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Coldiretti: danni eccessivi da fauna selvatica al comparto agricolo pugliese

Una richiesta di prelievo in deroga per gli storni che stanno distruggendo intere produzioni di olive e ortaggi

Migliaia di storni stanno danneggiando nelle campane pugliesi intere produzioni di olive e di ortaggi, causando danni economici ingenti agli agricoltori. A lanciare l’allarme è ancora una volta la Coldiretti Puglia, che ha avanzato al Comitato faunistico venatorio della Puglia, richiesta di prelievo in deroga di detta specie faunistica, per mette almeno un freno parziale all’aggravarsi del fenomeno degli storni nella nostra regione. Secondo i dati di Coldiretti Puglia, in campagna gli storni mangiano fino a 20 grammi di olive al giorno ognuno nelle aree olivetate di Bari e Brindisi e sul Gargano nell’epicentro tra San Giovanni Rotondo e Manfredonia, dove il fenomeno delle nubi di questi volatili è divenuto quotidiano e pressante. E, oltre ai danni diretti, non vanno sottovalutati i danni indiretti che le migliaia di storni provocano al comparto produttivo agricolo pugliese. Gli storni, infatti, distruggono le piazzole adibite alla raccolta delle olive – ha rilevato Coldiretti Puglia – e gli olivicoltori sono costretti a contrastare una calamità senza averne gli strumenti, condannati, quasi, a riprogrammare la propria attività agraria, per scongiurare la distruzione della produzione. Tra l’altro, non è soltanto l’olivicoltura a risultare colpita, dato che il passaggio degli stormi di storni lascia sugli ortaggi quantitativi di escrementi tali da rendere impresentabile il prodotto sul mercato. Gli storni – fanno notare inoltre dall’Associazione più rappresentativa del mondo agricolo locale e nazionale – trovano ristoro notturno nelle aree protette, per riprendere le scorribande alimentari diurne ormai da mesi, dato che il caldo anomalo degli ultimi anni ha convertito in Puglia tale specie protetta da migratoria a stanziale. Secondo Coldiretti, particolarmente colpito dagli storni è il settore olivicolo nelle province di Bari e Brindisi, nella zona compresa tra Polignano a Mare, Castellana Grotte, Monopoli, Alberobello, Locorotondo, Fasano, Cisternino, Ostuni, Carovigno, San Vito dei Normanni, Mesagne e Brindisi e sul Gargano, con un danno produttivo che si attesterebbe tra il 30 ed oltre il 60% delle quantità presenti sulle singole piante. Un altro caso grave e noto – ha fatto presente sempre Coldiretti Puglia – è quello dei danni provocati dai cinghiali all’agricoltura nella nostra regione e che non deve far dimenticare – ha sottolineato ancora la Coldiretti – che esistono altre specie, quali le forme domestiche di specie selvatiche e le forme inselvatichite di specie domestiche che, in questo ambito, provocano anche notevoli danni provocati agli allevamenti od ai prodotti agricoli stoccati nei silos, quali sementi e cereali. Un altro problema rilevante è anche quello del controllo di alcune specie alloctone che – ha concluso Coldiretti – si sono diffuse in modo invasivo nella nostra regione, provocando gravi danni all’acquacoltura e all’agricoltura e di cui il cormorano e lo storno sono gli esempi più eclatanti. I rimedi a tal genere di calamità? Sono da trovare e non sono certo facili da adottare. Perciò le richieste avanzate, di volta in volta, da Coldiretti alla Regione Puglia ed al Comitato faunistico venatorio ad intervenire in deroga alle norme di tutela previste per le singole specie in questione.

 

 

Giuseppe Palella

 


Pubblicato il 22 Luglio 2023

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