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Commercianti in rivolta a Santo Spirito per la durata esagerata dei lavori di restyling

Un intervento che doveva essere realizzato in 365 giorni forse non sarà completato neppure in tre anni. E i motivi non sono verosimilmente solo di natura tecnica, ma di bilancio

I titolari delle attività commerciali presenti sul lungomare Cristoforo Colombo di Santo Spirito sono in rivolta contro il Comune di Bari per via del cantiere, praticamente a tempo indeterminato, aperto a marzo del 2023 dalla precedente amministrazione Decaro, per i lavori di restyling del tratto di lungomare, lungo circa 500 metri, che costeggia la piccola ansa portuale della ex frazione a nord del capoluogo e che, secondo il cronoprogramma dell’Utc (Ufficio tecnico comunale), avrebbero dovuto concludersi al massimo entro un anno dall’avvio ed invece di anni ne sono trascorsi già due, senza ancora intravedere la fine dei lavori previsti. Infatti, per opere che in detto cantiere – secondo quanto previsto dal capitolato di gara – avrebbero dovuto essere tutte effettuate in un tempo massimo di 12 mesi, allo stato attuale non sono state ancora completate e ci si appresta ad entrare nel terzo anno dai primi transennamenti in zona, con tutti i disagi che ne conseguono per i cittadini e, soprattutto, per gli operatori commerciali che hanno i loro locali lungo quei 500 metri di lungomare, senza ancora poter sapere con esattezza quando l’impresa chiuderà definitivamente il cantiere avviato a marzo del 2023. Secondo quanto prospettato a suo tempo dall’ex Primo cittadino barese, Decaro, e dall’ex assessore ai LL.PP., Giuseppe Galasso, i lavori nel cantiere sul tratto di lungomare antistante il porto di Santo Spirito avrebbero dovuto procedere per step, con una sola interruzione nel periodo estivo, per evitare disagi e perdite di introito alle attività commerciali presenti in zona, oltre che ai tanti cittadini, turisti e vacanzieri che in estate, più di ogni altro periodo dell’anno, frequentano il lungomare di Santo Spirito e, in particolare, la zona del porto. Dove la movida – per altro – è di casa anche nei giorni festivi ed i fine settimana anche nelle altre tre stagioni dell’anno. Ma, in realtà, di quanto prospettato dalla precedente amministrazione Decaro sui tempi di realizzo dei lavori di restyling della zona in questione finora non è trovato praticamente alcunché, sia per i tempi che per le misure da adottare, per limitare al massimo i disagi agli utenti ed agli operatori economici di quel tratto di lungomare di Santo Spirito. Infatti, alla vigilia della terza stagione estiva che titolari di bar, pizzerie, ristoranti e pescatori che vendono il pescato sui banchi dislocati sotto la tensostruttura presente in zona porto a Santo Spirito, si sono organizzati in un apposito comitato di protesta, per chiedere al Comune di accelerare con i tempi di ultimazione di tale cantiere. Tempi che, paradossalmente, quando si tratta di opere pubbliche che il Comune di Bari realizza nel territorio del “V Municipio” di decentramento cittadino, vale a dire a Palese o Santo Spirito, quasi sempre (inspiegabilmente!) si allungano a dismisura rispetto a quelli programmati e previsti sul cartello di cantiere. I motivi? Non sono certo difficili da addurre. In questi casi quello a cui si ricorre quasi sempre è quello degli “imprevisti”. Motivo generico all’interno del quale – come è noto e si è soliti fare – la stazione appaltante dei lavori può “infilare” di tutto e di più! Però, il fatto strano per gli esigui e sporadici interventi che l’Amministrazione barese di tanto in tanto realizza nel territorio del “V Municipio” cittadino, come nel caso del progetto di restyling dell’area in questione, antistante il porto di Santo Spirito, è che i tempi di allungamento dei lavori comunali per “imprevisti” a Palese e Santo Spirito non sono quasi mai di qualche settimana o, al massimo, di qualche mese, bensì si raddoppiano o triplicano e, in qualche caso forsanche di più, rispetto alla durata programmata, come sta accadendo con la riqualificazione della zona porto a Santo Spirito. Infatti, da qualche tempo nel V Municipio barese ci sono cittadini che cominciano addirittura a dubitare che tutti gli esagerati ritari nel completamento di opere comunali non sia affatto casuali, né fisiologici per un’Amministrazione che “guarda caso – ha esclamato qualcuno – accadono quasi sempre per opere in via di realizzo nelle due ex frazioni periferiche a nord del capoluogo!” Ritardi – ovviamente – che di conseguenza comportano per il Comune di Bari un rallentamento anche nei pagamenti dei sal (stato di avanzamento lavori) e del saldo finale alle imprese realizzatrici. Meccanismo, questo, che potrebbe essere forse la vera causa per cui l’Amministrazione barese “sbaglia” (almeno a Palese e Santo Spirito!) quasi tutte le previsioni di durata dei lavori, per le poche opere pubbliche che di tanto in tanto non può fare a meno di realizzare nel V Municipio cittadino. Ma se così fosse realmente, allora le cause effettive dei paradossali ed esagerati ritardi nella realizzazione delle opere pubbliche del Comune barese andrebbero ricercate più che negli “imprevisti” degli Uffici tecnici comunali, in quelli di altra Ripartizione dell’Ente. Ovvero in quella responsabile del Bilancio comunale. Però, questo, sarebbe di certo tutto un altro discorso.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 5 Febbraio 2025

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