Come proteggersi dalle infezioni in ospedale?
Il cinque maggio è la giornata dedicata dalla OMS all’igiene delle mani. Ne abbiamo parlato in questa intervista con la professoressa Danila De Vito, docente all’ Università di Bari, nota virologa.
Che relazione esiste tra infezioni ospedaliere e scarsa igiene delle mani?
“I secondi salvano la vita –igienizza le tue mani !” E’ questo lo slogan dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per La giornata Mondiale dell’Igiene delle mani che si celebra ogni anno il 5 maggio a partire dal 2005.
Il lavaggio delle mani è stato introdotto a partire dal XVIII da un medico ungherese per ridurre drasticamente la incidenza di alcune infezioni letali contratte in ambito ospedaliero , da allora sono cambiati i disinfettanti utilizzati ma risulta ampiamente confermato come una pratica semplice abbia dimostrato un forte impatto sulla prevenzione delle infezioni trasmissibili , soprattutto negli ambienti ospedalieri e di cura. L’igiene delle mani è quindi una procedura sanitaria indispensabile per limitare la diffusione dei microrganismi e ridurre l’incidenza delle infezioni correlate alle pratiche assistenziali ; ed è da considerare fra le principali procedure che devono essere messe in atto per evitare la trasmissione dei microrganismi nei confronti delle persone assistite, dell’ambiente che circonda le persone ed a protezione degli stessi operatori sanitari”.
Come proteggersi dalle infezioni in ospedale?
“I dati epidemiologici sono allarmanti e sottolineano come i pazienti che entrano in ospedale possano sviluppare una infezione correlata alla assistenza ( ICA) con percentuali che variano dal 10% al 25%, a seconda dello stato generale ed immunitario del paziente , della patologia che ha causato il ricovero e del reparto di ricovero e della resistenza agli antibiotici del microrganismo che causa l’infezione. Inoltre alcuni studi suggeriscono che esiste un’associazione diretta tra le infezioni e la mancanza di personale o il sovraffollamento, fattori a loro volta correlati a una scarsa aderenza all’igiene delle mani.
Per questi motivi l’Organizzazione Mondiale della Sanità (con il documento “WHO guidelines on hand hygiene in health care”) ed i Centers for Disease Control and Prevention statunitensi hanno elaborato delle linee guida che forniscono agli operatori sanitari indicazioni e raccomandazioni specifiche per migliorare le pratiche di igiene delle mani.”
Come vanno lavate le mani e con quali sostanze?
“La modalità più corretta di lavaggio delle mani con il sapone viene esemplificata con delle immagini esposte che evidenziano le varie fasi del lavaggio :dopo avere tolto anelli e bracciali , occorre dapprima bagnare le mani con acqua, poi applicare una quantità di sapone sufficiente a coprire la superficie del palmo delle mani , quindi si fa agire il detergente sul dorso di entrambe le mani strofinando il palmo di una mano sul dorso dell’altra e viceversa, poi si incrociano le dita per lavare gli spazi interdigitali e si conclude il lavaggio nella zona intorno al pollice e sui palmi di entrambe le mani .
Occorre distinguere però tra lavaggio sociale, lavaggio antisettico e lavaggio chirurgico. Il primo prevede l’utilizzo di un normale detergente liquido ed acqua di rubinetto e deve durare tra 40 e 60 secondi, in mancanza dell’acqua può essere effettuato con gel in soluzione alcolica. Il lavaggio sociale deve essere effettuato prima della consumazione dei pasti e dopo l’utilizzo dei servizi igienici e serve a rimuovere lo sporco e con questo sino al 90% della flora microbica transitoria che contamina le mani e che può causare patologie ,mentre non è in grado di eliminare la flora microbica residente che si viene a trovare negli strati più profondi dell’epidermide e raramente può causare infezioni. Può anche essere utilizzato dagli operatori sanitari nello svolgimento delle normali attività e deve essere eseguito anche dopo aver indossato i guanti.
Il lavaggio antisettico deve essere effettuato dagli operatori sanitari in ambienti particolarmente contaminati e prima di procedure mediche invasive su pazienti ad alto rischio di infezione, dura 90 secondi e prevede l’utilizzo di detergenti antimicrobici per la pelle contenenti il principio attivo clorexidina gluconato.
Il lavaggio chirurgico è effettuato prima delle procedure chirurgiche utilizzando detergenti antimicrobici su mani ed avambracci per almeno cinque minuti”.
Igiene delle mani: ce ne siamo accorti solo col covid?
“Negli ultimi anni ci troviamo ad affrontare un’importante sfida per la prevenzione e controllo del virus SARS-CoV-2: le prove effettuate indicano che il virus si trasmette principalmente attraverso le goccioline respiratorie e gli aerosol, ma si ipotizza che il contagio possa avvenire anche attraverso il contatto di mani contaminate con la mucosa della bocca, del naso o degli occhi, data la discreta resistenza del virus nell’ambiente. Di conseguenza, l’igiene delle mani è estremamente importante per prevenire la diffusione dell’infezione di questo virus e già dall’inizio della pandemia nel 2020 si è sottolineata la importanza di misure di prevenzione, tra le quali da non trascurare il lavaggio delle mani con acqua e sapone ed in mancanza con gel idroalcolici.”
Hub vaccinale di Bari nella Fiera del Levante: andava mantenuto?
“La chiusura del più grande hub vaccinale della Puglia, quello all’interno della Fiera del Levante di Bari, è stata annunciata dalla Regione Puglia nel report della settimana scorsa sull’andamento della campagna di vaccinazione anti-Covid. Questa decisione va condivisa ed è giustificata da una sostanziale riduzione di accessi negli ultimi tempi rispetto alle -2mila vaccinazioni giornaliere che l’hub ha garantito durante la campagna vaccinale organizzata dal generale Figliuolo.
Oltre i tre hub predisposti nel territorio della ASL di Bari le vaccinazioni saranno effettuate negli ambulatori vaccinali del Servizio di Igiene e Sanità Pubblica e negli ambulatori dei medici di famiglia , che potranno eseguirle anche a domicilio. Al momento è necessario completare il calendario vaccinale con la dose booster nei soggetti particolarmente fragili ed a rischio di patologia più grave, invece è da considerarsi inutile l’utilizzo del booster nella popolazione immunocompetente e vaccinata con tre dosi , che rappresenta peraltro la gran parte degli attuali soggetti infettati dalle varianti Omicron, in questi soggetti la malattia si manifesta per lo più senza sintomi clinici o con i sintomi del comune raffreddore. Non dimentichiamo che oggi accanto ai vaccini disponiamo di armi terapeutiche efficaci ed agevoli da utilizzare anche in pazienti domiciliari”.
Qual è la situazione Covid oggi in Puglia alla vigilia dell’estate? Possiamo stare tranquilli?
“La attuale situazione epidemiologica mette in evidenza una circolazione sostenuta delle varianti Omicron nella popolazione italiana con tassi di positività del 15%, mentre in Puglia i tassi di positività, mediamente sempre più alti di quelli italiani, si attestano oggi sul 18%, come espressione della endemizzazione virale. Possiamo però essere più tranquilli vista la netta diminuzione anche in Puglia dei tassi di occupazione delle aree mediche e soprattutto delle intensive a cui si accompagna una diminuzione del numero dei deceduti ,grazie alla scarsissima capacità delle varianti Omicron di moltiplicarsi a livello delle vie basse respiratorie .Siamo alla vigilia dell’estate, stagione che notoriamente non aiuta la diffusione nella popolazione di un virus respiratorio, il sistema sanitario deve però mantenere alta l’attenzione sulla possibile comparsa di nuove varianti che potrebbero causare un netto rialzo epidemico della curva dei contagi all’inizio della stagione autunnale”
Bruno Volpe.
Pubblicato il 5 Maggio 2022