Cronaca

Col Covid meno morti e incidenti, ma ora non servono i proclami

Inutile negarlo: la diffusione del Covid/19 ha prodotto ripercussioni sia sulla mobilità e sia sull’incidentalità stradale: la pandemia, con l’imposizione dei blocchi della circolazione, ha da un lato accelerato l’introduzione di veicoli di micro-mobilità, dall’altro registrare un decremento dell’incidentalità stradale e della mortalità mai visto prima. L’analisi dell’incidentalità 2020 ha tenuto conto sia delle restrizioni Covid/19, sia dei periodi di libera circolazione. La regione Puglia? Nel 2020 è stata teatro di 7.265 incidenti stradali con lesioni, con una media di 605 incidenti al mese, che hanno provocato 160 vittime (119 conducenti, 29 persone trasportate, 12 pedoni) e 11.408 feriti. Rispetto al 2019 si è registrato un calo dell’incidentalità (-24,9%), della mortalità (- 22,7%) e del numero dei feriti (-29,4%). Più della metà dei morti e degli incidenti stradali del 2020 sono stati registrati nei mesi di libera circolazione (gennaio, febbraio, luglio, agosto e settembre); rispetto allo stesso periodo del 2019 si è registrato un incremento del numero dei sinistri pari all’1,3% e una riduzione nel numero di morti pari all’8,7% e al numero di feriti pari all’1,6%. Nei mesi di restrizione Covid (marzo, aprile maggio, novembre e dicembre) l’incidentalità è calata del 53,4%, la mortalità del 36,4% e i feriti del 61,0%. Restando ai numero nudi e crudi, nel 2020 la maglia nera della mortalità è andata all’area metropolitana di Bari con 46 decessi, seguita da Foggia con 37 morti. Rispetto al 2019 s’è registrato un calo della mortalità del 22,0% per l’area metropolitana di Bari e del 17,8% per la provincia di Foggia. Per il piacere degli statistici, sono state le strade provinciali a registrare il 18,3% dei sinistri che hanno provocato il 35,6% dei morti e il 19,9% dei feriti. Rispetto al 2019 si è registrato un decremento degli incidenti pari al 23,1%, del numero dei morti pari al 38,0% e dei feriti pari al 34,7%. Le strade statali, invece, sono state teatro del 10,2% dei sinistri che hanno provocato il 31,3% dei morti e l’11,7% dei feriti. Rispetto al 2019 si è registrato un decremento degli incidenti pari al 28,0% e dei feriti pari al 34,7%, mentre la mortalità ha registrato un aumento del 2,0%. Tra le principali cause di incidente mortale sulle strade extraurbane il mancato rispetto dei limiti, ovvero l’eccesso di velocità, la distrazione alla guida e il mancato rispetto della distanza di sicurezza; nei centri abitati il mancato rispetto della precedenza, del segnale di stop o della segnaletica semaforica, assieme a distrazione ed eccesso di velocità. Dunque, “…ridurre il numero delle vittime, mettendo in sicurezza le strade pugliesi – ha dichiarato l’assessore pugliese ai trasporti Anita Maurodinoia – sono le priorità che la Regione s’è prefissata dotandosi di un Centro Regionale di Monitoraggio per la Sicurezza Stradale che si prefigge di raccogliere e analizzare le informazioni sull’incidentalità delle nostre strade”. E dal rapporto elaborato dall’Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio (Asset) voluta da Emiliano al posto dell’agenzia alla mobilità, si scopre che il calo della mortalità nel 2020 è stato determinato più dal lockdown che da comportamenti virtuosi degli automobilisti. L’ingegner Elio Sannicandro, direttore Asset, nonché pluriassessore nelle giunte di Emiliano/sindaco, vorrebbe andare oltre queste e ridurre del 50% il numero di incidenti e vittime stradali entro il 2030. E, non contento, entro il 2050, l’obiettivo prevede d’impedire del tutto la mortalità. Obiettivi importanti, anzi, molto ma molto impegnativi a cui l’Agenzia di Sannicandro contribuirebbe con iniziative in tandem col dipartimento ai Trasporti della Maurodinoia. Sempre allo scopo, si capisce, di migliorare qualità delle infrastrutture e del trasporto pubblico, ma anche promuovere campagne nelle scuole per sensibilizzare i giovani sui temi della sicurezza stradale e favorire l’adozione di comportamenti corretti alla guida di qualsiasi mezzo di trasporto. Programmi e assunzioni di impegni a lungo termine, come detto, e molto ma molto ambiziosi e bisogna dire anche difficili da mantenere. Specie se ai soliti piani e megaprogetti sulla mobilità sostenibile da tre quintali di mappe e scartafacci, non seguiranno lavori per rendere meno pericolose le nostre strade e migliori i trasporti pubblici su gomma e rotaia. Ma migliori veramente….

Antonio De Luigi


Pubblicato il 6 Agosto 2021

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