Checco, il discorsetto della Montagna
“Studiare è come andare al bagno : Un pezzo di carta serve sempre”. E’ quanto di più ‘alto’ conserveremo del ‘discorsetto della Montagna’che Checco Zalone ha tenuto sabato sera. Che folla all’Arena. Ventimila persone? Forse più. Il popolo di fedeli del profeta barese può dirsi appagato. Luca Medici non ha deluso le attese. “Resto umile”, nome di uno spettacolo e di un tour, ha sciorinato in due dense ore tutto il repertorio del comico più demenziale, astuto, tagliente, impietoso e volgare della storia di Puglia. Il matrimonio è il tema (vago) intorno a cui orbita, con moltissime fughe per la tangente, uno spettacolo ben strutturato. Uno spettacolo di cabaret? Orientativamente sì, per quanto il fatto che di mezzo ci siano anche un pianoforte, un ospite di prestigio (Albano Carrisi), una buona band, una discreta comprimaria, e un piccolo corpo di ballo faccia spostare “Resto umile” nella direzione dello show a tutto tondo. Uno show di cui Checco Zalone, ovviamente, ha rappresentato il perno. La centralità del Nostro, unita alla sua allegra insolenza, gli offre il destro per confezionare tra le righe un manifesto del tamarro furbetto alla pugliese, un contro-opinionista logorroico e incline all’esibizionismo, sotto sotto frustrato e a rischio depressione. Il cabarettista (questo è Medici in partenza), si sa, è un franco tiratore, spara su tutto e tutti, è il qualunquista per antonomasia, cui una popolarità improvvisa e larga può fare da detonatore della personalità. Ed ecco figure da palcoscenico involvere in populisti, in imbonitori da piazza (Grillo) oppure annegare in un delirio di onnipotenza che eccita un irragionevole senso d’impunità (Benigni). In un modo o nell’altro, insomma, si svestono dell’umiltà per vestire i panni dell’arroganza. Medici non fa eccezione, per quanto metta le mani avanti (‘resto umile…). Per dirla alla barese, ‘si sente’. Tanto lo spinge a pigiare sull’acceleratore. Avendo conferito in partenza al proprio personaggio una cifra greve e volgare, Medici, forse già schiavo dello stesso, non può che giocare al rilancio. Fino a quando potrà alzare la posta? “Resto umile” sembra confermare la sensazione di vicolo cieco, di barile prossimo ad essere raschiato sul fondo. Sabato ventimila persone erano in delirio per Checco Zalone. Tanto successo ci stimola un interrogativo : Consentirà il popolo-Medici al proprio beniamino di cambiare pelle? Trasmissioni come Zelig e Colorado Caffè hanno dimostrato e ancora dimostrano che fans ‘duttili’ accettano che il proprio beniamino (se capace di farlo) si ricicli, anche più volte. Ma il popolo-Medici non dà l’impressione di considerare l’ipotesi di ‘altro’ Medici. In questo caso Zalone, che ci pare condannato a sé stesso, sarebbe senza futuro. Più che ripetersi stancamente a beneficio di un zoccolo duro di fans in via di riduzione, Luca Medici non può.
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Pubblicato il 4 Ottobre 2011