Primo Piano

Chi sono i “cacicchi e capibastone” del Pd in Puglia?

Il sen. Francesco Boccia e la presidente del Consiglio regionale, Loredana Capone, sicuri protagonisti pugliesi dell'era Schlein

Nella nostra regione chi sono i “cacicchi e capibastone” che la neo-segretaria del Pd, Elly Schlein, ha dichiarato di voler abolire nel partito? Di nomi non se ne fanno sia a livello nazionale che locale, però anche in Puglia di allusioni sui possibili “cacicchi e capibastone” del Pd ne circolano parecchie, anche se le definizioni usate da Schlein non è una questione di nomi, ma di metodo. Infatti, la neo-segretaria dem nel suo discorso di domenica all’Assemblea nazionale ha verosimilmente usato la locuzione “basta a cacicchi e capibastone” per dire che d’ora in poi bisognerà cambiare metodo anche nella gestione periferica del partito, se si vuole tornare a vincere anche a livello nazionale. E, in quanto ad un tentativo di vittoria alle prossime politiche, la Puglia nel Pd nazionale è sicuramente in cima alle preoccupazioni ed ai pensieri della nuova inquilina degli uffici romani di Largo del Nazzareno. Infatti, come si ricorderà, la nostra regione alle politiche è dal 1994 (ossia da quando è in vigore il sistema maggioritario) che è una maglia nera per il centrosinistra, non essendo mai riuscito quest’ultimo ad ottenere un risultato favorevole, sia alla Camera che al Senato, nonostante dal 2004 in poi, a livello locale, abbia conquistato tutti i maggiori centri di potere sia comunali e provinciali che alla Regione. Un’anomalia che sul fronte opposto, ossia del centrodestra, è esattamente invertita, se si escludono le politiche del 2018, quando a farla da padrone, sia per i seggi di Montecitorio che per quelli di Palazzo Madama, fu il M5S. Alle ultime politiche, poi, il dato pugliese della coalizione di centrosinistra e, in particolare, del Pd è stato ancora più disastroso, se si considera che i pentastellati di Giuseppe Conte da soli, nonostante un notevole calo di consensi rispetto alle politiche del 2018, sono riusciti ad ottenere un risultato di gran lunga migliore di quello della coalizione capeggiata dal Pd di Enrico Letta, che nella nostra regione è risultato addirittura terzo partito, dopo il M5S di Conte ed il partito di Giorgia Meloni che, con un abbondante 23,5% di voti, è riuscito a trainare alla vittoria la coalizione di centrodestra in quasi tutti i collegi regionali dell’uninominale, con la sola eccezioni di quello camerale a Foggia, dove – come è noto – ha vinto il candidato del M5S. Quindi, per il Pd. ora di Schlein, il “caso Puglia” sarà sicuramente una situazione da affrontare in maniera molto seria, non solo perché il recente congresso dem in questa regione è stato vinto dalla “mozione Bonaccini”, sia con i voti nei circoli che con quelli ai gazebo, dove però il divario (53,2% contro il 46,8%), con la mozione della neo-segretaria, si è assottigliato parecchio rispetto a quello presente nei circoli. Ed un primo importante segnale di Schlein al Pd pugliese è giunto già all’Assemblea nazionale del partito della scorsa domenica, con l’elezione a vice di Bonacini, eletto presidente del partito, della salentina Loredana Capone. Un segnale ancora più significativo potrebbe giungere nei prossimi giorni dalla collocazione del senatore pugliese Francesco Boccia o alla presidenza del Gruppo dem di Palazzo Madama oppure all’interno della segreteria con l’incarico di vice di Schlein. Tasselli, questi, che fanno pensare da subito ad una sorta di sconvolgimento negli assetti pugliesi del partito e che la neo-segretaria dem potrebbe volere in futuro per la gestione del suo partito in questa regione. Però, l’effettiva autonomia della neo-segretaria Schlein nella gestione di un partito finora in balia di corretti e sottocorrenti interne la si potrà capire meglio quando sarà resa nota la composizione della segreteria. Ovvero dell’organo esecutivo del Pd che è quello che poi di fatto  interverrà a decidere per le alleanze, le strategie ed anche le candidature che dovranno essere portate avanti per il rilancio del partito sia in campo nazionale che regionale. Perciò, dalla composizione della nuova segreteria dem targata Schlein si potrà capire se qualcuno dei “colonnelli” pugliesi del Pd di area Bonaccini entrerà a farne parte oppure no. E, quindi, se anche il neo-Presidente dem, Bonaccini, è già d’accordo con Schlein ad imprimere un nuovo corso al Pd pugliese, per liberar anche in questa regione il partito da innominabili e finora innominati “cacicchi e capibastone”. Diversamente la storia del Pd in Puglia potrebbe essere destinata a ripetersi. E forse non soltanto con i metodi ed i nomi che finora “hanno tenuto – a detta di molti – il livello politico e di competenze assai basso” nelle istituzioni e nel partito, ma verosimilmente anche con i risultati che potrebbero essere l’ulteriore e chiara conferma che in Puglia, come forse in altre regioni, i “cacicchi e capibastone” si servono soltanto del Pd e del suo zoccolo duro elettorale, anziché servirlo. E, forse, non sarà neppure necessario attendere molto per scoprirlo.

Giuseppe Palella


Pubblicato il 15 Marzo 2023

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio