Meno scuole in Puglia, ma anche meno partecipazione e autonomia
La Regione approva le linee di indirizzo per il nuovo anno e la reazione sindacale non si fa attendere
Come da copione è ad agosto che parti sociali e sindacati scandagliano a piene mani i problemi del pianeta-scuola per pianificare a dovere il nuovo anno scolastico. E così ecco anche quest’anno l’istanza per affrontare ‘prime cure’ il tema del dimensionamento scolastico e provare a correggere le scelte della Regione Puglia partono proprio male limitando innanzitutto l’autonomia degli enti locali e penalizzando in particolare il ciclo primario dell’istruzione. Ed ecco servito il piatto forte della vertenza condotta in questi giorni da Cgil/Puglia e Flc/Cgil e sfociata in una lettera inviata alla presidente dell’Associazione dei Comuni pugliesi Pascazio, firmata dalle segretarie di Gigia Bucci ed Ezio Falco. Ma entriamo nei dettagli. Com’è noto, a cagione delle modifiche normative introdotte della legge n. 297/2022, in attuazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, sono state adottate le linee di indirizzo per il dimensionamento scolastico per l’anno 2024/25. “Una norma – annota preliminarmente il sindacato – impugnata dalla Regione Puglia innanzi alla Consulta con udienza al 21 novembre 2023”. La legge, in ogni caso, impone alle regioni l’adozione d’un Piano di razionalizzazione della rete scolastica per il raggiungimento d’un numero medio di alunni, in base al quale il Ministero dell’Istruzione assegnerà nei prossimi anni i dirigenti per ciascun istituto, numero fissato a 961 alunni per istituzione scolastica. Un decreto che sarà oggetto d’impugnazione amministrativa da parte dell’organizzazione sindacale, mentre la Giunta regionale, dopo l’istruttoria condotta dall’Assessorato di Sebastiano Leo, ha adottato la deliberazione n.1136/2023 con cui non si limita a fissare i criteri per le proposte degli enti locali in materia, ma definisce un’ipotesi analitica di dimensionamento – allegata alle linee generali – che individua già le istituzioni scolastiche che saranno ridimensionate, spingendosi fino a definire quale tipo di dimensionamento (accorpamento/scorporo/fusione) debba svolgersi. E così i rappresentanti sindacali scandagliano gli aspetti più critici della delibera: “L’obiettivo della riduzione delle istituzioni scolastiche dalle attuali 627 a 569 viene fatto gravare dalla Regione unicamente sulle scuole del primo ciclo d’istruzione. A esito del dimensionamento una decina di scuole del primo ciclo avranno oltre 1500 alunni, quattro oltre 1700 alunni. Continueranno ad avere autonomia e dirigenza scolastica istituzioni scolastiche del secondo ciclo anche con meno di 600 alunni. “Non ci pare un buon esito delle linee di indirizzo che cercheremo di modificare in sede di confronto e trattandosi di scuole del primo ciclo potrebbe esserci ricadute non adeguatamente considerate sui servizi erogati degli enti locali (mense, trasporto, assistenza specialistica, ecc.)”, annuncia Cgil/Puglia, allargando il discorso anche all’autonomia degli enti locali, “fortemente limitata”. Tanto che le proposte delle amministrazioni comunali che dovessero chiedere il mantenimento dell’attuale assetto, sono ritenute a prescindere ‘inconferenti’, preannunciandone la mancata considerazione da parte dello stesso ente regionale. Insomma, all’ente locale viene sottratta la possibilità non solo di decidere per il mantenimento dell’attuale assetto, ma anche la competenza funzionale in materia di gestione della rete scolastica sul territorio, come per legge (D.Lgs. 112/98). Ancora più compromessa appare la fase di partecipazione democratica degli organi di governo della scuola (collegi dei docenti e consigli d’istituto) come pure l’autonomia istituzionale degli enti e la partecipazione delle rappresentanze sociali, praticamente svuotate. Un brutto passo indietro all’interno del pianeta scuola in Puglia che i segretari Cgil Bucci e Falco vorrebbero tentare di evitare o almeno limitare sedendo ai tavoli di confronto, a partire dal primo ‘urgente’ con l’Anci per pianificare le eventuali contromosse.
Francesco De Martino
Pubblicato il 17 Agosto 2023