Chi morsicò la Lupa?
Chi è la Lupa, la protagonista dell’omonima novella di Verga? Una ninfomane,verrebbe da concludere sbrigativamente dopo una lettura superficiale. Certo, la ‘gna Pina presenta i caratteri di una concupiscenza insaziabile, a possederla però non èsolo il demone della lussuria, giacché l’espressione della foia in lei si veste di una cattiveria anomala. Allora, una donna amara, invidiosa delle altre, i cui mariti ofidanzati insidia? Ma una così fa la civetta, intriga, s’insinua come una serpe fra lui e lei. La nostra Lupa invece agisce allo scoperto, rozzamente, mossa da un rancore atavico che la porta a ‘pungere’ i maschi con lo sguardo, con la parola. Siamo nel cuore del Mezzogiorno più retrivo e arcaico… Che la Lupa sia una tarantata? Che trovi sollievo al morso della ‘personale’ Lycosa non nella ben nota danza liberatoria, bensì nell’amplesso?… E se invece la Lycosa fosse proprio lei?… I questo caso i tarantati sarebbero i maschi che, caduti nella rete, patiscono il tormento del suo pungiglione (Nanni ne sa qualcosa)… L’idea del celebre aracnide ci è venuta venerdì scorso alla Vallisa, dove Ketty Volpe era protagonista di un adattamento de ‘La Lupa’ ad opera di Nicola Valenzano. Nella veemenza dell’assai brava attrice barese abbiamo scorto un che di sinistro e di grandioso. Fosse il trucco, pesantissimo, fosse l’ambientazione prevalentemente crepuscolare o il ben riprodotto contrasto tra la ‘cifra’ modesta di paesani omologati e il carisma di una donna ‘diversa’, a tratti ci è parso di scorgere in questa diversità la caratura eroica di Medea, Antigone, Fedra o d’altre rappresentanti di una femminilità primigenia ed alta, drammatica e nobile, in contrasto sanguinoso col grigiore della pletora mortale. Una sensazione certamente frutto di un allestimento felice (eccellente il lavoro di Valenzano). Belli questi dialoghi tesi come duelli rusticani, questo rimbeccarsi tagliente che fa sentire l’alito della rasoiata. L’essenziale lavoro scenografico (due vecchie scale, qualche balla di paglia) riproduce bene l’idea di un Sud canicolare e bracciantile. Un campo assolato e un ricovero riservato a bestie e cafoni (per il padrone non fa differenza) sono gli ideali ambienti entro cui ha luogo un’azione fluida. Accanto ad una sanguigna Ketty Volpe è un convincente Saverio Desiderato (Nanni). Intorno alla coppia principe, ruota un variopinto microcosmo umano, cui danno materia il mestiere di Anna Maria Eugeni (Zia Filomena), la fragilità di Carla Bavaro (Mara), l’arroganza di Enzo Strippoli (Malerba), la simpatia di Marco Pezzella (Bruno) e di Gianbattista De Luca (Neli) e la freschezza di Debora Traversa (Grazia). Unanime il consenso della platea.- Coreografie di Alessandra Lombardo, musiche di Antonio Piscopello, costumi diDimitri Dimitrov. Direzione di scena : Riccardo Mastropasqua.
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Pubblicato il 18 Ottobre 2011