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Come ha speso il Comune i soldi destinati al 5 per 1000?

I contributi del «5 per mille» destinati al Comune di Bari (frutto delle dichiarazioni dei redditi relative al 2014 e al 2015) continuano a restate avvolti nel mistero più fitto. E a creare infine un caso politico. Che finisce dritto sul tavolo del Prefetto di Bari per effetto della segnalazione, successiva a un’interrogazione del consigliere Michele Caradonna (Gruppo misto) che a questo punto, stufo di silenzi e rimpalli tra enti, intende sapere esattamente – con una rendicontazione degli specifici progetti in ambito dei servizi sociali – come i municipi hanno impiegato il denaro ricevuto. All’interrogazione di Caradonna, in ogni caso, ha risposto l’assessore comunale ai Servizi Sociali Francesca Bottalico che, attraverso una nota del dirigente di ripartizione, ha chiarito che: “in attuazione del regolamento sul decentramento amministrativo resta in capo ai municipi la più ampia autonomia gestionale e pertanto ogni richiesta sui contenuti delle attività svolte e sulle modalità di affidamento dei servizi non può che essere rivolta ai municipi. Anche perché non vi è alcuna relazione gerarchica tra ripartizione e municipi”. Ma non basta. La dirigente nella sua replica ha anche rivelato che per il 2015 “…per ben sei volte è stata sollecitata la rendicontazione contabile sull’utilizzo delle suddette risorse, ma risulta ancora essere inadempiente il quinto municipio”. L’Agenzia delle Entrate ha girato alle casse del Comune ben 38.593 euro nel 2015 (dichiarazioni dei redditi del 2013, anno d’imposta 2012) e 40.959 euro nel 2014 (dichiarazioni relative al 2012 sul 2011), frutto dalla scelta effettuata dai contribuenti baresi –  attraverso la devoluzione del 5 per mille – al momento di pagare le tasse al fisco. Questi importi sono stati suddivisi dal Comune e destinati ai cinque municipi con la finalità di finanziare, nel primo caso «attività relative alle famiglie con minori con disabilità» e nel secondo caso «progetti sociali a sostegno di interventi di contrasto alla povertà». Tutto chiaro? Michele Caradonna rilancia: “È inconcepibile che la ripartizione al Welfare non abbia contezza di quello che accade nei singoli municipi in relazione ai fondi relativi al 5 × 1000 – ha messo nero su bianco il consigliere nell’ultima interrogazione rivolta pure al sindaco – la cui origine è frutto della donazione spontanea fatta dai cittadini baresi. Inoltre in tal modo non sono messo nelle condizioni di poter espletare la mia funzione di consigliere comunale ai sensi del art 43 del TUEL”. Per Caradonna bisogna andare fino in fondo: “È importante sapere se per impiegare quei soldi sia stato fatto un avviso pubblico per dei progetti oppure se sono stati spesi direttamente o assegnati ad associazioni e con quali criteri”. E per questo ha chiesto di poter visionare le relazioni finali di progetti eventualmente conclusi, non senza informare il rappresentante del Governo, “affinché possa intervenire al fine di sanare questa grave situazione. Dalla nota della ripartizione si evincono la poca chiarezza e la confusione, tali da sconvolgere l’essenza del vero spirito relativo al decentramento. Mi chiedo, non avendo conoscenza di quel che accade nei singoli municipi, su che basi il Welfare effettua la programmazione delle singole attività?”

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 12 Gennaio 2017

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