Cronaca

“Colpi di calore? Riducono la concentrazione e favoriscono gli infortuni sul lavoro”

Il professor Luigi Vimercati, medico e direttore dell’Unità di Medicina del Lavoro al Policlinico Universitario di Bari

“Colpi di calore? Riducono la concentrazione e favoriscono gli infortuni sul lavoro”: lo dice in questa intervista al nostro giornale il professor Luigi Vimercati, medico e soprattutto direttore al Policlinico Universitario di Bari della Unità di Medicina del Lavoro. Un esperto riconosciuto a livello nazionale.

Professor Vimercati: fa caldo e tanto. Che nesso esiste, se esiste, tra calore ed infortunio sul lavoro?

“Diretto certamente no. Ma i rischi sono diciamo per relazione, ovvero indiretti”.

Che cosa intende?

“Il calore eccessivo ha delle implicazioni su ogni nostra performance, penso all’ abbassamento della pressione arteriosa, a stati confusionali, alla mancanza di idratazione con perdita di sali minerali. Tutto questo ci rende spesso nervosi, ansiosi, irrequieti con poca lucidità nelle analisi e reazioni. Ecco, dunque, che uno stato di colpo di calore se non può essere descritto come causa diretta dell’infortunio, lo è indiretta in quanto debilita le difese e rende torpide le reazioni, non ci fa calcolare rischi e situazioni e fa cadere in errore”.

Che fare?

“Per chi svolge in terre calde, diverso è il discorso di nazioni dove fa fresco, attività che favoriscono il dispendio di energie sotto al sole e in pieno calore, sono necessarie alcune cautele. Penso a luoghi nello stesso ambiente lavorativo ombreggiati e ventilati se non è possibile la climatizzazione, docce per bagnarsi”.

E turni di lavoro notturni?

“Intanto diciamo che i lavori maggiormente esposti al rischio del colpo di calore sono sicuramente quelli all’ aperto come l’agricoltura, edilizia, trasporti, riparazione strade, ma anche dentro i capannoni se non bene arieggiati e climatizzati le condizioni non sempre assicurano salubrità. In quanto al lavoro notturno, è una pratica sperimentata con successo in alcune nazioni dove il caldo è strutturale, penso agli Emirati Arabi o Arabia Saudita. Loro lo fanno in parte per cura del lavoratore, ma soprattutto per non far calare la produttività aziendale e di impresa”.

E da noi?

“Da noi non esiste un periodo lunghissimo di caldo anomalo, anche se i cambiamenti climatici ci portano certamente verso picchi estremi. In ogni caso, se gli esperti valutano l’arrivo e la presenza di perturbazioni di caldo afoso che mette a rischio la salute del lavoratore, ecco che il lavoro notturno si può fare per lo stretto necessario”.

Legislazione anti caldo pugliese…

“Abbiamo compiuto dei passi avanti e mi fa piacere. Innegabilmente si può fare meglio, però la strada intrapresa è buona”.

Che fare per prevenire le morti da calore specie nelle campagne?

“È prima di ogni cosa un fatto culturale che riguarda la sicurezza sul lavoro e nel lavoro. Innegabilmente sono utili le ispezioni e le verifiche da parte degli organi competenti, però la strada a mio avviso è altra per evitare di piangere dopo”.

Cioè?

“Seguendo la via della legalità nell’ accesso al lavoro e considerando altre forme come il caporalato decisamente contro legge e da perseguire, è fondamentale un esame medico preventivo dell’addetto al lavoro. Intendo dire che un soggetto sano fisicamente, senza pregresse patologie, ha meno probabilità di rimanerci per colpo di calore rispetto ad un cardiopatico o diabetico. Ecco, uno screening simile avrebbe effetto preventivo non di poco conto”.

Colpo di calore come riconoscerlo ed evitarlo?

“Il colpo di calore deriva dalla elevata e continua esposizione a fonti di calore, non solo il sole. Per esempio possiamo avere una giornata nuvolosa, ma con temperatura elevata e questo favorisce ugualmente il colpo di calore. Lo stesso se siamo in un ambiente chiuso e non climatizzato senza finestre aperte come un capannone. Bisogna bere molto, almeno due litri di acqua al giorno, bagnarsi se possibile e se si avverte caldo, irrequietezza, senso di debolezza, fermarsi “.

Pronto soccorso?

“Solo in casi estremi che deve valutare il medico di base. Ma basta una normale e diligente prevenzione e questo è comune sia ai lavoratori che ai comuni cittadini, specie se anziani o deboli, in periodo estivo. Evitare ad esempio la esposizione al sole in orari proibitivi e compiere pochi sforzi fisici, inclusa la palestra o sport, nelle ore di canicola. E alimentazione adeguata, ricca in frutta e verdure”.

Bruno Volpe

 

 


Pubblicato il 2 Luglio 2025

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