Chi accompagnò Bona Sforza in Polonia?
E’ noto che il primo libro prodotto a stampa fu realizzato a Magonza a partire dal 23 febbraio 1453 nell’officina tipografica di Johannes Gutenberg (coadiuvato dall’incisore Peter Schöffer). Nonostante l’enorme balzo tecnologico (la tecnica dei caratteri mobili), furono necessari tre anni per produrre 180 copie di quella edizione della Bibbia passata alla storia ; il valore di un esemplare completo – ne esistono solo ventidue al mondo – si aggira intorno ai dieci milioni di euro. Di quelle 180 copie, quaranta furono stampate su pergamenae 140 su carta di canapa, importata dall’Italia. Venduta per sottoscrizione, questa bibbia fu originariamente acquistata da istituzioni religiose, soprattutto monasteri. Nel 2001 è stata inserita dall’UNESCO nell’elenco della Memoria del Mondo… Il primo libro stampato in Italia, invece, risale al 1465, anno in cui due stampatori tedeschi itineranti, Konrad Sweinheim e Arnold Pannartz, vennero ospitati dai monaci benedettini di Subiaco, vicino Roma. Installato un torchio in quel monastero, si misero all’opera. Il primo volume, edito in un numero imprecisato di copie, fu il ‘De Oratore’ di Cicerone. L’unico volume rimasto è conservato in una delle torri del Maschio Angioino di Napoli… E Bari ? Nel Museo Civico di Strada Sagges è conservata una copia delle ‘Operette del Partenopeo Suavio in varji tempi et per diversi subietti composte et da Silvan Flammineo insiemi raccolte et alla amorosa et moral sua Calamita intitolate”. All’interno del volume, stampato nel 1535 e che in copertina reca l’illustrazione di un suonatore di liuto e di un Cupido nell’atto di scoccare una saetta, si legge : ‘Stampato in Bari per Mastro Guilberto Nehou francese in le case di Santo Nicola a dì 15 de ottobre. Ne l’anno de la Natività del Signore MDXXXV’. Il testo raccoglie testi in prosa e versi di questo Partenopeo Suavio, oltre ad un resoconto del viaggio compiuto della duchessa di Bari Bona Sforza verso la Polonia per incontrare il suo futuro marito, re Sigisdmondo Jagellone. Chi questo Suavio ? Non tutti sono d’accordo sulla sua identità. Fra il Settecento e l’Ottocento alcuni eruditi e storici della letteratura (Crescimbeni, Quadrio, Tafuri, Minieri-Riccio) credettero di ravvisare sotto lo pseudonimo l’opera del noto umanista Crisostomo Colonna. Il nostro Armando Perotti, invece, sostiene nel suo ‘Bari ignota’ che dietro quel Suavio si celavano Girolamo della Penna o Spinetto Ventura, nobili pugliesi che accompagnarono la promessa sposa in viaggio. Di recente, grazie alla ricerche di G. Rosalba è stato finalmente possibile giungere alla retta identificazione : Suavio Partenopeo era pseudonimo di Colantonio Carmignano, un letterato napoletano nato in anno imprecisato (ma nell’ultimo trentennio del Quattrocento) da una nobile e antica famiglia napoletana del seggio di Montagnana e morto probabilmente a Bari nel 1544.
Italo Interesse
Pubblicato il 18 Maggio 2022