Cultura e Spettacoli

Chi è la bestia?

Poco meno di due anni fa, alla Vallisa, un allestimento di ‘L’uomo, la bestia e la virtù’ – una produzione Diaghilev diretta da Paolo Panaro – andava in scena in forma di studio. Un allestimento essenziale, vicino alla mise en espace, perciò senza costumi ed elementi scenici. Una messinscena che vedeva interpreti vestiti di scuro e col copione in mano, schierati a vista in attesa d’entrare in azione, pronti a sfruttare creativamente le risorse architettoniche del contenitore. Uno studio incoraggiante per qualità del cast e fluida ricchezza d’azione. La stessa produzione, questa volta in veste definitiva e per la stagione Teatro Studio 21/22, è ora di nuovo in cartellone alla Vallisa, dove resterà sino al 14 novembre. Tornare in platea ad applaudirla ci ha procurato la stessa stupita emozione che viene nel ritrovare, adulta e armoniosa, una persona cara della quale si serbi memoria d’una giovanile, acerba bellezza. Questo nuovo allestimento, con la sola novità di Roberto Petruzzelli al posto dello stesso Panaro nel ruolo del ruvido Capitano (la Bestia), ha superato quanto di buono era stato già promesso in embrione. Con elementari artifici scenotecnici Panaro ‘immerge’ buona parte dell’azione in platea, regalando al pubblico l’illusione di ritrovarsi in stato d’invisibilità all’interno di casa Perella. La differente condizione ambientale consente di cogliere da vicino l’elemento intorno al quale ruota questo apologo in tre atti, ovvero la sfaccettata meschinità del Prof. Paolino, che meglio viene in luce quando il ‘professore privato’ è a tu per tu ora con la ‘virtuosa’ signora Perella, ora col dottor Pulejo, cui si aggrappa in cerca d’un rimedio al guaio in cui si è cacciato. Le scelte scenografiche, ridotte a qualche sedia e a due tavoli differentemente dislocati, sono funzionali sia all’esigenza di cui prima, sia alle caratteristiche di un movimento ‘avvolgente’ che studia e con successo come sorprendere la platea. Il buon lavoro di Francesco Ceo (costumi) mitiga il colore spartano che Panaro assegna all’allestimento. Ben diretti, brillano Altea Chionna, Deianira Dragone, Alessandro Epifani, Mario Lasorella, Francesco Lamacchia, Roberto Petruzzelli e Riccardo Spagnulo. Una messinscena scattante e meticolosa, più attenta al comico che al tragico, accolta dal pubblico col massimo favore.  – Prossimi appuntamenti in Vallisa ancora per Teatro Studio : da mercoledì 17 a domenica 21 novembre con un’altra produzione Diaghilev, ‘La zia d’America’, un racconto di Leonardo Sciascia tratto da ‘Gli zii di Sicilia’. L’interpretazione, come la regia, è di Paolo Panaro.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 27 Ottobre 2021

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