Cronaca

Chiesti anche a Bari i defibrillatori per cardiopatici in strada

Non è cosa facile tutelare la salute dei cittadini in una città grande com’è Bari. Eppure c’è chi, attraverso l’installazione in città di colonnine S.O.S. per defibrillatori, sta lavorando alacremente per arrivare a risultati concreti. Per adesso è solo una proposta, quella del comitato delle donne “Riprendiamoci il Futuro” che ha chiesto direttamente al Sindaco Antonio Decaro di voler attivarsi per l’installazione di colonnine di soccorso con defibrillatori. Così come già avvenuto in molte città italiane, in particolar modo nelle arterie e piazze più frequentate, anche Bari aspira a poter essere pronta a intervenire con le attrezzature giuste a beneficio di cardiopatici o infartuati, tenendo già a portata di mano ciò che potrebbe servire a salvare vite umane. Il comitato tutto al femminile del quartiere Libertà ci tiene anche a precisare nella sua missiva già inviata a Palazzo di Città all’indirizzo del primo cittadino che il DAE è uno strumento che, in caso appunto di arresto cardiaco, può salvare la vita, se si interviene tempestivamente, tenuto conto che le colonnine per cui s’è avanzata richiesta riportano le istruzioni (vedi foto) per l’uso. Attrezzi che, in ogni caso, debbono essere utilizzate da persone che abbiano dimestichezza o meglio, la giusta preparazione e abilitazione, quali i soccorritori che hanno frequentato corsi specifici. Fermo restando l’arrivo dell’ambulanza del ‘118’. Le città di Piacenza, Pisa, Orvieto, Monza e Brianza e Sanremo sono solo alcune comuni dove sono stati avviati i progetti per collocare postazioni di defibrillazione ad accesso pubblico (PAD), facendo avanzare di pari passo la formazione di un numero sempre maggiore di cittadini abilitati alla “Rianimazione Cardio-Polmonare”. C’è ancora molto da lavorare, certo, e l’iniziativa del comitato barese sena un altro punto a favore, in ogni caso, della diffusione sul territorio italiano della defibrillazione precoce, informando a dovere i cittadini sull’importanza della conoscenza delle manovre di rianimazione cardio-polmonare. In Italia le vittime di arresto cardiaco sono oltre 70mila ogni anno e in otto casi su dieci i decessi avvengono lontano da ospedali e strutture sanitarie: a casa, negli uffici pubblici, nelle strade, sul lavoro. Una strage che potrebbe essere almeno alleviata nei suoi numeri con un minimo investimento rivolto a dare risposte concrete a tanti di quegli infarti che potrebbero essere evitati, come detto. Infatti l’arresto cardiaco, come sanno tutti, purtroppo non dà segnali e colpisce chiunque e dovunque: il cuore smette di compiere la sua normale funzione di pompa, spesso a causa di una sopraggiunta aritmia chiamata fibrillazione ventricolare, e la persona cade a terra priva di vita. Se non si interviene entro i primi 5 minuti dall’arresto cardio-circolatorio somministrando una scarica elettrica al cuore attraverso l’utilizzo del defibrillatore DAE semiautomatico esterno, le possibilità di salvezza per la persona colpita sono praticamente nulle. Motivi in più per cui il comitato donne barese ha comunicato ai responsabili comunali che, per motivi di sicurezza, le colonnine S.O.S. con defibrillatore, devono essere posizionate all’ingresso di attività commerciali e protette con apposita videosorveglianza. <<Questo moderno, quanto innovativo progetto è possibile realizzarlo a costo zero per la pubblica amministrazione –si legge ancora nella missiva spedita al Sindaco Decaro – attraverso sponsor interessati, ai quali in cambio si potrà garantire il posizionamento di propria targhetta recante il nominativo del donatore. Ora non rimane che attendere “cortese riscontro” alla richiesta volta esclusivamente a tutelare la salute dei cittadini baresi, sperando che non resti…lettera morta!

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 29 Novembre 2018

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