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Colmata di Marisabella, lavori fermi aspettando la revisione del progetto

Il solito, maledetto imprevisto e i lavori per la colmata di Marisabella al porto di Bari sono daccapo sospesi, in attesa che si sciolgano i nodi delle solite contese giudiziarie ma soprattutto che il progetto sia adeguato alle recenti previsioni normative in tema ambientale. Progetto di completamento delle strutture portuali nell’area “Pizzoli-Marisabella” del Porto di Bari che, secondo le previsioni, doveva concludersi nel 2015, slitterà ancora una volta mentre per il momento si sono conclusi i lavori per rimozione e stoccaggio dei cassoni cellulari che ingombravano le aree demaniali, come confermano i tecnici dagli uffici portuali del capoluogo. Un’opera imponente, quella che a Bari si attende da oltre trent’anni tra una sospensione e l’altra, aggiudicata a un anno e mezzo ad un’associazione di imprese tra “Grandi Lavori Fincosit S.p.A.” (Capogruppo mandataria) con sede in Roma e “Nuova Co.Ed.Mar. S.r.l.” (mandante) con sede a Chioggia per 42 milioni e 258mila euro per lavori a corpo ed a misura, al netto del ribasso del 27,57%, e 100mila euro per oneri della sicurezza (non soggetti a ribasso). A questo punto bisogna ricordare che la colmata nell’area Pizzoli-Marisabella è un’opera prevista nel Piano Regolatore Portuale dal 1963 e i lavori per la sua realizzazione sono stati avviati nei primi anni novanta dal Ministero delle Infrastrutture; purtroppo poco dopo il loro avvio i lavori furono interrotti per il fallimento di una delle imprese appaltatrici ed il Ministero fu costretto a procedere con la rescissione del contratto di appalto e la chiusura del cantiere. Per completare l’opera restano ancora da realizzare circa 300mila metri quadrati di piazzali, il dragaggio dei fondali e soprattutto la costruzione di circa 1300 metri di banchine che consentiranno di dare piena operatività anche alle opere già realizzate. La colmata sará realizzata al 90 per cento, come emerge dalle carte progettuali, con la roccia proveniente dal dragaggio dei fondali e consisterà in una specie di isola, collegata in alcuni punti alla terraferma, per effetto della realizzazione di un canale a cielo aperto di separazione con il lungomare direttamente collegato al mare. Per poter finalmente terminare questa “incompiuta” e sanare gli effetti di un cantiere improvvisamente abbandonato senza aver ultimato, per esempio, le opere di raccordo a mare degli scarichi della fognatura pluviale cittadina, solo nel 2000 è stato riavviato l’iter procedurale per giungere al riappalto del completamento ed è iniziata la caccia ai finanziamenti nel frattempo cancellati. Alla fine del 2008, sempre a cura del Ministero delle Infrastrutture, è stata espletata la gara d’appalto e solo nell’ottobre del 2012, al termine di un travagliato iter giudiziario sviluppato tra le imprese partecipanti alla gara, si è finalmente giunti alla consegna dei lavori al Raggruppamento Temporaneo di Imprese di cui sopra, sotto la guida dell’Ufficio di Direzione dei lavori composto da tecnici dell’Autoritá Portuale di Bari. L’iter per all’attuale riappalto è stato molto travagliato ed ha scontato, secondo le nuove normative, le verifiche di compatibilità ambientale con il rilascio prima, da parte del Ministero dell’Ambiente, di un provvedimento che escludeva la necessità di eseguire la procedura di valutazione di impatto ambientale e poi da ultimo, da parte della Regione Puglia, delle autorizzazioni per l’esecuzione dei dragaggi e per l’utilizzo del materiale dragato per la costruzione della colmata non senza la verifica che l’opera non creasse danni o pregiudizi alla vicina prateria di Posidonia Oceanica presente a circa due miglia dall’imboccatura portuale. E adesso, ultimati i lavori di preparazione del cantiere, rimossi tutti quegli effetti dell’abbandono del cantiere del primo appalto, è stato necessario rimettere in galleggiamento e riposizionare in un’altra parte del porto tredici cassoni in cemento armato che erano stati costruiti per completare il profilo delle banchine ma non erano stati ancora utilizzati ed oggi non lo sono più per il loro stato di degrado. Tuttavia, prima di avviare i lavori di dragaggio, occorrerà peraltro attendere il completamento dei monitoraggi ambientali ante-opera prescritti da Provincia di Bari e Regione Puglia a buon punto, se non ultimati, ma sui tempi di ripartenza del cantiere dalle parti di Viale de Tullio non osa sbilanciarsi nessuno. Almeno per ora. 

 

Francesco De Martino

 


Pubblicato il 30 Luglio 2016

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