Cronaca

Città Metropolitana tra comuni e municipi: vera opportunità di crescita e sviluppo?

Il Movimento Metropolitano –Terra di Bari organizza un altro incontro – dibattito per lunedì, 10 novembre alle ore diciotto presso la sede dell’Italia dei Valori in via Calefati n. 96 a Bari sul tema: “La Città Metropolitana di Terra di Bari, opportunità di crescita e sviluppo”. Una discussione tutta da seguire dopo l’elezione del Consiglio Metropolitano e la preparazione del relativo Statuto in vista della tanto attesa e sospirata città metropolitana di Bari. Un nuovo ente che rappresentera’ uno dei dieci enti amministrativi del territorio italiano già identificati dalla legge del 7 aprile 2014 n. 56 che contempla unioni e fusioni di molti comuni dello Stivale. Gli enti città metropolitane, come si ricorderà, vennero previsti per la prima volta dalla legge n. 142 sul nuovo ordinamento degli Enti locali dell’8 giugno 1990, oramai superato. Infatti, vennero inseriti successivamente anche nell’art. 114 della Costituzione della Repubblica Italiana, a seguito della modifica del titolo V della Carta, avvenuta nel 2001. Nonostante vari tentativi legislativi, le città metropolitane non hanno mai trovato realizzazione pratica, rimanendo solo sulla carta, fino alla promulgazione, appunto, della legge 56/2014. E lunedì prossimo, al cospetto di associazioni, comitati, politici e amministratori, ma soprattutto cittadini comuni intenzionati finalmente a capire se l’ente ‘in fieri’ rappresenta davvero un’opportunità per migliorare i rapporti della base con la pubblica amministrazione, ne parleranno Anna Concetta Spinelli,   già Presidente Consiglio Comune di Valenzano, Giuseppe Balice e Antonio Gadaleta  del Movimento Matropolitano, Francesco Colella, Consigliere al comune di Bari e membro della commissione – Decentramento con Eugenio Lombardi , architetto e coordinatore del ‘Laboratorio Urbano’. A coordinare l’incontro-dibattito sarà Giuseppe Anaclerio, anche lui del Movimento Metropolitano, impegnatissimo da sempre sul fronte del decentramento vero e non solo vagheggiato. L’obiettivo di ridurre i costi della politica circoscrizionale da parte dell’amministrazione Emiliano è stato raggiunto, sia pur in extremis, visto che il via libera definitivo alla riduzione delle circoscrizioni è giunto poco prima della scadenza naturale del suo secondo mandato. Ma quello di eliminare del tutto gli sprechi della politica evidentemente no, poiché le cinque nuove circoscrizioni/municipi continueranno comunque a rappresentare un costo notevole, per le casse del Comune di Bari. Infatti, i presidenti e consiglieri percepiranno ancora le indennità riconosciute dalla legge e dal regolamento comunale e, quindi, rappresenteranno pur sempre un costo notevole per la collettività. Costo che avrebbe potuto essere eliminato quasi del tutto se l’amministrazione barese avesse deciso di ripristinare la figura del delegato sindaco e dei consigli di quartiere a costo zero, com’era un tempo, abolendo del tutto le circoscrizioni, visto che dal 2011 non sono più organi interni obbligatori per i Comuni con popolazione superiore a 100mila abitanti, ma facoltativi e soltanto per città con oltre 250mila abitanti. Il nuovo regolamento sul decentramento amministrativo, approvato la primavera scorsa, dà attuazione al riordino territoriale degli organi di decentramento amministrativo, riducendone il numero ed estendendone l’entità territoriale per sette delle vecchie circoscrizioni che, come si ricorderà, furono ridotte a tre, lasciando inalterate nella consistenza territoriale solo due delle precedenti nove. Ossia quelle delle ex frazioni di Palese e Santo Spirito, da una parte, e di Carbonara-Ceglie-Loseto dall’altra. Per queste ultime, infatti, è stato ridotto solo il numero di componenti del consiglio, che per la prima sono passati da 14 a 10 membri e per la seconda da 14 a 12 esponenti. Tuttavia il nuovo Regolamento prevede una serie di innovazioni sul piano dei poteri e funzioni assegnate alle cinque nuove circoscrizioni che, in analogia al nome di municipalità attribuito alle entità comunali previste per le Città metropolitane, hanno assunto il nome di “Municipi”. Definizione, questa, che è la stessa prevista per i “Municipi” delle Città metropolitane, ma che, in realtà, non ha nulla a che vedere con tali entità, perché le municipalità delle future Città metropolitane sono quelle rappresentate dagli odierni Comuni dell’area metropolitana. In altri termini, i “Municipi” di decentramento amministrativo recentemente istituiti dal Comune di Bari sono e restano degli organi senza personalità giuridica ed interni all’amministrazione stessa, da cui continueranno a dipendere sia funzionalmente che finanziariamente. Insomma, la “macchina amministrativa” comunale barese anche in futuro continuerà in sintesi ad essere un apparato gestionale prevalentemente centralizzato, con alcune eccezioni in settori come cultura, lavori pubblici e traffico. Servizi che potranno essere gestiti limitatamente alle competenze ed alle somme assegnate alla gestione dei nuovi “Municipi”. In definitiva, un cambiamento delle vecchie circoscrizioni propagandato come radicale dall’amministrazione Emiliano, che in realtà è una vera e propria forma gattopardesca di riforma del vecchio ‘elefantismo’ amministrativo….appuntamento a lunedì prossimo al primo piano di via Calefati n. 96 per saperne di più.

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 7 Novembre 2014

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