Chiusura di campagna elettorale senza esclusione di colpi
Poco prima della chiusura della campagna elettorale volano gli “stracci” a Bari tra i candidati al Senato del M5S, Gianmauro Dell’Olio e quello della coalizione di centrodestra, il consigliere comunale barese Filippo Melchiorre del partito di Giorgia Meloni. Infatti, lo scambio di accuse tra questi due aspiranti senatori si combatte a suon di comunicati incrociati, nei quali non si risparmiano frecciate polemiche reciproche, né si bada ai toni dello scontro che, anziché di natura politico, è forse più di sapore personale. “Negli ultimi giorni ho subito numerosi attacchi – ha affermato Dell’Olio – con l’obiettivo di mettere in dubbio la mia integrità personale e professionale eppure tra i candidati di centrodestra c’è chi si fregia di titoli che non sembrerebbe poter usare in base alle leggi vigenti”. Parole dure e chiare quelle di Dell’Olio, candidato pentastellato nel collegio senatoriale “Puglia 1”, ossia quello comprendente Bari città ed altri numerosi Comuni della provincia, e che, in questi ultimi giorni di campagna elettorale, è stato oggetto di numerosi attacchi personali, da prima in quanto socio dal 2008, insieme al fratello Gioacchino, di una srl in cui figura con una quota del 33,3% il capo di Gabinetto della presidenza regionale, Claudio Stefanazzi, che è notoriamente nel proprio ruolo uomo di fiducia del governatore Michele Emiliano (Pd), e poi di essere in rapporto d’affari anche con un altro esponente di spicco della corrente dem di “Fronte democratico”, Francesco Spina, candidato alla Camera per il Pd nel collegio uninominale di Bisceglie-Molfetta. Da ultimo, in ordine di tempo, l’attacco riguardante una nomina a consigliere di amministrazione (senza poteri) per la società “Progetto Gestione Bari 5” di proprietà al 60% della società barese “Lombardi ecologia”, in stato fallimentare. Ed anche da quest’ultima accusa Dell’Olio si difende affermando: “Va detto prima di tutto che la mia nomina a consigliere di amministrazione (senza poteri) per la Srl parte dall’interessamento diretto della curatela fallimentare e non da una mia richiesta d’incarico”. Insomma, tutte accuse che riguardano la sfera dei rapporti professionali del candidato pentastellato barese al Senato e che forse ben poco hanno a che fare con i temi propri della campagna elettorale. Accuse che però, in questo periodo, possono essere utili ad alzare polveroni e generare confusione negli elettori locali che domenica prossima sono chiamati a recarsi alle urne, per scegliere nei loro rispettivi collegi deputati e senatori. Ma il “grillino” Dell’Olio, a sua volta non ci sta a farsi mettere sottoaccusa su temi di natura professionale e sullo stesso terreno ha attaccato uno dei suoi accusatori, Melchiorre per l’appunto, che è un suo diretto concorrente per Palazzo Madama, nello stesso collegio uninominale barese. Infatti, passando al contrattacco Dell’Olio dichiara nella nota: “Fa davvero sorridere tuttavia che tra chi mi accusa per aver fatto semplicemente il mio lavoro da privato e professionista ci sia il candidato di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre che sui suoi profili pubblici si definisce ‘commercialista’ . Eppure, stando al comma 2 dell’art. 39 del D. Lgs 139/2005, il termine commercialista può essere utilizzato solo dagli iscritti nella Sezione A Commercialisti dell’Albo, con la completa indicazione del titolo professionale posseduto”. Pronta la replica di Melchiorre che, per smentire l’avversario del M5S si preoccupa addirittura di mettere in rete l’attestazione del 1991 della sua abilitazione alla professione di commercialista, oltre che di rivelare: “la stessa persona che oggi, in un comunicato stampa diffamatorio, mette in discussione la mia abilitazione all’esercizio della professione di dottore commercialista, ieri pomeriggio (giovedì 1 marzo) ha fatto irruzione, insieme ad altri due soggetti non identificati, nel comitato elettorale di Fratelli d’Italia, in corso Vittorio Emanuele, intimando di rimuovere immediatamente i manifesti elettorali affissi all’interno del comitato stesso, in nome di una sua personale interpretazione del regolamento in materia”, precisando che i vigili urbani, unico organo competente ad elevare sanzioni sulla fattispecie, a seguito di un sopralluogo, non hanno riscontrato alcuna irregolarità riguardo alle richiamate affissioni elettorali. Pronta anche la controreplica di Dell’Olio che ha eccepito: “Può inviare tutti i certificati di abilitazione che vuole ma la normativa parla chiaro: secondo il comma 2 dell’art. 39 del D. Lgs 139/2005, il termine ‘commercialista’ può essere utilizzato solo dagli iscritti nella Sezione ‘A’ Commercialisti dell’Albo, con la completa indicazione del titolo professionale posseduto”. E sulla presunta sua “irruzione” nel comitato elettorale barese di Fdi, l’aspirante senatore dei pentastellati chiarisce: “passando ho visto dei manifesti elettorali in vetrina che a mio parere non rispettavano la normativa prevista dall’art. 1 comma 4 della legge n. 212/56 e dalla circolare a carattere permanente del Ministero degli Interni – Servizi elettorali n. 1943/V. E così, avendo visto anche una collega all’interno, senza neanche entrare ma rimanendo sulla soglia ho evidenziato la cosa anche per la loro stessa tutela avendo saputo che nei giorni precedenti erano state comminate multe ad altri comitati elettorali”. In definitiva, polemiche i cui contenuti potrebbero essere utili più per diatribe salottiere che per chi domenica prossima dovrà scegliere i propri rappresentanti al Parlamento. Ma a Bari, come forse in altre parti d’Italia, la campagna elettorale è anche questo. Frutto verosimilmente di un nervosismo scomposto ed a fior di pelle, ingenerato nei candidati da sondaggi (non rivelabili) delle ultime ore che probabilmente lascerebbe prevedere una vittoria al fotofinish per chi pensa forse di poter conquistare il seggio parlamentare più inseguendo il rivale sullo stesso terreno della polemica e degli attacchi personali che su quello, sicuramente più interessante per gli elettori, dei temi “veri” della politica. Ma questo è tutto un altro discorso. E lunedì sapremo i risultati.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 3 Marzo 2018