“Che fine hanno fatto i fantomatici cento cantieri?”
“La crisi dell’edilizia è un segnale di allarme per la nostra economia regionale di cui occuparsi con la massima urgenza: 20 mila posti di lavoro persi in meno di quattro anni, cantieri bloccati e a volte nemmeno iniziati a causa di ricorsi davanti al Tar o alla Corte dei Conti, e più di 2 miliardi di euro persi. La Puglia è in ginocchio e dei cento cantieri promessi da Vendola non ne se ne è vista nemmeno l’ombra”. Così parlava il già vice Presidente del Consiglio regionale della Puglia, Nicola Marmo, sui dati diffusi rivenienti dalle associazioni di categoria e parti sociali. “Sono anni che chiediamo lumi alla Giunta Vendola –proseguiva lapidario – e nessuno dà spiegazioni. L’assemblea dei lavoratori edili, del mobile imbottito e del lapideo lanciano un grido di dolore a cui, noi a differenza di altri, non siamo sordi. Le legittime richieste puntano sulla realizzazione delle infrastrutture necessarie a rendere appetibile il nostro territorio agli investitori, ma anche sulla semplificazione delle procedure pubbliche. La categoria, infatti, denuncia le perdite economiche soprattutto per il calo vertiginoso delle opere pubbliche nella nostra Regione. Opere immediatamente cantierabili, ma che non vengono realizzate perché i finanziamenti sono bloccati. Sappiamo che Vendola, a riguardo, si trincererà dietro i limiti del Patto di Stabilità, specie in queste ore di preoccupazione per la mancata nettizzazione del cofinanziamento. Tuttavia, le maglie strette della spesa non sono spuntate oggi e dalla Giunta non abbiamo visto alcun impegno per una seria spending review utile a recuperare altre risorse. I soldi per i cantieri promessi da Vendola nella scorsa tornata elettorale saranno stati spesi malissimo, visto che neppure gli attori economici dell’indotto se ne sono accorti”. Di fronte a tutto questo, inutile dirlo, Marmo e gli altri consiglieri di Opposizione vorrebbero una risposta “chiara e trasparente da parte della Giunta”. “Lo vorremmo noi e la meritano i pugliesi – la conclusione di Marmo – visto che l’edilizia è settore trainante dell’economia e la sua sofferenza deve spronare ad intervenire con incisività per non uccidere ogni piccolo segnale di ripresa”. E in effetti erano cento le opere che, secondo l’ex capo della giunta regionale pugliese Vendola, non più di sei/sette anni fa dovevano portare 11mila posti di lavoro in Puglia, distribuiti equamente in tutte le province pugliesi, tra zone fortemente urbanizzate e periferiche: lo prometteva il presidente Nichi Vendola in persona, presentando lo stato d’avanzamento del progetto ‘100 cantieri in 100 giorni’ annunciato nel 2010 con le sue dichiarazioni programmatiche dopo la rielezione. Tra gli interventi c’erano quelli di tipo socio sanitario che dovevano ammortizzare l’urto del piano di rientro sanitario, proprio per dare una risposta alla domanda di salute dei pugliesi. Per Vendola i numeri erano chiari: ventisei cantieri a Bari, dieci nella Bat, altri dieci a Brindisi, ventidue a Foggia, altri ventidue a Lecce e un’altra decina a Taranto. “Siamo consapevoli di partecipare a quel Sud che vuole scrivere pagine di legalità e sviluppo – spiegava Vendola sei anni fa – tanto che crediamo questi primi cento cantieri siano una di queste pagine”. Pagine? Carta straccia finita, forse, terminato magari in parte in qualche altro megapiano plurimilionario che si da un annetto si rimpallano Comune e Città Metropolitana tra Bari e i suoi comuni. Manca la fantasia, non la pervicacia….
Antonio De Luigi
Pubblicato il 14 Settembre 2017