C’era una volta il Bari … Oggi c’è una squadra allo sbando
Soltanto quattro mesi fa, non un decenni fa, la compagine biancorossa guidata dal tandem Alberti Zavettieri e da un gruppo che della compattezza aveva fatto il suo leit motiv, aveva incantato addetti ai lavori, una città intera e conquistato gli apprezzamenti e rispetto oltre ad incutere paura alle avversarie; oggi, quattro mesi dopo, bisogna azzerare tutto e ripartire, e se qualche giocatore della scorsa stagione è ancora con la testa ancora a quella pagina di storia calcistica scritta, deve riporla da parte, e riaprirla magari a fine stagione, perché in quella attuale, vige incostanza di rendimento, una media punti di 1,23 a partita pari ad una squadra che lotta per non retrocedere, e soprattutto una difesa ballerina che si espone sempre ai soliti rischi, che si puntualmente scavalcare con lanci lunghi e diagonali, che non ci pensa due volte se deve affondare l’attaccante di turno e che incassa gol nei primi tempi, con una facilità disarmante, che se giocasse contro una squadra dilettantistica, ci si correrebbe il rischio di perdere.
I fischi del san Nicola, anche se sono iniziati a piovere verso l’indirizzo del tecnico, e dei giocatori cinque minuti prima del fischio finale, sono meritati, in quanto non solo a Varese c’è stata una partita senza ‘sangue’ richiesto dalla tifoseria passionale e calda come quella barese, ma una prestazione superficiale e giocata soltanto come presenza sul campo, e per fortuna dell’allenatore non è terminata con un risultato tennistico. Non si tratta di un invettiva contro la proprietà a cui va riconosciuto che ha compiuto grazie in primis al presidente Gianluca Paparesta ed al suo socio di minoranza, il padre Romeo, i quali l’hanno salvata dal fallimento in virtù di notevoli sforzi economici, ma piuttosto di una presa di coscienza ed analisi a 360° che dopo tredici giornate di campionato è fondamentale compiere: il progetto dell’allenatore non è decollato, e bisogna salvare in tempo una stagione in cui si è partiti, non solo con i favori del pronostici, ma con obiettivo di puntare alla promozione diretta o per lo meno di arrivare a giocarsela ai playoff. La società da ieri sera, sta valutando attentamente tutte le possibili ipotesi, ed alcuni allenatori, che ci risulta, si sono anche autocandidati ad una panchina ambiziosa come quella del Bari. Tuttavia la classifica dei pugliesi non è gravissima ancora, anche perché il gruppo di testa non è lontano, ma un dato statistico è reale ovvero che la zona playout dista soltanto tre punti, e domenica ci sarà la difficile sfida contro il Crotone, fanalino di coda e che per tornare a quattro mesi fa, ci si giocava lo spareggio per accedere ai playoff.
All’illustrissimo presidente Gianluca Paparesta, a cui tutta la città e tifoseria sarà per sempre grata, rivolgiamo un appello di agire con i fatti come ha sempre fatto, non solo da quando è alla guida del Bari, affinché avvenga un cambio immediato e propedeutico al fine di avere uno scossone che smuoverebbe l’intera squadra e soprattutto l’animo di quei giocatori che lo scorso anno erano delle vetture da corsa automobilistica e che quest’anno sono diventati delle utilitarie a metano. La Bari come è stato affermato dalla nuova presidenza, in più di un’occasione ‘social e non’, appartiene alla città intera, ai suoi tifosi, e non solo di chi mette mani al portafoglio come poteva capitare nella precedente gestione societaria, perciò salvarla ora che si è in tempo non è utopia, ma sinonimo concretezza: a partire dal ritrovare una continuità nei risultati, quella lucidità sotto porta e la compattezza ed ordine nel reparto difensivo che ha già incassato 17 gol in 13 partite, la media di 1,3 a gara, mantenendo inviolata la porta solo in un paio di occasioni. Pertanto, i nomi dei probabili successori di Devis Mangia, che già circolavano da qualche tempo e maggiormente dopo la sconfitta di ieri, sono quelli di Edy Reja che sarebbe affiancato da Bollini, di Vincenzo Torrente (già stato a Bari per due stagioni con discreti risultati) che conosce parte dei giocatori che ha voluto lui soltanto qualche anno fa, e quello di Serse Cosmi, un ‘sanguigno’ che però secondo i ‘rumors’, pare non sia del tutto di gradimento al direttore sportivo. (M.I.)
Pubblicato il 12 Novembre 2014