Cultura e Spettacoli

Clown a me? Mano alle armi!

Nato a Lucera nel 1857 (sarebbe morto a Roma nel 1950), Gaetano Pitta è stato uno scrittore e un giornalista di tendenza libertaria e socialista ; la città natale gli ha dedicato una piazza. A Pitta si deve la fondazione sul finire dell’Ottocento di un coraggioso quotidiano a respiro locale, Il Foglietto. Come tutti i quotidiani non asserviti al potere, il giornale di Pitta non perdeva occasione di tirare l’orecchio ai potenti, che la facessero sporca o si rendessero solo rei di ‘marachelle’. A quest’ultimo proposito emblematico è rimasto il ‘caso Bozzini’. In ‘Voci del pubblico’, una rubrica riservata a chiunque volesse denunciare cose di interesse collettivo, nell’ottobre del 1905 apparve una lagnanza a firma di tale P. Ink nella quale si dava del “clown” a un “qualche elegantone lucerino” che si compiaceva di cavalcare “sulle zone laterali ai marciapiedi del Belvedere” (la breve altura su cui si estende la villa comunale – n.d.r.) calpestando così “i teneri arboscelli ancora nascenti”. Il cavallerizzo clown era Umberto Bozzini, avvocato, scrittore e poeta appartenente a una famiglia della ricca borghesia terriera e professionale della città. Offeso nel riconoscersi in quel ‘clown’, Bozzini chiese ragioni a Pitta : Chi era quell’impudente, fuori il nome! Gliel’ avrebbe fatta vedere lui a P. Ink. Il direttore dichiarò di non essere l’autore dell’articolo. Non potendo per motivi di correttezza rivelare il nome dell’autore di quella lagnanza, se ne assumeva la responsabilità. L’avvocato allora mandò i propri padrini da Pitta : sarebbe stato duello alla sciabola, il tre novembre, nell’ora e nel luogo poi concordato fra le parti. Quando lo scontro sembrava inevitabile, ecco il colpo di scena : Tullio Colucci, uno studente ventenne, scriveva al Foglietto affermando d’essere l’estensore della lagnanza. Era lui P. Ink. A questo punto i padrini di Bozzini e Pitta si davano sollecito convegno per dichiarare chiusa la “materia di vertenza”. Ma fra Colucci e Bozzini come andò a finire? Stranamente l’ampio studio che della faccenda fa Giuseppe Trincucci sulle colonne di Adesso/Sud.it tace in proposito. L’avvocato dirottò i suoi padrini su Colucci? E’ da escludere. Il dignitoso gesto del giovane e la sua giovane età dovettero dissuadere Bozzini dal rimettere in moto la crudele macchina del duello. E forse a placare definitivamente le acque fu lo stesso Pitta, verso cui il suo mancato nemico doveva aver maturato una certa stima. Se Pitta intercedette presso l’avvocato, è possibile che i tre si siano incontrati in un caffè dove, dopo un lungo e polemico chiarimento, tutto svaporò in un tintinnare di bicchieri. Pace fatta, insomma. Magari con la solenne promessa da parte di Bozzini di non fare più il ‘clown cavallerizzo’. – Nell’immagine, un fotogramma del celebre duello fra i deputati Verzillo e Montagna (gennaio 1897).

 

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 27 Settembre 2017

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