Cultura e Spettacoli

Cnisso fu morsicato dalla murena, ma…

Nei bassi fondali del nostro Adriatico non è infrequente incontrare la Murena Helena, una imponente creatura anguilliforme la cui lunghezza oscilla fra gli 80 e 150 centimetri.  Questo pesce dalla livrea inconfondibile per le macchie giallastre che spiccano sul mantello bruno rappresenta un’attrazione irresistibile per i fotografi subacquei. Molti siti, però, mettono in guardia quest’ultimi : La murena è obiettivamente insidiosa, se vuole, morde di brutto… E non perché crudele per natura. La leggenda della sua crudeltà è nata ai tempi della Roma imperiale, quando si diceva che i personaggi indesiderati venissero immersi vivi nelle vasche in cui si allevavano le murene, perché queste facessero strazio della carne di quei disgraziati (i Romani, i quali stando a quanto Columella scriveva nel primo secolo avevano introdotto le murene nel Mediterraneo, le allevavano in vasche dette ‘murenarie’ collocate a poche metri dal mare, al quale erano collegate da un canale). E’ vero, la murena può attaccare anche senza essere provocata, ma solo a causa del forte istinto territoriale. E siccome è un pesce che ha bisogno di anfratti dove nascondersi, quando non ne trova ripiega sui relitti, persino sui rifiuti, come un bidone di metallo, un pneumatico, la carcassa di un elettrodomestico (cosa non si trova sui fondali marini). Di contro, esistono sub talmente audaci da offrire cibo a questi animali e persino di carezzarli. Per fortuna il morso della murena non è velenoso come molti credono. La murena non possiede ghiandole velenifere (solo la sua saliva contiene una blanda tossina) : la pericolosità del suo morso sta semmai nella capacità letale dei denti, aguzzi e ricurvi. Anticamente, invece, nessuno dubitava della velenosità della murena. A tale proposito Claudio Eliano, uno studioso romano del III secolo, nel suo ‘Sulla natura degli animali’ raccoglie una curiosa leggenda secondo la quale vipere e murene si accoppierebbero. Il rituale prevede che il maschio della vipera, avvicinatosi alla riva, prima vomita il veleno, quindi con un delicato sibilo, invita la femmina della murena, la quale esce dall’acqua e si concede. Terminati i giochi amorosi, la murena torna nelle profondità marine e la vipera ai suoi cumuli di sassi. Ancora Eliano narra di un tale Cnisso, sacerdote di Serapide, che fu avvelenato dalla moglie la quale gli aveva fatto mangiare uova di serpente. Con le ultime forze Cnisso si rivolse al suo Dio, che gli disse di farsi mordere da una murena. Il devoto si recò in un murenario e immerse la mano nella vasca. Quando gli addetti intervennero a staccare la murena dalla martoriata mano, Cnisso era guarito. Ciò significa, conclude Eliano che il morso dell’animale, non potendo inoculare veleno in un corpo già avvelenato, aveva assorbito il male di Cnisso.

Italo Interesse


Pubblicato il 30 Giugno 2018

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