto, deciderò chi dovrà essere l’aspirante governatore di Forza Italia in Puglia”. Scelta che il leader nazionale di Fi si è impegnato a sostenere fino in fondo, a costo anche di commissariare il suo partito in Puglia qualora il leader locale forzista, Raffaele Fitto, continui a puntare i piedi, chiedendo le primarie. Infatti, l’europarlamentare di Maglie non vedrebbe di buon occhio la candidatura di Schittulli, perché evidentemente non lo ritiene un esponente di stretta osservanza “fittiana” e, quindi, poco affidabile per quanto lo riguarda. Da non dimenticare che anche nel 2010, quando Fitto era ministro per gli Affari regionali nel governo Berlusconi, il centrodestra pugliese perse per la seconda volta consecutiva le regionali a seguito di un capriccio dello stesso Fitto, che non volle come candidato presidente la salentina Adriana Poli Bortone (gradita ed auspicata da Berlusconi) ed alla vigilia del voto schierò ai nastri di partenza il fido Rocco Palese. La partita finì, come è noto, con la riconferma del governatore in carica Nichi Vendola. E Fitto, pur essendo stato lui il vero sconfitto (morale) delle regionali, rimase comunque in sella come ministro, poiché Berlusconi fece buon viso a cattivo gioco. Stavolta, però, le cose stanno diversamente e difficilmente l’ex premier lascerà a Fitto la possibilità di scegliersi il candidato governatore. Anche se in una regione dove l’eurodeputato di Maglie ha il controllo pressoché totale di Forza Italia risulterà difficile vincere la partita per un candidato indicato da Berlusconi, ma senza il sostegno convinto e determinato delle truppe fittiane. E che la candidatura di Schittulli, dopo il via libera di Berlusconi, sia ora la più probabile per il centrodestra pugliese lo si desumerebbe anche dal fatto che l’altro candidato da mesi pronto a correre per le primarie, Nino Marmo, ha rimesso nelle mani del suo partito, Fi, ogni decisione sul da farsi circa la propria disponibilità a candidarsi alla carica di governatore. Infatti, con una lettera aperta inviata di recente ai colleghi del gruppo regionale di Forza Italia-Pdl, il vice Presidente dell’Assemblea pugliese ha fatto il punto della situazione ed ha, tra l’altro, rilevato:  “Le primarie del 23 novembre sono state lasciate morire e nessuno ha avuto il coraggio di dire qualcosa. Si è preferito alimentare una serie di ‘tavoli’ che non hanno deciso nulla, salvo farci dipingere dagli organi d’informazione come confusi e in balia di veti contrapposti. Sinceramente non ritengo onesto e giusto dare ai pugliesi un tale, brutto, spettacolo”. E, continuando nella missiva, ha dichiarato: “Per questo rimetto la mia candidatura nelle mani del partito e attendo che sia trovata al più presto una degna soluzione”. Poi, sempre in prosieguo, Marmo ha – come suole dirsi – lasciato intendere chiaramente di gettare la spugna per la candidatura, affermando: “Non cercherò scorciatoie per accedere alle stanze romane, direttamente o attraverso noti circoli ristretti, per elemosinare benedizioni come altri fanno. Non si può essere candidato, sacrificato alla sconfitta, e poi passare all’incasso magari per una candidatura in lista bloccata. Io desidero conquistare sul campo il mio ruolo.  Spero di essere informato se si svolgeranno le primarie”.  Ed, inoltre, prima di concludere ha spiegato che: “Non ho mai inteso la mia candidatura come mera ambizione personale o per garantirmi qualche posizione, ma come spirito di servizio per i pugliesi. La Puglia è una splendida terra, il cui grido di dolore è inascoltato, ma al momento, gli unici che sono in campo per raccogliere tale grido sono proprio i suoi carnefici. Io, per parte mia, continuerò a battermi con ogni mezzo per proporre una visione differente. Poco importa se lo farò come persona chiamata a gestire la cosa pubblica o da privato cittadino. La Politica fa parte di noi a prescindere dalle cariche che rivestiamo. La Politica è passione. La Politica è dare, ognuno nel suo piccolo, il proprio contributo, per realizzare qualcosa di grande per la propria comunità”. E conclude la lettera, in fine, con un auspicio dal tono apparentemente polemico con chi non lo ha sostenuto, forse, seriamente nella battaglia delle primarie, affermando: “Spero che la mia parte politica, nel prendere le decisioni alle quali è chiamata, si ricordi di questo grande insegnamento. Perché prima di essere politici, siamo cittadini pugliesi”. Peccato, però, che nello scrivere la remissione alla candidatura a Marmo sia sfuggito che la ‘politica’ praticata in Puglia è spesso quella con la “p” minuscola e non quella con la  maiuscola, a cui lui evidentemente si riferisce nella lettera aperta inviata ai colleghi pugliesi di partito. 

 

Giuseppe Palella

 

      


Pubblicato il 10 Gennaio 2015

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