Cronaca

Compensi dei governatori: Emiliano non è da meno alle provocazioni di Renzi

Se il premier Matteo Renzi (Pd) per rispondere alle critiche di alcuni governatori regionali sulla ‘Legge di stabilità’ ricorre a delle battute, neppure il neo governatore pugliese, Michele Emiliano, dello stesso partito politico del Presidente del Consiglio è da meno nel replicare a tale provocazione. Infatti, il presidente della Regione Puglia, rispondendo ai cronisti che gli chiedevano di commentare le parole del premier che ha fatto presente che i governatori regionali guadagnano più di lui, ha replicato con una contro battuta che, seppur forse meno incisiva di quella di Renzi sul piano comunicativo, è però sicuramente più efficace a rendere l’idea di qual è il livello di scontro politico e polemico sulla prossima ‘Legge di stabilità’ tra il Premier e taluni Presidenti di Regione, tra i quali c’è Emiliano, che rivendicano più trasferimenti di risorse statali per capitoli di spesa, come la Sanità, nei rispettivi bilanci regionali. Ed in definitiva, quindi, più soldi alle Regioni per far fronte adeguatamente ai fabbisogni correnti di spesa sanitaria. Una polemica, come è noto, scoppiata a seguito del fatto che il governo Renzi ha stanziato nella prossima ‘Legge di stabilità’ complessivamente 111 miliardi di Euro da erogare alle Regioni per la Sanità, vale a dire un miliardo in più dello scorso anno, mentre il conto di previsione emerso nella Conferenza Stato-Regioni ammonterebbe ad un totale di 113 miliardi. Ossia due miliardi in più di quelli messi a disposizione dal Governo con la imminente ‘Legge di stabilità’. Infatti, il neo governatore pugliese, nel commentare la battuta ironica del Premier sulle indennità percepite dai governatori, ha poi aggiunto con tono non più da battute, ma serio: “Devo dire che questo passaggio dà il senso che forse non ci stiamo capendo (con Renzi evidentemente)”. “Perché – ha spiegato Emiliano – queste risposte danno il senso di una difficoltà di comunicazione che mi auguro oggi pomeriggio, vedendoci e guardandoci negli occhi, sia superata”. “Perché – ha aggiunto il governatore pugliese – le convocazioni di oggi (ieri per chi legge, ndr) pomeriggio spero non servano solo a dare il senso di un incontro formale, ma a condividere i problemi. Perché un po’ come capita a me con i sindaci delle città della Puglia, io so perfettamente quanto ho bisogno di loro per svolgere il mio compito. E sono certo che il Presidente del Consiglio sa che noi siamo indispensabili per il governo del Paese. Noi e tutti Consigli regionali”. “Quindi oggi pomeriggio – ha rilevato inoltre Emiliano – lavoreremo seriamente, ci chiariremo e sono certo ne usciremo uniti e più forti. E soprattutto senza fare battute improprie”. Quanto, poi, al tema specifico dello stipendio dei governatori, Emiliano ha ricordato: “Mi pare abbiano votato una legge, che ha votato il Pd e che io condivido, per far guadagnare i presidenti delle Regioni meno del presidente del Consiglio. Dovrebbe essere soddisfatto (Renzi)”. Ed il presidente della Puglia ha concluso: “Perché quando questa legge entrerà in vigore, i presidenti delle Regioni guadagneranno quanto i sindaci delle Città metropolitane. E nessuno di noi ha detto una parola”. Ma con tale affermazione conclusiva il neo governatore pugliese si è chiaramente, come è il caso di dire, dato la zappa sui piedi, in quanto implicitamente ammette che i governatori regionali finora percepiscono compensi addirittura superiori a quello del Capo del governo nazionale. E quindi che tutto sommato, prescindendo dall’ironica battuta del Premier, quest’ultimo ha sicuramente ragione quando sostiene che i governatori regionali “guadagnano” più di lui. E se così è realmente, tanto che lo stesso Emiliano ha pure fatto presente che “quando entrerà in vigore” la legge che allinea i compensi dei presidenti di Regione a quelli dei sindaci delle Città metropolitane, allora è forse il caso di chiedersi se Renzi non abbia altrettanto ragione anche quando afferma che i governatori, piuttosto che reclamare più soldi dallo Stato per il bilancio delle rispettive realtà regionali, bene farebbero non soltanto a non aumentare tasse e ticket sanitari, ma soprattutto a tagliare costi superflui e sperperi di denaro pubblico ancora (purtroppo!) presenti in diversi capitoli dei loro rispettivi bilanci regionali. Una piaga, questa, denunciata mezzi termini dal premier Renzi (con o senza ironiche battute), ma che è ormai una incontrovertibile verità, se si considera che negli ultimi 15 anni i conti in rosso dello Stato sono aumentati esponenzialmente proprio a causa dell’incontrollato aumento di spesa delle Regioni. E sicuramente, anche in questo, è ora di cambiare. Diversamente, sarebbe forse meglio per talune materie, come la Sanità, sottrarre la competenza alle Regioni per riaffidarla, come in passato, allo Stato. Se non altro ci risparmierebbero gli scambi di accuse ed i ping-pong polemici a cui stiamo assistendo proprio in questi giorni tra Governo centrale e rappresentanti regionali. 


Pubblicato il 5 Novembre 2015

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio