Centrosinistra sfilacciato ma in “corsa”. Centrodestra compatto ma alle “pezze”
Nella maggioranza uscente si pensa già al dopo-Emiliano, mentre nell'opposizione si pensa a non far scendere da 50 a 40 i seggi del Consiglio

A pochi mesi dal rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione del Presidente della Giunta, in Puglia l’uscente maggioranza di centrosinistra è sfilacciata. Infatti, da un lato c’è il partito di Giuseppe Conte, il M5S, sempre pronto a presentarsi fuori da un’alleanza con altri partiti ed un proprio candidato presidente, e dall’altro ci sono i perenni mal di pancia dei partiti minori, come “Azione” ed “Italia Viva”, a cui si aggiungono le complicate vicende di alcuni pezzi interni al partito pugliese di Elly Schlein che, in vista delle elezioni, quasi sempre agitano non poco la situazione politica dell’intera coalizione di cui sono parte essenziale e fondamentale, in quanto partito di maggioranza relativa. Ma vediamo ad oggi come si presenta il “quadro” politico regionale della Puglia. Il governatore uscente, Michele Emiliano, in mancanza della possibilità di correre per un eventuale terzo mandato consecutivo, ha dichiarato di essere disponibile a correre per il seggio da consigliere nel Pd, poiché vorrebbe concorrere a tirare la volata alla candidatura a governatore dell’ex Primo cittadino barese ed ora europarlamentare, Antonio Decaro, ritenuto un outsider per la coalizione da quasi tutto il centrosinistra. In realtà, sulla candidatura di Decaro alla guida della Regione pende una prima pesante spada di Damocle legata all’esito dell’indagine amministrativa effettuata al Comune di Bari dalla Commissione di accesso agli atti nominata dal Viminale, a seguito dell’inchiesta “Codice interno” della Procura nazionale antimafia, e dal quale dipendono anche le sorti dell’Amministrazione comunale in carica nel Capoluogo. Infatti, un eventuale scioglimento del Consiglio comunale barese per sospetto o rischio di inquinamento da parte della criminalità organizzata locale, avvenuto ai tempi della gestione Decaro, avrebbe con diretta conseguenza non solo il commissariamento di Palazzo di Città, ma anche l’incandidabilità per due mandati consecutivi dello stesso Decaro, che in tal caso risulterebbe fuori dai giochi per la corsa alla guida della Regione nella prossima tornata. Però, come riferito in altro nostro servizio pubblicato sull’edizione di martedì scorso, questo importante “nodo” sul Comune di Bari sarà sciolto necessariamente entro questa settimana, poiché il termine perentorio, per un eventuale provvedimento di scioglimento del Consiglio da parte del Governo centrale, scade il prossimo 7 febbraio. Dopo tale data i provvedimenti che potrebbero ancora essere adottati sarebbero altri e, quindi, anche per Decaro ci sarebbe un sospiro di sollievo oltre tale data, in quanto potrebbe tranquillamente candidarsi a governatore, se la coalizione di centrosinistra decidesse di puntare su di lui non solo a livello locale, ma anche nazionale. Infatti, la seconda “spada di Damocle” sulla candidatura a governatore di Decaro è proprio quella del tavolo nazionale del centrosinistra, dove la scelta del prossimo candidato governatore di centrosinistra potrebbe ricadere su altro nome, a seguito di accordi complessivi tra i maggiori partiti della coalizione di centrosinistra e che riguarderebbero anche le candidature a presidente delle altre Regioni chiamate al voto nel 2025. Difatti, in Puglia a rivendicare la guida della Regione alle prossime elezioni per il centrosinistra, in caso di un’intesa politica nazionale tra Pd ed M5S, potrebbero essere proprio i pentastellati, sia perché pugliese è il leader del Movimento, Conte, sia perché in questa regione i “5 Stelle” alle politiche del 2022 hanno ottenuto il miglior risultato d’Italia. A ciò si potrebbe aggiungere la legittimazione dei pentastellati a chiedere al Pd, dopo i 10 anni del dem Emiliano, un’alternanza anche nella rappresentanza del partito che dovrebbe esprimere il candidato presidente del centrosinistra. Insomma, anche se nei prossimi giorni il Viminale non commissariasse il Comune di Bari, per Decaro non vi sarebbe ancora certezza sulla possibilità di candidatura a governatore, perché bisognerebbe comunque attendere i “giochi” nazionali del centrosinistra. Invece, sul fronte del centrodestra la situazione in Puglia per le prossime regionali finora si presenta non “tranquilla”, ma “tranquillissima”. Nel senso che il centrodestra pugliese sembra ormai rassegnato a perdere per la quinta volta consecutiva la guida della Regione. Infatti, a pochi mesi dal voto, mentre nel centrosinistra si parla comunque di una candidatura Decaro e delle possibili varianti a detta candidatura, nel centrodestra invece non ci sono finora neppure ipotesi di nomi su cui puntare per tentare di vincere la partita. Anzi, la principale preoccupazione del centrodestra pugliese sembra essere quella di non far scendere al di sotto di 50 i seggi del Consiglio regionale, come prevede la normativa vigente, essendo scesa la nostra regione al di sotto della soglia di 4 milioni di abitanti e che – come è noto – impone un plenum di 40 consiglieri, oltre il presidente. Quindi, se sul fronte della coalizione uscente di maggioranza la priorità è avere (per l’eventuale dopo-Emiliano) un “outsider” che confermi al centrosinistra il governo della Regione, sul fronte opposto la priorità sembra essere quella dei “50 seggi” del Consiglio. In altri termini, nel centrosinistra pugliese si pensa a come continuare a mantenere le “chiavi” del Palazzo regionale barese del lungomare Nazario Sauro, mentre nel centrodestra locale si sta invece pensando soprattutto a come salvare i “mobili” dell’Aula regionale barese di via Gentile, dando forse già per scontato che per loro, anche la prossima tornata elettorale, potrebbe essere un’altra partita “a perdere”.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 6 Febbraio 2025