Cultura e Spettacoli

Cinque dita di speranza

A vederle in azione, queste ‘macchine di mescolamento pneumatico’ fanno pensare ai cilindri in plexiglas entro cui saltellano i popcorn. Ma qui, invece di chicchi di mais,  saltellano le speranze di vincita di milioni di giocatori. Con l’avvento della tecnologia, la pesante urna metallica entro cui i primi novanta numeri rotolavano rumorosamente all’interno di altrettanti gusci sferici, è stata sostituita dall’algido meccanismo di cui prima. Ciò significa che ad estrarre i cinque numeri del lotto oggi è una nicchia rotante ai bordi dell’urna. L’innovazione, che dovrebbe mettere al sicuro gli scommettitori da trucchi diabolici, ha eliminato per sempre la figura più rappresentativa di questo gioco : il bimbo (o la bimba) che, bendato, infilava la mano nell’urna e ‘pescava’ i numeri vincenti. Perché veniva scelto proprio un bambino? E’ questo un retaggio dei tempi, preistorici, in cui per interrogare la Sorte ci si affidava alla purezza dei bambini e dei poveri di spirito, ovvero le sole categorie di persone che, per il fatto di avere ancora il pensiero non corrotto, si prestano a rappresentare una Volontà superiore (il più remoto antenato del Lotto, consisteva in una forma di divinazione in cui lo sciamano cercava responsi in ciottoli di forma e colore diversi, prima estratti da un innocente e poi disposti secondo un determinato schema). Con quali criteri venivano individuati questi bambini? La scelta era responsabilità del più alto funzionario del Ministero delle Finanze del luogo dove avveniva l’estrazione. Il bambino andava individuato all’interno di “contesti sociali di specchiata onestà”, ovvero non solo famiglie moralmente ineccepibili ma pure orfanotrofi. Il piccolo doveva avere tra i sette e gli undici anni e non poteva partecipare a più di un’estrazione. Il ‘disturbo’ dava diritto ad un buono per l’acquisto di un giocattolo per il bambino e un gettone di presenza per il suo accompagnatore ; i due importi erano deducibili nel calcolo della dichiarazione dei redditi (sino all’ultima estrazione manuale toccavano trenta euro al piccolo e ottanta all’adulto). Poi la benda : Vietato portarla da casa, a metterla a disposizione era la competente Intendenza. Veniva applicata pubblicamente poco prima dell’estrazione, doveva essere nera e di tessuto pesante. Usata una volta, andava resa inutilizzabile. Infine il rituale : Prima di infilare la mano nell’urna attraverso l’apposito sportellino (sempre la destra), il piccolo doveva tenerla sollevata e aperta, per dimostrare al pubblico che era nuda. Eppure, nonostante tutte queste cautele, pare non siano state poche le irregolarità. Se i sistemisti avessero idea di quanti numeri ‘fasulli’sono stati estratti in tanti anni non starebbero a rompersi la testa dietro le statistiche.

Italo Interesse


Pubblicato il 7 Settembre 2018

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