Cronaca

Clonar Colonne, clonar Leoni…

I vandali continuano a colpire. Nel momento in cui scriviamo, non bastassero i recentissimi segnacci sul leone che orna la Colonna della Giustizia nel borgo antico, chissà quanti altri segni d’inciviltà si sono aggiunti al migliaio e forse più di metri quadri di muro oltraggiati a colpi di spray che la città lamenta. Un malcostume che non si può perdonare, dilagante come un morbo, che solo una volta su mille resta punito. Non ce l’abbiamo qui con i graffitisti i quali, quando prendono di mira un angolo di città in abbandono, tutto sommato arrecano poco danno. Ce l’abbiamo piuttosto con i poetastri e gli eterni scontenti, questa massa di balordi impuniti e invincibili, corresponsabili del degrado urbano dei grandi centri.  Contro i balordi non c’è partita, la spuntano sempre loro (almeno fino a quando il clima sociale resta all’insegna del decadimento). La mamma degli scemi, già storicamente prolifica, in questi ultimi tempi si è fatta più fertile. Dove trovare i soldi per assoldare un esercito di tutori dell’ordine? Mancano perfino per avvolgere di cancellate i nostri tesori (e le videocamere di sorveglianza svolgono un’azione dissuasiva non più che modesta, a parte lo scarso vantaggio di immagini di qualità quasi sempre cattiva). E poi, sarebbe bella la colonna della Giustizia guardata a vista da minacciosi vigilanti o chiusa da una barriera di filo spinato? Stessa cosa per il monumento a Piccinni, il perimetro della Basilica, la Muraglia…. Tornando alla gloriosa gogna cittadina, ripulirla si sta rivelando difficile. Alla lunga si troverà come porvi rimedio. Ma dopo?… Quei segni scuri impressi intorno agli occhi e alla bocca del leone sono figli di un malcostume ancora più antico, quello di usare la stessa scultura come sedile per consumare un panzerotto, farsi ritrarre, stare al telefono o più semplicemente oziare. Stando così le cose, c’è poco da essere ottimisti per il futuro. Suggeriamo una soluzione : rimuovere tutto, mettere il monumento in sicurezza da qualche parte (il cortile del Castello?) e sostituirlo in piazza Mercantile con una fedele riproduzione in pietra locale. Si potrebbe fare anche di più : far scolpire colonna e leone così come si presentavano verso la metà del Cinquecento, quando vennero collocate per volontà del viceré spagnolo Pietro di Toledo. Cerchiamo di riderci su : vogliamo ripristinare la pena della berlina a Bari? E allora che lazzaroni e monellacci (novero nel quale facciamo rientrare volentieri i balordi della bomboletta) vengano legati al leone o alla colonna scelgano loro allo scopo di patire non crudeli colpi di staffile bensì tante – ma tante davvero – sculacciate su glutei pubblicamente nudi ad opera di carnefici dalle mani larghe come badili.

 

Italo Interesse

 


Pubblicato il 12 Febbraio 2015

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