Cronaca

Co.Re.Com.: “Stop alle competenze e quindi, per favore, riparliamone con calma…”

Non c’è pace sulle nomine in seno al Comitato Regionale della Comunicazione, alla Regione. La scelta, non scritta ma annunciata dal presidente Loizzo al termine dell’ultima seduta del Consiglio regionale, di rinviare a Settembre ogni decisione in ordine al rinnovo dei vertici del Co.re.com., organismo regionale di vigilanza e controllo sul sistema delle comunicazioni, lascia il tempo per riflettere, annota il consigliere regionale Mino Borraccino, che è anche presidente della II Commissione (Affari Generali e Personale). Dunque, i componenti del Co.re.com. sono scaduti da tempo e continuano a svolgere la loro attività in regime di “prorogatio”, per cui sarebbe indispensabile almeno ripristinare l’ordinarietà nell’ambito della gestione dell’ organismo. E per Borraccino è importante che questo avvenga nel rispetto di quanto previsto dalla legge che affida al Consiglio Regionale il compito di procedere, con votazione a scrutinio segreto, all’elezione dei vertici del Corecom. <<La battaglia che sto conducendo affinché non si deroghi a questo principio, procedendo invece con nomine operate direttamente dal Presidente del Consiglio (come pure la prassi consentirebbe nel caso il punto sia iscritto per due volte senza che si sua proceduto con le nomine), lungi dall’essere animata da sentimenti partigiani, è finalizzata a tutelare la dignità del Consiglio Regionale e di tutti i colleghi consiglieri che non possono essere esautorati di una loro prerogativa. Sarebbe grave se su questo si procedesse, a settembre, con una forzatura. E sarebbe ancora più intollerabile se, in spregio a quanto deciso dalla II Commissione consiliare che ha espresso parere favorevole su 9 delle 25 istanze presentate, si procedesse a nominare qualche componente che non abbia i requisiti richiesti>>, spiega Borraccino. In effetti l’art. 3 comma 5 della L.R. 3/2000 prevede che “i componenti del comitato restano in carica cinque anni per un solo mandato, unico e non rinnovabile”. Norma confermata nella modifica legislativa del 2012 che riduceva a tre, rispetto ai 5 iniziali, i componenti.

Non esistono i presupposti giuridici, pertanto, perchè chi ha già svolto un ruolo nei CoReCom precedenti venga rinominato nel medesimo Ente perché tale designazione si porrebbe in evidente contrasto con la legge regionale. Nè potrebbe essere sufficiente ad aggirare la disciplina vigente in materia il parere reso da un dirigente regionale che, con una interpretazione forzata del dettato legislativo, è arrivato a sostenere ció che, sia la legge istitutiva del 2000 e che quella di modifica del 2012, vietano, ovvero l’impossibilità di nominare un componente che già sia stato designato nel medesimo organismo. <<In realtà, come dicevano i latini, “in claris non fit interpretatio”: la norma è talmente tanto chiara nell’escludere la rinnovabilità dell’incarico che davvero non occorre alcuna interpretazione ma è sufficiente la piana lettura della legge. A tutto questo aggiungasi –continua Borraccino – anche che purtroppo secondo lo schema di Decreto del Presidente della Repubblica, recante i regolamento concernente i “criteri di riparto tra i soggetti beneficiari e le procedure di erogazione delle risorse del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione in favore delle emittenti televisive e radiofoniche” approvato dal Consiglio dei ministri il 24 marzo 2017 e sottoposto al parere obbligatorio delle Commissioni parlamentari competenti le funzioni dei CoReCom sono state limitate, depotenziando quindi il livello regionale. Il senato ha già espresso parere favorevole (con osservazioni) il 1 agosto e la Camera analogamente ha espresso parere favorevole venerdì 28 luglio. Ora i Co.re.com. ha competenze radicalmente ridotte, venendo trasferite allo Stato quelle relative al l’attribuzione dei contributi pubblici alle emittenti locali, e dinnanzi a questo vero e proprio scippo (che rischia di mettere a repentaglio molti posti di lavoro tra i giornalisti che operano in tali emittenti, dal momento che queste vedranno ridursi sensibilmente le risorse) lo stesso Presidente in carica in prorogatio, Felice Blasi, nella sua qualità di coordinatore dei Co.re.com. di tutta Italia, non risulta che abbia messo in campo un’ efficace azione per opporsi con decisione a tale scelta politica. Conclusione? <<Credo sia necessario, alla ripresa dei lavori consiliari, che sia il Consiglio, nella sua totalità ad interrogarsi su quali siano le scelte migliori da compiere per ripristinare gli organi di vertice del Co.re.com., anche alla luce della riforma nazionale. Ogni altra soluzione sarebbe una inaccettabile forzatura che andrebbe a prevaricare le competenze del Consiglio, offendendone la dignità istituzionale>>. E quindi, state calmi se potete nella solita gara a spartire prebende, cadreghe e tanto altro nella regione emiliana. Pardon, pugliese….

 

Antonio De Luigi


Pubblicato il 4 Agosto 2017

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio