Class action di Fratelli d’Italia sull’aliquota Iva maggiorata sul gas
L’Iva al 21% sulle bollette dell’Amgas è un sopruso. Ne sono convinti gli esponenti del partito “Fratelli d’Italia”, che hanno promosso una “class action” allo scopo di intentare un’azione giudiziaria e richiedere in tal modo la restituzione degli importi pagati in eccesso sulle bollette dell’azienda comunale del gas. In pratica, secondo il decreto legge 26 del 2007, ogni cittadino dovrebbe versare una doppia aliquota per l’Iva sul consumo del gas metano per usi civili. La legge prevede che l’aliquota iva sia del 10% se il consumo si attesta sui 480mc e del 21% se supera la suddetta soglia. “L’Amgas, invece, sta applicando l’aliquota del 21% indifferentemente dal consumo, con un conseguente differenziale dell’11%” ha spiegato il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Marcello Gemmato. Si tratta, dunque, di una tassa su una tassa, in termini giuridici un “anatocismo tributario”. La situazione si aggrava ancora di più se si pensa che l’Amgas applica l’aliquota del 21% anche per consumi effettuati in periodi precedenti al 17 settembre 2011, ovvero prima dell’entrata in vigore della legge, quando l’aliquota Iva si attestava al 20%. Alla luce di questa situazione, che ovviamente finisce per gravare sulle spalle dei già vessati cittadini, il partito d’opposizione intende innanzitutto verificare l’esatta applicazione dell’aliquota iva sulle bollette dei cittadini pugliesi, per poi procedere con un’azione legale, allo scopo di chiedere la restituzione degli importi pagati in eccesso. “Un’azione di classe collettiva è possibile così com’è previsto dall’articolo 140-bis del Codice del Consumo – ha sostenuto l’avvocato Cristiano Stefanì – Si tratta di un procedimento giudiziale che ha per oggetto l’accertamento della responsabilità dell’azienda e la condanna al risarcimento dell’eventuale danno in favore dei consumatori, i cui diritti contrattuali sono in tal modo tutelati”. Dunque, ogni cittadino potrà procedere con un’azione giudiziaria, mediante la quale richiedere al giudice di competenza un risarcimento. Un’azione collettiva che potrebbe coinvolgere una grande massa di contribuenti e che partirà con la sottoscrizione di schede preparate appositamente dal partito dei “Fratelli d’Italia”. Un aspetto senza dubbio rilevante è quello legato al decreto legge 412 del ’93 che stabilisce dei precisi limiti ai periodi dell’anno in cui è possibile tenere accese le caldaie e al numero di ore in cui i termosifoni possono restare in funzione. Per quanto riguarda il Sud Italia, la normativa prevede la possibilità di attivare i caloriferi dall’1 dicembre al 31 marzo, per non più di dieci ore al giorno. “Dunque – ha poi spiegato Lucio Marengo, ex parlamentare di Alleanza Nazionale – per otto mesi, ovvero da aprile a novembre, l’aliquota iva dovrebbe essere pari al 10% e non di certo al 21%. Alla luce di questa incresciosa situazione, è necessario portare avanti una battaglia congiunta, senza distinzione di colori politici. Non è il momento di dividersi sulla base di ideologie politiche, ma è il momento di difendere quel poco che ancora ci resta”. “Il nostro obiettivo – ha poi proseguito il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, Filippo Melchiorre – è quello di promuovere iniziative vicine ai cittadini. Al contrario degli altri partiti politici, che parlano il politichese, noi vogliamo comunicare con un linguaggio molto più semplice, cercando di riportare la politica tra le persone. In virtù di questo, partiremo da Bari con la nostra class action, ma intendiamo coinvolgere l’intera Puglia. Non si tratta solo di una battaglia giudiziaria, ma anche politico-sociale”. A questo tipo di azione giudiziaria, quindi, potranno partecipare tutti coloro che si sentono defraudati dalle aziende che erogano il gas metano per usi civili e che ricevono o che hanno ricevuto bollette con importi superiori rispetto a quelli previsti, dovuti all’applicazione di tasse inique.
Nicole Cascione
Pubblicato il 5 Aprile 2013