Cultura e Spettacoli

Chi uccise Ninco Nanco?

Il 13 marzo 1864, centocinquantun’anni fa, in una località del territorio di Avigliano perdeva la vita in circostanze rimaste oscure Giuseppe Nicola Summa, altrimenti noto come  Ninco Nanco. Era stato il luogotenente di Crocco. A capo della propria banda Ninco Nanco si era reso protagonista di gesta clamorose, talune anche efferate. L’unica cronaca del suo ultimo giorno di vita è in un breve articolo apparso su ‘La Gazzetta Militare’ del 26 marzo dello stesso anno e riportato da Ludovico Greco nel suo ‘Piemontisi, briganti e macaroni’, un libro edito da Guida nel 1975. Nella cronaca si legge che un Maresciallo “d’alloggio”, tre carabinieri di Avigliano, due preti, alcuni volontari ed elementi della Guardia Nazionale al comando di Benedetto Corbo sorpresero il ricercato e altri due uomini (Lorusso e Mangiullo) in una pagliaia “in sito elevato” a Frusci, una frazione di Avigliano. Non ci fu conflitto a fuoco. Vista l’inutilità di difendersi o di tentare la fuga, Ninco Nanco si arrese al carabiniere Segoni. Ma “mentre il Segoni stava per assicurarlo con le manette, un colpo d’ignota provenienza colpiva Ninco Nanco al collo e lo stendeva cadavere al suolo”. Il rapporto si chiude col pesantissimo dubbio che qualcuno “abbia voluto impedire che compromettenti rivelazioni uscissero dalla bocca di Ninco Nanco”…  Si diceva che Benedetto Corbo, appartenente ad una delle maggiori famiglie gentilizie della Lucania, fosse in connivenza con molte delle bande che in quel periodo mettevano a repentaglio l’ordine pubblico. Come tale era la persona che più rischiava in caso di deposizione da parte di Ninco Nanco. Due mesi dopo lo stesso Corbo fu accusato dal generale Baligno, comandante delle truppe di Basilicata, di aver rilasciato arbitrariamente alcuni elementi della formazione di Nicola Summa… Altre fonti additano come killer un altro uomo della Guardia Nazionale, il caporale Nicola Coviello il quale avrebbe così voluto vendicarsi dell’assassinio del cognato compiuto dal ricercato aviglianese il 27 giugno 1863… Come si usava all’epoca, la salma dello sventurato venne trasportato nel suo paese natale e appesa in piazza a pubblico monito. Sembra che poi le spoglie siano state seppellite a Potenza. Ma nel cimitero del capoluogo lucano non esiste alcuna lapide in proposito… Crocco raccontò nelle sue memorie che, venuto a conoscenza della morte del suo luogotenente, aveva deciso di vendicarlo e che trovandosi nelle vicinanze del luogo della morte di Ninco Nanco stava per piombarvi con tutti i suoi uomini. Vedendo però un reggimento piemontese in arrivo, dovette desistere. Con la morte di Ninco Nanco i suoi uomini confluirono nella banda di Gerardo De Felice detto “Ingiongiolo”, brigante di Oppido Lucano.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 13 Marzo 2015

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