Cultura e Spettacoli

Come al Nord si decise per il Sud

Giunta a metà, la rassegna ‘I solisti’ ha già messo tutti d’accordo : Ancora la qualità è di casa al Piccolo Teatro. Dopo l’apertura avvenuta a fine ottobre con ‘I nostri giorni’ (con Mariangela Moretti – regia di Francesco Carrassi), è stato Franco Ferrante  a lasciare il segno con ‘Muccia’ (testo e regia di Michele Bia). Solo contro tutti, il bravo attore modugnese disegna con vigore la solitudine, la dignità ostinata e assolutamente  nostrana di un personaggio a metà strada fra Candido e lo scemo del paese. Non inferiori consensi ha raccolto sette giorni dopo Raffaele Fusaro col suo ‘La Rosa Bianca’. Una performance densa, un testo durissimo che racconta con passione e leggerezza intelligente la rivolta ideologica di un pugno di giovanissimi nel periodo più buio del nazismo. E applausi convinti lo scorso fine settimana anche per ‘Il sogno degli artigiani’. Avevamo già apprezzato questo bel testo di Michele Santeramo (che rielabora un frammento di ‘Sogno di una notte di mezza estate’) in un precedente allestimento targato Teatro Minimo. Questa volta l’allestimento è stato ad opera di Vicoquartomazzini/Teatro Minimo e ancora per la regia di Michele Sinisi. Va riconosciuto ai giovanissimi interpreti (Michele Altamura, Nicola Borghesi, Riccardo Lanzarone e Gabriele Paolocà) una generosità fuori dal comune, grazie alla quale l’aspetto clownesco e da avanspettacolo dell’operazione ha trovato ragione di emergere. E adesso grande attesa per ‘Confessioni di un Settentrionale’, di e con Antonio Minelli che sarà in cartellone domani e dopodomani. In oggetto la lettura di stralci di prosa, epistolari, diari di quegli “uomini del nord che decisero la sorte dei popoli meridionali” ; l’insieme dei frammenti vuole essere un tentativo di ricostruzione del complesso fenomeno socio-economico-politico che portò all’Unità d’Italia visto da Torino invece che da Napoli, come suggerisce il sottotitolo (‘come al Nord si decise per il Sud). Un’operazione che si annuncia acuta per in fatto di andare in controtendenza. In giorni in cui, specie qui a Mezzogiorno, si registra un florilegio di opere letterarie finalizzate a rinnegare le affermazioni dei vincitori sabaudi, è certamente originale restituire la parola ai Cesare Abba, Cavour, Nievo e i tanti altri che per primi provarono a definire una storia dell’Unità d’Italia. Sarà l’occasione per riflettere su come, al di là di malizie ed equivoci da stereotipo, non sia obiettivamente facile decifrare fatti che a distanza di centocinquant’anni continuano a restare confusi e contraddittori.
italointeresse@alice.it


Pubblicato il 18 Novembre 2011

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