Chiesa di San Gaetano, il necrofilo è servito
Nel 1888 Janet Ross, nobildonna e viaggiatrice inglese, visitò Barletta
Fondata nel XVII secolo dall’ordine dei Teatini, la Chiesa di San Gaetano a Barletta sorge in via Cialdini. Il tempio presenta sei cappelle laterali, tre per ciascun lato, comunicanti tra loro e separate da archi a tutto sesto. Sul pavimento di una delle due cappelle prossime al cappellone che racchiude l’altare maggiore si apre una botola. Da quel varco si accede ad un vasto ossario. Fra quei resti dovrebbero trovare posto alcune salme incartapecorite. Nel 1888 Janet Ross visitò la Puglia, del quale viaggio stese un dettagliato e pittoresco resoconto. Quando visitò Barletta, la gentildonna inglese e i suoi accompagnatori, vennero invitati da un fiaccheraio a visitare la chiesa dei Teatini, dove – assicurava l’uomo – c’era “bella roba” da vedere. Ma quella bella roba “consisteva in certi orribili corpi mummificati che si conservano nella cripta”. La mummificazione spontanea è quel fenomeno per il quale, a seguito di una rapida e massiccia disidratrazione, i tessuti anziché decomporsi, restano ‘fissati’. Una delle condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo del singolare fenomeno è l’inumazione in terreni particolarmente asciutti, capaci di assorbire i liquidi in grande quantità. E un terreno di questo tipo, piuttosto argilloso e povero di ferro, è presente proprio nel barlettano. La Ross e compagni si ritrovarono dinanzi allo ‘spettacolo’ di salme incartapecorite forse già da molti anni e che, non più decomponibili, erano state traslate e conservate a devozione dei congiunti in quella cripta. Il caso di Barletta non è l’unico in Puglia. La Cattedrale di Oria ospita la Cripta delle Mummie, visitabile previo pagamento di un modesto biglietto d’ingresso. Va però precisato che le salme in questione si sono conservate per intervento di mummificatori e dietro volontà espressa dagli interessati al momento dell’ingresso in un’antichissima associazione religiosa, la Confraternita della Morte. Tornando al caso della mummificazione spontanea, il fenomeno (una quarantina di casi) riguarda sia il cimitero di San Donaci che quello di Carovigno. In quest’ultimo, fino agli anni novanta, decine e decine di resti mummificati erano in esposizione in un angusto sotterraneo che si apriva nel sottosuolo dell’unica chiesetta di quel camposanto. – Nell’immagine, ‘Amore e morte’ di Calcedonio Reina (1881), olio su tela, 122 x 152 cm., anno di esecuzione: 1881 ; collocazione : Catania, Museo Civico Castello Ursino. Il soggetto è ambientato in uno dei corridoi, fedelmente riprodotto, delle Catacombe dei Cappuccini a Palermo. Meta di migliaia di turisti, queste catacombe, che risalgono alla fine del Cinquecento, accolgono circa ottomila salme imbalsamate. Le mummie, in piedi o coricate sono divise per sesso e categoria sociale, anche se la maggior parte di esse appartiene ai ceti alti poiché il processo di imbalsamazione era costoso. Nei vari settori si riconoscono prelati ; commercianti e borghesi nei loro vestiti della domenica, ufficiali dell’esercito in uniforme di gala, giovani donne vergini decedute prima di potersi maritare e vestite con l’abito da sposa, gruppi familiari disposti in piedi su alte mensole delimitate da sottili ringhiere simili a balconate, bambini… Analoghi cimiteri si possono ‘apprezzare’ a S. Maria della Grazia a Comiso, Savoca, Piraino, Santa Lucia del Mela, Novara di Sicilia e Militelo Rosmarino.
Italo Interesse
Pubblicato il 22 Marzo 2023