Cronaca

Chi sono i fautori del “cerchiobottismo” denunciato dall’eurodeputata Elena Gentile?

 

 

“Un colpo alla botte ed uno al cerchio”. E’ questa la strategia politica usata, secondo l’eurodeputata foggiana Elena Gentile del partito di Matteo Renzi, all’interno del Pd pugliese da coloro che vogliono continuare a mantenere lo stesso piede in due diverse scarpe. Non ha fatto alcun nome l’ex assessore alla Sanità della giunta Vendola, eletta nel 2014 al Parlamento europeo con oltre 150mila voti di preferenza, durante la conferenza stampa dei “renziani” pugliesi svoltasi lunedì mattina a Bari, nella sede regionale del Pd. Però, il riferimento è apparso chiaro a tutti coloro che erano presenti all’incontro, considerato che a chi gli ha chiesto come mai all’iniziativa non fosse presente il segretario del Pd-Puglia, Marco Lacarra, Gentile ha poi risposto che “non abbiamo invitato nessuno: chi ha ritenuto di aderire a questa iniziativa oggi é qui”, assicurando di parlare a breve anche al segretario nazionale del partito, vale a dire a Renzi, “della necessità di non utilizzare il ‘cerchiobottismo’ come strumento di conservazione di una situazione che non può reggere a lungo”. Ma è stato altrettanto  evidente che l’allusione di Gentile non fosse rivolta ad uno soltanto, in quanto anche altri autorevoli esponenti del Pd pugliese che si dichiarano “renziani” non erano presenti a tale incontro, né avevano fatto pervenire il loro sostegno, come avevano invece fatto i parlamentari pugliesi del Pd Fritz Massa, Salvatore Capone, Teresa Bellanova, Dario Vico, Elisa Mariano, Ivan Scalfarotto e Alberto Losacco. Circostanza, quest’ultima, precisata all’inizio della conferenza stampa che, a detta della stessa Gentile, è stata un’iniziativa dell’area renziana pugliese per dire no “agli insulti” ed “alle lotte per i posizionamenti personali”, ma sì ad un “Pd unito che continui a riconoscersi nel suo segretario” nazionale, Renzi per l’appunto. Infatti, ha precisato l’europarlamentare di Cerignola (Pd), i renziani pugliesi non ci stanno a quella che la stessa ha

definito come una “lotta personale” del governatore pugliese, Michele Emiliano, possibile sfidante di Renzi alla guida del Pd. “Fino ad oggi – ha rilevato Gentile – abbiamo assistito a un presidente di Regione che ha pensato più ai suoi posizionamenti personali e a questa scalata che potrebbe essere anche legittima se non fosse in conflitto col ruolo decisivo che gli è stato assegnato per la Puglia”. Gentile ha inoltre spiegato di non essere “per il Congresso”, contrariamente ad Emiliano che invece chiede ormai a gran voce che venga celebrato in anticipo rispetto alla scadenza naturale di fine anno. “I Congressi – ha pure rilevato Gentile – sono diventati solo una occasione di conta, di confronto tra pacchetti di tessere reclutati nelle maniere più fantasiosi possibili”. A stretto giro mediatico ha replicato alle polemiche di Gentile il renziano pugliese non ancora pentito Lacarra, che ha suggerito all’europarlamentare pugliese del suo partito di occuparsi un po’ di più degli interessi della a Bruxelles ed un po’ meno del governo regionale di centrosinistra guidato da Emiliano, oltre che di invitare gli interessati a certe iniziative visto che trattasi pur sempre dello stesso partito, in modo da dare la possibilità di rispondere contestualmente alla accuse sollevate da coloro che nel Pd pugliese evidentemente non vedono di buon occhio la candidatura del governatore Emiliano in contrapposizione a quella di Renzi. Intanto il presidente della Regione Puglia, incurante delle accuse mossegli lunedì scorso dai renziani pugliesi “duri” come Gentile e “puri” come il presidente del consiglio comunale di Trani, Fabrizio Ferrante,  prosegue imperterrito nella sua corsa all’assalto del segretario Renzi ed in un’intervista rilasciata ad un noto quotidiano torinese e nazionale ha lanciato un altro duro affondo contro il Pd a trazione renziana. Infatti, il governatore pugliese, dopo aver rilevato che “esiste un populismo intelligente, concreto, non velleitario”, per cui – a suo avviso – “serve ricostruire un senso di comunità”, in quanto non si può lasciare “chi soffre, chi é stato impoverito dalla crisi economica e dalle tasse alla mercé degli

oratori di piazza, degli arruffapopoli”, ma occorre “essere vicini alle persone, difendere chi non conta nulla” e dedicarsi “ai luoghi di sofferenza”, ha poi affermato: “Il Pd é diventato il partito dei banchieri, dei finanzieri, del’’establishment. Un partito interessato solo ai potenti e non al popolo. Il governo Renzi ha usufruito di una grande flessibilità dall’Europa ma non ha saputo utilizzarla per invertire il ciclo economico”. Inoltre, per Emiliano, “L’Ue non è la causa di tutti i mali” e si è dichiarato d’accordo con il reddito di cittadinanza proposto da tempo in Italia dal M5S, “ma solo per i casi di povertà assoluta”.  Sulla questione fiscale il governatore pugliese pensa “ad uno Stato che non faccia pagare le tasse solo ai lavoratori dipendenti e che compri beni e servizi agli stessi costi di un privato” ed aggiunge: “Attenzione agli slogan e far finta che non ci sia un problema di debito pubblico. Si può abbassare la pressione fiscale riducendo i costi della Pubblica amministrazione. Vanno garantiti i diritti essenziali come la salute, la giustizia, la formazione, la sicurezza”. E si chiede: “se una multinazionale deve dirimere una complessa procedura, ad esempio di verifica ambientale, perché non dovrebbe pagare di tasca propria il servizio che gli offre la Pubblica amministrazione?”. Poi, proseguendo, Emiliano lancia un’altra stoccata, questa ancora più diretta a Renzi, affermando: “Sarebbe stato possibile trovare molte risorse per ridurre l’Irpef e le tasse alle imprese, se Cottarelli con la sua coraggiosa ‘spending review’ non fosse stato impacchettato e spedito a casa”. E, quanto all’articolo 18 della L.300/’70, Emiliano dichiara: “sarebbe cosa sacrosanta ripristinarlo ed estenderlo a tutte le aziende. Non si può distruggere la vita di una persona, licenziandola senza giusta causa e dandole una manciata di soldi”. Ad ogni modo la sfida del governatore pugliese, Emiliano, al segretario del Pd è partita. Bisognerà vedere, però, se e quando il Pd celebrerà il suo prossimo congresso. Oltre che quale sarà l’effettivo protagonista finale della battaglia con Renzi. Tempo al tempo.

 

 

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 8 Febbraio 2017

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