Cronaca

‘Chiccolino’: ritardi e proroghe mancate per un progetto d’eccellenza

Altro che recupero dei minori, quartieri di periferia e riqualificazione di aree abbandonate in cima alla lista delle cose da fare a Bari. «Ennesimo torto da parte dell’Amministrazione Decaro alle fasce deboli di questa città: a Fesca-San Girolamo chiude “Chiccolino”, la Comunità educativa residenziale per minori nata nel 2012 in un immobile confiscato alla mafia locale. A chiudere non è solo il centro per il recupero dei minori che hanno avuto condanne penali, ma il simbolo della legalità nel quartiere periferico>>. Non usa giri di parole la candidata sindaca Irma Melini per criticare sia il Sindaco Decaro e sia l’Assessore ai Servizi Sociali Bottalico, che hanno partecipato a una manifestazione in favore della Giornata mondiale per l’autismo, a dimostrazione di come infine si agisca solo per spot elettorali. Per la Melini, del resto, il Comune non s’è degnato manco di rispondere alla società che garantiva il servizio e che, seppure in scadenza di contratto, meritava di conoscere i tempi per la riconsegna dell’immobile, di proprietà comunale. Alla scelta della chiusura di questo centro, si aggiunga che il Comune, pur sapendo che “Chiccolino” avrebbe terminato il servizio il primo aprile, ha pubblicato il bando per l’utilizzo dell’immobile come centro diurno solo il 30 marzo. Cioè il giorno prima della scadenza: questo determinerà che quel presidio di legalità resterà chiuso per mesi, perlomeno fino all’aggiudicazione definitiva del centro, come servizio diurno. <<Il Comune mette a bilancio ben 91 milioni solo di welfare, per cui mi chiedo come sia possibile che l’Amministrazione Decaro non abbia concesso una proroga al centro “Chiccolino”, così com’è stato chiesto dal suo responsabile o non abbia fatto il bando per tempo così da non lasciare neanche per un giorno incustodito il centro simbolo della legalità. Così facendo stiamo sbattendo le porte in faccia alla giustizia e al territorio. Il mio appello dunque va alla Regione Puglia, affinché possa individuare in brevissimo tempo una soluzione con tutti gli attori della Comunità residenziale evitando che questo diventi l’ennesimo luogo di abbandono del quartiere Fesca-San Girolamo>>, s’arrabbia Irma Melini. E dire che nella convenzione per riavviare il progetto “Chiccolino” di recupero di quella villa sul Lungomare San Girolamo, oggetto di sequestro giudiziario nei confronti di un noto capo-clan barese, c’era anche la Prefettura di Bari, in rappresentanza del Governo. Un bene rientrante nel patrimonio di un mafioso era diventato sede di un Istituto di prima accoglienza per minori e per i loro familiari, dopo la prima fase dell’arresto e c’era di che essere pienamente soddisfatti. Si tratta d’una forma di prevenzione indirizzata direttamente a favore di minori che hanno già commesso un reato, avviata grazie a un progetto curato e definito inizialmente dall’ex assessore ai Servizi Sociali Filippo Melchiorre, giunta di Cagno Abbrescia. Un’importante operazione che ha visto al centro minori ancor più bisognosi di tutela di altri, visto che le azioni sono sempre state finalizzate al recupero completo, in previsione del loro inserimento nel mondo del lavoro. Perfino l’ex sindaco Emiliano, che poi prese le redini del progetto, nella conferenza stampa di presentazione alla presenza del Prefetto, aveva puntato sull’importanza di questo genere di progetti. Tutte iniziative di sostegno di Comune e Prefettura ai programmi a favore delle fasce più deboli (cooperativa Vita Nuova per gli ex detenuti, Fondazione Antiusura, Associazione Giraffa per le vittime della tratta degli esseri umani). Ma torniamo subito a minori e fasce sensibili di cui si occupa(va) il progetto denominato “Chiccolino”, iniziativa “di eccellenza” come progetto pilota dal Ministero degli Interni. Che aveva previsto finanziamenti per la realizzazione delle azioni del Protocollo, inizialmente ammontanti a 1.275.956,00 euro (immediatamente disponibili i 240mila euro per la ristrutturazione della villa per la prima accoglienza) ed una lunga serie di ‘iniziative pilota’. Il progetto – …che ripartira’ chissà se e quando – faceva parte d’una pianificazione su più fronti, anche del territorio, prendendo in considerazione la Città di Bari (nei Quartieri Japigia, Enziteto e San Paolo), con le ristrutturazioni della pista di pattinaggio e del campo di calcio dell’Istituto Minorile Fornelli, Modugno e Bitonto. Il Protocollo per il Programma Operativo Nazionale indirizzato alla “Sicurezza per lo Sviluppo del Mezzogiorno d’Italia” era stato siglato dal Prefetto Tommaso Blonda (in rappresentanza del Ministero dell’Interno), dai sindaci di Bari, Michele Emiliano, di Bitonto, Nicola Pice e di Modugno, Giuseppe Rana, e dal direttore del Centro per la Giustizia Minorile per la Puglia di Bari, Francesca Perrini. Nel ‘Chiccolino’ anche Borse di studio e di lavoro, corsi di educazione alla legalità, da affiancare alle attività di vera e propria prevenzione con un progetto, articolato in molteplici tronconi, finanziati con i Fondi stanziati dal Ministero e contributi anche della Regione, ha funzionato nella nostra periferia a presidio della legalità –come piace dire ai politici – per quasi vent’anni. Prima di questa…‘pausa’.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 2 Aprile 2019

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