Come educare correttamente i nostri amici a quattro zampe
“Vivere con il cane è una delle più belle esperienze che la vita può riservarci, a patto di avere le giuste coordinate di incontro e di relazione”. È questa la filosofia alla base del lavoro di Roberto Marchesini, etologo, veterinario, considerato il padre della zooantropologia, la disciplina nata di recente che studia il rapporto uomo-animale. Il professor Marchesini, fondatore della SIUA, la Scuola di Interazione Uomo-Animale, ieri, mercoledì 4 settembre, ha tenuto un incontro-dibattito presso la sala Consiliare della Provincia di Bari, dal titolo, per l’appunto, “Vivere con il Cane”, con lo scopo di “trasmettere con un linguaggio semplice e comprensibile il punto di vista del cane e le sue parole, al fine di evitare quei pericolosi fraintendimenti che sono alla base di tutti i problemi”. Il cane, infatti, da oltre 40 mila anni, è fedele compagno dell’uomo: è un animale dotato di un profondo senso sociale, maggiore del nostro, pronto a collaborare con le persone in tutte le attività, che ci conosce molto più di quanto non ci conosciamo noi. “Noi uomini abbandoniamo i cani – sottolinea il professor Marchesini – ma i cani non abbandonerebbero mai un uomo.” Tuttavia la relazione tra l’uomo e il cane è vissuta dal primo in maniera completamente sbagliata, a causa della crescente impreparazione e incapacità di approccio delle persone comuni con gli animali. Questa relazione nell’ultimo decennio ha subìto un cambiamento di rotta: mentre prima si trattava di un rapporto affettivo vissuto in maniera privata, non esibito, ultimamente chi ha un cane vuole renderlo partecipe di ogni occasione pubblica. In questi ultimi anni la presenza degli animali nelle nostre case è aumentata in modo esponenziale. E così il cane viene portato ovunque, in spiaggia, nei ristoranti, in vacanza, dimenticandosi che prima di tutto è necessario che questa cittadinanza del cane vada costruita attraverso un percorso educativo appositamente studiato che tenga conto delle sue caratteristiche basilari di cane, altrimenti il cane soffre e potrebbe creare dei problemi con l’ambiente circostante. La capacità del cane di inserirsi nel contesto sociale, nelle interazioni e nei luoghi pubblici è diventato pertanto un requisito fondamentale per la buona convivenza. In tal senso l’avvocato Ambra Bucciero, responsabile provinciale ENPA-Bari da sempre schierata sul campo della tutela degli animali, durante l’incontro ha ricordato la campagna per gli esercenti “Io qui posso entrare”, promossa anche nella nostra città e finalizzata a far sì i cani possano entrare negli esercizi commerciali (negozi, locali, ristoranti, supermercati) insieme ai loro padroni. Di pari passo va la relazione tra noi e gli animali in una riflessione che è diventata sempre più argomento di dibattito scientifico e antropologico. Ciò che si registra è una crescente tendenza a considerare il cane come una moda o ad antropomorfizzarlo trattandolo quindi con superficialità e inadeguatezza, ma “l’animale non è un oggetto”, sottolinea il professor Marchesini, “è un soggetto complesso dotato di emozioni, un’entità deliberativa che pensa, giudica, ricorda, si pone degli obiettivi e li raggiunge.” Per promuovere la socialità del cane bisogna agire fin dai primi momenti della sua vita: è sbagliato e lesivo aspettare qualche mese per avviare un percorso di educazione perché dopo si farà molta più fatica ad impostare un indirizzo evolutivo. Il cane deve imparare a considerare gli individui del mondo esterno, che siano persone o altri cani, non come nemici da affrontare, ma come amici da incontrare. Il cane è per natura dotato di un senso sociale molto elevato, ma la relazione sociale richiede un’adeguata correlazione al contesto, ossia la capacità di saper interagire con gli altri e una buona dose di equilibrio, congiunta a una disponibilità a proporsi in diverse attività e a collaborare con il partner umano. Non si tratta di un problema di razze, ma di educazione: se “cani si nasce”, è anche vero che da un punto di vista comportamentale “cani si diventa”. Per questo l’affiancamento di un consulente educativo nei primi mesi dopo l’adozione è fondamentale per costruire il carattere del cane. In tal senso la SIUA, la Scuola di Interazione Uomo-Animale, organizza anche a Bari validi corsi per Operatori di Pet therapy ed Educatori Cinofili. “Professione Educatore Cinofilo”, questo il nome di quello che è un vero e proprio percorso di formazione superiore, partirà con il primo modulo didattico il 21-22 Settembre a Bari. “Al cane non manca la parola – afferma il professor Marchesini – siamo noi a non capirlo”.
Lorena Perchiazzi
Pubblicato il 6 Settembre 2013