Cronaca

Che fine ha fatto il container che deturpava la scogliera de “La Punta”?

Era stata realizzata nella seconda metà di luglio scorso la struttura prefabbricata a forma di parallelepipedo, posizionata su uno dei luoghi più caratteristici e suggestivi dei circa sette chilometri di costa ricadente nell’intero V Municipio di decentramento amministrativo di Bari (cioè quello di Palese e Santo Spirito), ovvero su un pezzo della scogliera nota come “La Punta”, che è situata sulla costa di Palese, lungo un tratto del locale lungomare Tenente Noviello, ma da qualche settimana il prefabbricato non c’è più. Però, è ancora presente la sola pedana antistante quello che era l’ingresso del container che, la scorsa estate, tanto aveva scandalizzato ed indignato molti cittadini, soprattutto locali, sia perché quell’opera (sia pur provvisoria) era stata collocata su una zona della costa che – a detta di qualche bene informato – dovrebbe essere, dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, sottoposta ad un vincolo archeologico della Soprintendenza, sia perché rappresentava un vero e proprio pugno negli occhi al contesto naturale del luogo. Infatti, come si ricorderà, c’è stato chi aveva addirittura additato l’autorizzazione del Comune di Bari, a sistemare quel parallelepipedo sullo scoglio de “La Punta”, come un ennesimo scempio alla costa palesina. E, non a caso, c’era stato anche qualche cittadino che sull’onta di una sorta di indignazione popolare aveva parlato di un mini “mostro” affacciato sullo specchio di mare compreso tra lo stabilimento balneare “La Baia” ed il rudere dell’ex ristorante a mare “La Vela 2”. Infatti la presenza, su quel pezzo di scogliera, di un volume che precludeva in parte la vista panoramica del mare e della conca costiera che su di questo si affaccia aveva sorpreso quasi tutti a Palese e Santo Spirito. Ma ancora più sorprendente fu l’aver appreso che trattavasi di un intervento la cui concessione era stata rilasciata dal Comune di Bari già nel 2018. Ossia ben tre anni fa, ma mai attivata prima. E nessuno a Palese se sapeva niente prima. O almeno così sostenevano alcuni esponenti istituzionali locali che spesso pur si vantano sui social di tenere a cuore le sorti di Palese e Santo Spirito. Invece, in questo caso, avevano dimostrato di non sapere che cosa succede al Comune di Bari per “casa” loro! Il concessionario di quel nuovo “mostro” che contribuiva a deturpare, insieme a diversi ruderi abbandonati da anni, la costa del V Municipio, ossia l’associazione sportiva barese “Tanaonda”, attraverso una testata locale on-line, aveva fatto sapere di essere addirittura essa sorpresa delle perplessità dei cittadini per quanto realizzato sul lungomare palesino con l’installazione di una piattaforma logistica al centro dello scoglio de “La Punta”. Ed il portavoce di “Tanaonda” – come si ricorderà – aveva anche dichiarato: “Noi siamo in regola”. Successivamente anche l’assessore barese alle Attività economiche ed evidentemente responsabile anche responsabile per le occupazioni demaniali, Carla Palone, aveva assicurato attraverso la stampa dell’inesistenza di vincoli su quell’area costiera e, quindi, sulla regolarità della concessione.  Però, tali rassicurazioni non servirono né ad attenuare, né a placare le critiche che molta gente rivolgeva nei confronti dell’amministrazione Decaro che aveva autorizzato quell’intervento su “la Punta”. Una concessione che ha fruttato al Comune di Bari poco più di 360 euro l’anno di canone per quell’occupazione demaniale e che aveva lasciato ancor più perplessi tanti cittadini, poiché per rimediare così pochi “spiccioli” l’Amministrazione barese aveva consentito di deturpare, sia pur in via provvisoria una delle aree libere e più caratteristiche della costa del V Municipio barese Ma dubbi e sospetti a parte, che senza riscontri oggettivi lasciano – come suole dirsi – il tempo che trovano, la prima considerazione che diversi cittadini avevano fatto in proposito (anche sui social) era chiedersi: “Possibile mai che quel container da adibire a sede della “Tanaonda” non poteva essere collocato 50 e passa metri più in là, lasciando libero quel pezzo di scogliera?” Infatti, nessuno disconosceva l’opportunità di poter utilizzare quello specchio di mare che, come sosteneva un anonimo portavoce di detta associazione sportiva, è “strategico” per chi pratica il tipo di sport di cui è promotrice la “Tanaonda”. Infatti, in molti avevano obiettato che ciò non significava affatto che il Comune di Bari non avrebbe potuto suggerire una soluzione alternativa a quella proposta dai richiedenti la concessione. Invece, il dubbio di molti palesini che forse è molto di più, e quindi è quasi un convincimento, è che per i vertici di “Tanaonda” ad essere “strategico” non fosse soltanto il tratto di mare su cui praticare il loro sport, ma che lo fosse ancor di più il posto dove è era stata installata la cabina per ospitare la sede. “Eppure – ebbe ad esclamare qualche semplice cittadino – di spazi liberi alternativi ce ne sono!”. Invece, no. La scelta dell’associazione “Tanaonda” era ricaduta al centro de “La Punta” e dal Comune di Bari e d’intorni altri avevano deciso di assecondarla a pieno. Però, in questa vicenda, che la scorsa estate ha visto da una parte la comunità locale perplessa e fortemente critica e dall’altra l’associazione concessionaria giustamente preoccupata per i risvolti che la sua cabina messa su “La Punta” aveva suscitato, i grandi assenti sono stati sempre i politici locali (in particolare, consiglieri comunali e del locale Municipi, oltre al Presidente di quest’organo territoriale interno del Comune) che su tale delicata questione, stranamente e paradossalmente, non hanno mai fatto chiarezza. E chissà mai se la faranno! Infatti, anche ora che di quella struttura su la scogliera de “La Punta” è rimasta solo la pedana, mentre il prefabbricato ad essa annesso è scomparso con la stessa rapidità e stupore con cui era apparso in loco, gli esponenti politici di Palese e Santo Spirito tacciono sulla vicenda. Un silenzio è assoluto ed assordante che, nonostante la rimozione del “mostro” su “La Punta”, continua a suscitare ulteriori dicerie e sospetti. Altro che ….rappresentanti territoriali! Infatti, ciò che ora molti cittadini si augurano a Palese e Santo Spirito e che, una volta rimosso quell’obbrobrio ambientale, non venga nuovamente fatto collocare lì la prossima primavera o estate. E perciò sono in tanti nella comunità del V Municipio a voler sapere di più anche sull’improvvisa scomparsa di quel container, che tanto continua a far discutere e meravigliare gli ignari comuni cittadini di detto territorio.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 17 Dicembre 2021

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