C’era una volta una torre…
C’era una volta una torre… Sembra l’inizio di una fiaba. Quante volte queste sette parole tornano a proposito di molti siti dei litorali pugliesi. Delle tante torri d’avvistamento erette nel Cinquecento dagli Spagnoli in chiave anti-saracena resta oggi in piedi un numero ridotto. Per incuria e per l’esposizione all’azione degli agenti atmosferici, queste costruzioni (molte della quali neanche completate) sono giunte a noi ridotte a ruderi, salvo le poche restaurate. Di alcuni di questi ruderi non sono sopravvissute neanche le macerie. Delle fortificazioni sparite resta solo traccia in un toponimo. E’ il caso di Punta Palascia, il sito più orientale d’Italia e che costituisce uno dei due ‘punti cospicui’ del Canale d’Otranto (l’altro è Capo Linguetta, in Albania) ; questa linea immaginaria lunga 38 miglia nautiche, pari a 71 km, divide l’Adriatico dallo Jonio. In quest’area fino al 1869 si potevano scorgere i ruderi di una torre (Torre Palascia) edificata intorno al 1560. La sua collocazione ne faceva una fortificazione di enorme importanza strategica ; comunicava a sud con Torre Sant’Emiliano e a nord con Torre dell’Orte. Nell’elenco delle torre costiere era inizialmente indicata come Torre di Capo della Pelliccia, poi Torre Pelagia, de Palegia, di Pelgia, Palanda e infine Palascia. Quanto all’aspetto, Torre Palascia non doveva discostarsi di molto dalle altre : una costruzione a pianta quadrata o circolare, alta una decina di metri, con un ingresso difeso da una caditoia e posto a grande altezza dal suolo, sì che per entrare si doveva fare uso di una scala in legno ; queste torri, poi, erano munite di una cisterna per l’acqua piovana e di un paio di spartani ambienti destinati ad accogliere un piccolissimo corpo di guardia e qualche ‘cavallaro’ (portaordini). Non si ha notizia di quanti attacchi Torre Palascia abbia sventato con segnali di fumo e di fuoco, né se fu mai attaccata. A metà del XIX secolo doveva essere crollata, se nel 1869 quelle macerie vennero rimosse e impiegate per fare da base a ben altra costruzione : il Faro di Torre Palascia, costituito da una torre cilindrica in pietra bianca, alta 32 metri, con balcone e lanterna, che si innalza al di sopra di un edificio a due piani. La lanterna, posizionata a 60 metri sul livello del mare, emette un lampo bianco ogni cinque secondi e visibile a 18 miglia nautiche di distanza. Il faro è completamente automatizzato ed è gestito dalla Marina Militare. Attualmente ospita il Centro Ambiente e Salute degli Ecosistemi Mediterranei e un Museo multimediale del Mare. E’ meta di escursionisti e, la notte di San Silvestro, di giovani che si raccolgono sulla scogliera in attesa dell’alba, la prima del nuovo anno in Italia.
Italo Interesse
Pubblicato il 7 Aprile 2022