Cervelli in fuga e borse di studio da fame nelle Università pugliesi: che fare?
Dal rapporto di Almalaurea, commissionato dal Cirp, consorzio interuniversitario pugliese, emergono dati piuttosto negativi rispetto all’interesse che le Università pugliesi riescono ad avere verso gli studenti della nostra regione. Anno dopo anno, infatti, a colpi di mannaia, il fondo destinato al potenziamento dell’università e della ricerca è stato tragicamente mutilato, consegnandoci un sistema universitario sempre più dequalificato. Ossa rotte e drastica riduzione dell’offerta didattica per i nostri Atenei. Al contempo, il crescente disinteresse, dimostrato dai Governi nazionali in tema di finanziamento del Diritto allo Studio, in Puglia ha determinato l’impossibilità di garantire il riconoscimento del diritto di migliaia di studenti a percepire una borsa di studio. Non si può non riconoscere, invece, nel Governo regionale un interlocutore sensibile alla presente questione, tuttavia, nonostante il suo impegno, sembra ancora complesso il raggiungimento dell’obiettivo della copertura totale. In questo quadro di certo non stupisce la così detta “fuga dei cervelli” dalla Puglia. Desta meraviglia, invece, udire chi, come il Presidente della Provincia di Bari Schitulli, afferente alla stessa area politica di chi ha demolito negli anni il già precario sistema Universitario italiano ed in Puglia ha portato la copertura delle borse di studio a livelli bassissimi, specula in materia di diritto allo studio in Puglia, oppure circa le difficoltà di sostenere la vita universitaria di uno studente fuorisede. A margine di un convegno, quialche giorno fa, l’ex presidente provinciale barese aveva analizzato il rifiuto dell’offerta formativa negli atenei pugliesi di migliaia di studenti, preferendo altre regioni. < Negare la borsa di studio a migliaia di studenti significa commettere una grave ingiustizia sociale>>. Agli appassionati del modello universitario aziendalisico i giovani della rete replicano spiegando che l’unica ricchezza prodotta nell’Università è la cultura, insieme con la ricerca scientifica e l’avanzamento tecnologico. Partendo da questa consapevolezza, non riconoscere l’urgente necessità che l’Università si interroghi profondamente circa il rapporto con il territorio, e si prefigga di ridefinirne il paradigma, significa tradire un importante aspetto della dimensione collettiva del mondo del Sapere. Solo attraverso di esso è possibile ipotizzare non solo un sistema produttivo ma anche un modello occupazionale che rigettino il dogma dello sfruttamento, delle risorse umani o naturali che siano. Antonio De Luigi
Pubblicato il 4 Novembre 2014