Cocchieri killer, il borgo murattiano nell’Ottocento
Quale aspetto presentava la Bari Nuova del secondo Ottocento? Per via delle costruzioni che non superavano i tre piani, le strade dovevano apparire ben più larghe di oggi. Ad esaltare questo senso di spazio concorrevano il ridotto numero di pedoni (nel 1871 il capoluogo superava appena i sessantamila abitanti) e l’ancora più ridotto numero di veicoli : carrozze, carri e omnibus. A parte i suoni prodotti da ambulanti e artigiani e dalle ruote dei veicoli che, cerchiate in ferro, battevano sulle chianche, si può immaginare una città nuova piuttosto silente, a differenza di quella vecchia, resa chiassosa dalla superiore concentrazione di abitanti e dall’asfissiante promiscuità. La Bari Nuova, poi, si presentava anche più pulita della sua ‘progenitrice’, giacché l’ampiezza delle sedi stradali facilitava l’opera degli spazzini nel rimuovere deiezioni animali e immondizia in genere. Questo insieme di pregi, tuttavia, non deve far pensare ad una Bari murattiana esente da problemi. Tornando ai veicoli circolanti, i più veloci di questi mezzi erano le carrozze. La velocità media di un calesse, di una berlina o di un landau andava dai 7 ai 12 chilometri orari a seconda che il tiro fosse a uno o a due. Tali velocità potevano salire anche a quindici se il cocchiere lavorava di frusta e addirittura superare i venti se l’animale s’imbizzarriva. Sono numeri che fanno sorridere oggi, ma che, rapportati ai tempi, costituivano un bel problema. L’unico vero freno della carrozza era costituito dal suo stesso ‘motore’, l’animale. Se il cavallo era ben addestrato, gli bastava un comando vocale per passare dal trotto al ‘passo’. In caso di maggiore necessità, il comando vocale era accompagnato da una stretta al ‘morso’ : al che la bestia affiancava, puntandoli in avanti, gli zoccoli anteriori e l’attrito faceva il resto. In caso d’emergenza restava il palliativo del freno di stazionamento della vettura. In conclusione, quando era in arrivo una carrozza, chi attraversava la strada faceva bene a prestare molta più attenzione di quanta ne debba mettere il pedone di oggi (che talvolta si ‘diverte’, lontano dai passaggi zebrati, a sfidare gli automobilisti). Prudenza dettata anche dal fatto che i cocchieri non erano affatto galantuomini. Rozzi, prepotenti e spesso ‘bevuti’, di norma costoro pretendevano la precedenza dai pedoni. Non erano perciò rari i casi di investimenti, alcuni dei quali anche mortali. E nella latitanza di un Codice della Strada, non era raro che questi signori ne uscissero impuniti. In tal senso la situazione a Bari non doveva essere rosea nel 1871. “Non ancora si può vedere messo un freno ai conduttori di veicoli i quali scorrazzano liberamente e spesso a rompicollo senza curarsi punto dei pedoni”. Così esordiva il 5 ottobre di quell’anno una nota di cronaca di un periodico barese, ‘Il Cittadino’. – Nell’immagine, Little Italy, New York, 1900.
Italo Interesse
Pubblicato il 11 Gennaio 2017