Cultura e Spettacoli

Colletta in Rete, non sempre funziona

Ultimato il suo lavoro, una settimana fa il restauratore Cosimo Cilli ha consegnato a Don Francesco Fruscio, parroco della chiesa di Sant’Andrea a Barletta il ‘Cristo Morto’, una scultura lignea del Cinquecento. Il restauro è stato reso possibile dall’intervento economico dei parrocchiani. Ecco una formula che fa sperare e che al contempo fa temere. La sensibilità del comune cittadino supplisce alla lentezza burocratica o all’avarizia delle Istituzioni, le quali maliziosamente lodano e danno risalto a queste espressioni di generosità (e l’art bonus, la pur intelligente trovata di Franceschini che regala un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano, resta un mezzo di sopravvivenza). Casi come quello del Cristo Morto di Barletta non sono isolati. Se ne registrano anche a più alti livelli. Due anni fa Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery, dovette lanciare una raccolta pubblica di fondi per consentire allo storico museo londinese di acquisire definitivamente una tela di Orazio Gentileschi (‘Ritrovamento di Mosè’, vedi immagine) assegnata con la formula del prestito a lungo termine. Essendo l’opera valutata 19 ml di sterline, ma disponendo la National di circa, 17,4 ml tra fondi propri, contributi pubblici e soprattutto contributi di grandi sostenitori privati, fu necessario raccogliere i restanti 1,6 ml bussando al cuore dell’uomo della strada… Quattro anni fa a Milano si fece ricorso ad un’altra colletta online per salvare un maxi murale che rischiava di restare ‘oscurato’. L’opera, ‘Cucimilano’, di Marco Burresi (in arte Zed 1) occupava già da tempo una facciata di Madama Hotel. Quando i proprietari dell’immobile manifestarono la volontà di lucrare su quella facciata ospitando uno spazio-rèclame destinato a cancellare di fatto l’opera di Burresi, fu necessario rastrellare online esattamente quanto l’applicazione del pannello pubblicitario avrebbe fruttato… Ancora prima si fece ricorso al crowfunding per salvare dal degrado il Cimitero degli Allori di Firenze, che conserva importanti sculture dell’Ottocento. Allo stesso modo venne strappato ai tarli il presepe dipinto da Mario Carotenuto e ospitato nella Sala San Lazzaro del Duomo di Salerno. Non sempre però queste collette raggiungono il loro obiettivo. Nel 2016 in Gallura, la sub regione della Sardegna che si raccoglie intorno ad Olbia, si pensò di ricorrere al bonus art per salvare il patrimonio culturale di quella terra. Ma di tutti i Comuni interessati a inserire sul sito www.artbonus.gov.it un progetto di valorizzazione di un bene artistico di proprietà comunale solo Santa Teresa presentò un progetto di conservazione di libri storici conservati nell’Archivio della stessa città. Non si raccolse nemmeno un centesimo.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 2 Aprile 2021

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