Chidro e Borraco, i micro-fiumi
Dall’Ofanto in giù, il patrimonio fluviale pugliese si fa talmente esiguo che anche corsi d’acqua lunghi meno di un chilometro meritano d’attenzione. E’ il caso, nel territorio di Manduria, dei torrenti Borraco e Chidro. Distanti appena quattro chilometri, i due fiumiciattoli si immettono nello Jonio in prossimità di omonime torri anti-saracene. Il Borraco sfocia tra la frazione di San Pietro in Bevagna e Torre Borraco. Visto dall’alto, il Borraco si fa notare per l’insolito percorso da Y. E’ infatti alimentato da due risorgive, di cui quella di levante dista dallo Jonio 1,8 km. mentre quella di ponente, seicento metri. Le sorgenti danno il nome alla contrada in cui si trovano: Bocche di Borraco. A un trecento metri dal mare i rigagnoli che sorgono da queste sorgenti confluiscono nell’unico alveo. La foce del Borraco si presenta estuaria o deltizia a seconda delle mareggiate, che modellano l’assetto della spiaggia dove esso sfocia. Anticamente questo torrente era lungo due chilometri ; è infatti visibile il canale eroso dalle acque in passato, culminante presso le attuali sorgenti. La portata del Borraco è limitata, ma costante, anche nei periodi di siccità. Venendo al Chidro (nell’immagine), quest’altro micro-fiume, che scorre all’interno del centro abitato di San Pietro in Bevagna, non supera i quattrocento metri di corso. Alimentato da acqua di falda e una volta assai pescoso, il Chidro dà nome ad un’omonima Riserva Naturale la cui biodiversità ha grande importanza per le specie migratorie che attraversano la provincia orientale di Taranto. Al Chidro è legata una leggenda: Diretto da Antiochia a Roma per portarvi il Vangelo, la nave su cui viaggiava San Pietro dovette fermarsi sulla costa jonica a causa di una mareggiata. Una volta in salvo, il Santo ringraziò Cristo per lo scampato pericolo ma, ricordandosi di averlo rinnegato tre volte, pianse. Dalle sue lacrime prese vita il Chidro…Un’altra leggenda racconta che, all’arrivo in Bevagna, vedendo una statua di Zeus presso il Chidro, il Santo si segnò, facendo andare in frantumi l’effigie pagana, quindi si mise a battezzare i primi pagani con le acque del Chidro che tanto gli ricordavano quelle del Giordano…. Si diceva prima di torri.Torre Borraco consiste in una postazione di vedetta fortificata eretta in funzione antisaracena tra il 1560 e il 1570. Se ne ignora la storia (sventò attacchi segnalandoli alle contigue torri di Moline e di San Pietro in Bevagna, fu mai attaccata?…). Probabilmente inutile già a suo tempo, la costruzione non fu mai utilizzata anche dopo ch’era venuta meno la minaccia saracena. Nel primo Novecento si presentava col tetto crollato e il vano interno invaso da fichi selvatici e macchia mediterranea. Tra il 2011 e il 2013 è stata sottoposta a un restauro completo, che ha comportato pure la costruzione di una scala di accesso in sostituzione di quella originale, andata perduta (per ragioni difensive, gli ingressi a queste torri, posti a grande altezza, erano raggiungibili solo per mezzo di scale retrattili). La Torre di San Pietro si distingue per il fatto che ad essa é stata accorpata un’omonima chiesetta. Si distingue per la singolare pianta a stella a quattro punte (‘a cappello di prete’). Nel corso degli scavi archeologici eseguiti nel 2004 sono stati riportati alla luce sepolture di epoca bizantina e reperti numismaticiche fanno supporre l’esistenza di una precedente cripta ipogea al di sotto della chiesa.
Italo Interesse
Pubblicato il 21 Aprile 2022