Colapesce si fece cariatide e salvò la Sicilia
Il Maxiprocesso alla mafia che si svolse nell’aula bunker di Palermo tra il 1984 e il 1987 fu anche una tragica passerella. Vi sfilarono rappresentanti dell’umanità talmente nauseanti, così non credibili da alimentare il sospetto d’essere in realtà, costoro, attori (e che bravi) alle prese con un copione inquietante, sotto una direzione energica. Tutto ciò non può non suggerire l’idea del teatro, specie se si guardano le cose con trentennale distacco e alla luce del florido ricrescere dell’erba cattiva. A questa idea si avvinghia Giovanni Guardiano, teatrante siciliano di grande generosità, per scagliare un personalissimo strale contro questa metastasi dell’umanità. ‘I cento pazzi’ è come una freccetta, in apparenza di quelle innocue freccette in uso tra bambini, di quelle con la ventosa che quando ti s’attaccano in fronte ti fanno apparire il più scemo della terra. E invece quella ventosa… Con un sorriso (e in ‘I cento pazzi’ si ride parecchio, non solo amaramente) Guardiano prova a migliorare costumi corrotti, senza però salire su un podio, senza enfasi o vuota retorica. La sua ironia non è caustica, a volte è tenera, in certi momenti gli si rivolge pure contro, eppure coglie nel segno. E sugli ‘intoccabili’ piove, indiretta, la luce più misera. Nello stesso momento scende sulla platea un imbarazzante interrogativo : Si può ancora qualcosa contro lo strapotere della malavita organizzata ? Guardiano, che si dirige ed è anche autore del testo, chiude il lavoro tirando in mezzo la leggenda di Colapesce, un pescatore del medioevo siciliano entrato nella leggenda per la capacità di scendere in apnea a profondità inconcepibili. Colapesce un giorno non riemerse più : Aveva scoperto che la Sicilia si reggeva su tre colonne e che una di queste era prossima a crollare. Colapesce si era immolato facendosi cariatide… Citando il Che, qui è il caso di allevare dieci, cento Colapesce. In ballo non è solo la salvezza della Sicilia. Un testo ben costruito sottende una messinscena altrettanto accurata. Guardiano (assai applaudito dalla platea del Piccolo) si affida con successo a una gestualità che richiama alla mente lo spirito dei pupi, ma senza che se ne percepisca la rigidità. – Prossimo appuntamento al D’Attoma, giovedì 12 aprile alle 21:00 con ‘5cm. d’aria’, un allestimento di CaNoRa in collaborazione col Piccolo Teatro di Milano e l’Università Statale di Milano. Con Lucia Marinsalta ; regia di Marco Rampoldi. ‘5 cm, d’aria’ racconta la storia di Cristina Mazzotti, la diciottenne che nel 1972 fu rapita a scopo d’estorsione. Rinchiusa dentro una cella infossata, Cristina venne uccisa dai suoi sequestratori il giorno in cui fu pagato il riscatto.
Italo Interesse
Pubblicato il 11 Aprile 2018