Cultura e Spettacoli

Come un grosso sasso precipitato dal cielo

Nel sottosuolo della chiesa di San Michele Arcangelo, a Bari vecchia, sopravvivono i resti del monastero di San Benedetto. In origine quel fabbricato era sormontato da una torre. In cima ad essa, la notte dell’Ascensione, cioè il 5 aprile del 1002, una sentinella era di guardia (di lassù era possibile sorvegliare l’ingresso del porto). Ebbene, durante quel turno di vigilanza un meteorite si sarebbe inabissato nelle acque dell’antico porto di Bari. Il condizionale è doveroso giacché la fonte da cui qui si attinge, pur affidabile (Vito Melchiorre), questa volta, oltre che stringata, si presenta pure insolitamente vaga. Il noto studioso barese, che ha consacrato parte dell’esistenza allo studio puntiglioso della storia della nostra città frugando nei documenti conservati presso l’Archivio Storico cittadino, attinge da una “Cronaca Veneta di autore ignoto”, di cui stranamente non riporta il testo. Un testo nel quale il termine ‘meteorite’ – che è di recente acquisizione – non può trovare posto. Dunque, nell’adoperarlo, Melchiorre lo giustifica alla luce della descrizione che l’ignoto cronista fa dell’evento. Una descrizione da prendere con le pinze, poiché ricavata dal rapporto steso alla men peggio dall’ufficiale che raccolse le parole – approssimative – di un soldato presumibilmente analfabeta. Cosa avrà letto Melchiorre ? Forse in quella pagina si parla di ‘una striscia di fuoco che, accompagnata da un sibilo, scende dal cielo con la velocità di una freccia e che si spegne in acqua con lo stesso tonfo prodotto da una grossa ancora’… Quel frammento di corpo celeste dovrebbe ancora giacere sul fondo dello specchio d’acqua oggi chiuso fra la Rotonda e la punta del Molo Sant’Antonio. Così fosse, sarebbe l’unico meteorite precipitato in Puglia di cui si abbia notizia. Quanto poteva essere grande? Fosse stato delle dimensioni di quello caduto ad Alfianelllo nel bresciano nel 1883 e che con i suoi duecento chili resta il grande meteorite precipitato in Italia, a parlarne sarebbero stati cronisti pugliesi e affatto anonimi. In definitiva, niente più di un grosso sasso si inabissò da noi. A titolo di curiosità, il meteorite più grande in assoluto – 6 tonnellate! – fu scoperto nel 1920 a Hoba, in Namibia, dove giaceva ricoperto di terra da almeno 80mila anni (vedi immagine). Tornando alla (non) cronaca di cui in apertura, perché di questo episodio  si occupa un cronista veneto e non uno locale? E’ possibile che la notizia non abbia ‘attecchito’ qui. Ovvero, quel povero soldato non fu creduto, forse gli diedero dell’ubriaco, magari lo punirono per essersi addormentato e aver sognato o addirittura d’essersi inventato tutto. Ugualmente, fatto il giro di tutte le taverne e raccolta da qualche mercante, la voce viaggiò sino a Venezia, con cui Bari in quegli anni intratteneva stretti rapporti commerciali. E a Venezia un cronista avido dell’incredibile e del misterioso, perciò assiduo frequentatore di quei postacci, potrebbe averne fatto tesoro.

Italo Interesse

 

 


Pubblicato il 5 Settembre 2019

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