Cultura e Spettacoli

Che luce la lampada di Aladino

Cinquantesima edizione del Festival della Valle d’Itria, in scena una ‘fiaba lirica’ di Nino Rota

Noto come uno tra i più influenti e prolifici compositori della storia del cinema, Nino Rota si è distinto firmando pure moltissima musica per pianoforte, da camera, vocale, per orchestra, per solisti e orchestra. Tanta produzione non ha escluso l’opera lirica. Tra le undici opere firmate da Rota spicca ‘Aladino e la lampada magica’, fiaba lirica in tre atti e undici quadri su libretto di Vincenzo Verginelli andata per la prima volta in scena al Teatro San Carlo di Napoli nel 1968. Benché eseguita regolarmente all’estero, tale ‘fiaba lirica’ è rimasta per decenni lontana dai nostri palcoscenici. A colmare la lacuna e a conferire alla composizione la giusta cornice è intervenuta la cinquantesima edizione del Festival della Valle d’Itria. Dopo l’esordio di sabato 27 luglio, ‘Aladino e la lampada magica’ verrà replicata domani, domenica 4 agosto, alle 21:00. Messa in scena in versione integrale, per la direzione di Rita Cosentino, l’opera sarà diretta dal M° Francesco Lanzillotta, che dirige l’Orchestra del Teatro Petruzzelli.  Scene e costumi di Leila Fteita. Voci : Marco Ciaponi, Marco Filippo Romano, Claudia Urru, Eleonora Filipponi, Aleksandr Ilvakhin, Rocco Cavalluzzi, Omar Cepparolli, Pepe Hannan, Davide Zaccherini, Zachary McCulloch, Anastasia Churakova, Giovanni Accardi. Danzano : Emanuela Boldetti, Samuel Moretti. Coro del teatro Petruzzeli diretto da Marco Medvged ; Coro di voci bianche della Fondazione Paolo Grassi diretto da Angela Lacarbonara ; Banda Musicale della Città di Martina Franca “Armonie d’Itria”. – Quello di Aladino è uno dei più celebri racconti de Le mille e una notte, nella quale raccolta appare per la prima volta nella traduzione di Antoine Galland avvenuta nei primi anni del Settecento, in cui figura nei volumi IX e X dell’edizione del 1710, occupando la 310° notte. Dai diari dello stesso Galland si apprende che la traduzione risale all’inverno 1709-1710. Nell’introduzione del racconto Galland colloca la narrazione in una città della Cina. Non sono però presenti ulteriori riferimenti alla Cina all’interno della storia, che presenta invece numerosi elementi ricollegabili ad un’ambientazione strettamente mediorientale. Tutti i personaggi della storia, infatti, hanno nomi arabi, sono esplicitamente musulmani e nominano di frequente Allah nei loro dialoghi. La dubbia ambientazione cinese della storia potrebbe essere dipesa dalla sommaria o scarsa conoscenza della Cina che potevano avere i diversi narratori che hanno tramandato il racconto. Anticamente, la parola ‘Cina’ veniva utilizzata in Arabia per indicare in senso figurato una generica, misteriosa ed esotica ‘terra lontana’. – Nell’immagine, ‘Aladino nel Giardino Magico’, illustrazione di Max Liebert dal libro di Ludwig Fulda ‘Aladin und die Wunderlampe’.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 3 Agosto 2024

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