Cronaca

Complicato per gli ex dipendenti Ccr recuperare i vecchi crediti

Torna a riscaldarsi la vertenza degli ex dipendenti delle Case di Cura Riunite, specie dopo le difficoltà emerse per appigliarsi alla procedura fallimentare in corso su quel che resta delle vecchie cliniche baresi. Infatti si sono resi necessari chiarimenti sulla necessità, o meno, che tutti gli ex lavoratori delle C.C.R. debbano presentare un’apposita istanza di ammissione al passivo della nuova procedura fallimentare, con riguardo ai crediti di lavoro da essi vantati per stipendi non corrisposti nel periodo novembre e dicembre 1994 e gennaio 1995. Anteriormente, cioè, all’assoggettamento della società alla procedura di Amministrazione Straordinaria. Si tratta -in sostanza-di quei crediti per i quali vi è già stata l’ammissione al passivo di aprile 2000, come formato dalla precedente gestione commissariale dell’ex impero gestito da Francesco Cavallari nel campo della sanità privata a Bari durante i primi Anni Ottanta. Nicola Brescia, Segretario Regionale dell’Unione Sindacati Impiegati Pubblico e Privato (Usppi) e l’Avv. Fabio Candalice, entrambi “sul campo di battaglia” con i lavoratori ex Ccr, hanno fatto conoscere alcuni chiarimenti forniti loro dalla Curatela del fallimento C.C.R., al fine di evitare qualsiasi forma di speculazione a danno dei lavoratori. In questi giorni, ad opera di “comitati” più o meno spontanei si sta procedendo, con apposita modulistica, alla raccolta di dati, documenti, oltre che a firme su specifici mandati, al fine di presentare nuove istanze di ammissione al passivo fallimentare, dietro pagamento di 30 euro per contributo spese (così è stato riferito da alcuni lavoratori). Ebbene, bisogna sapere che i titolari di crediti concorsuali già ammessi al passivo non debbono presentare una nuova domanda di credito in quanto rimangono ferme risultanze dello stato passivo formato nella precedente fase di amministrazione straordinaria ai sensi dell’art. 209 l. fall. Ne consegue che le insinuazioni che gli ex dipendenti di CCR dovessero eventualmente ripresentare saranno respinte dal Curatore per duplicazione della domanda e per intervenuta prescrizione degli eventuali, ulteriori crediti azionati. Non solo: i titolari di crediti prededucibili, sorti nel corso della precedente fase di amministrazione straordinaria e risultanti da sentenza passata in giudicato, non debbono presentare una nuova istanza di insinuazione al passivo. Per converso, invece, i titolari di crediti sorti sempre nel corso della precedente fase di amministrazione straordinaria e non risultanti da sentenza passata in giudicato, debbono presentare istanza di insinuazione al passivo nei modi e nei termini di legge. Dunque, gli stipendi non corrisposti nel periodo novembre e dicembre 1994 e gennaio 1995, anteriormente all’assoggettamento della società alla procedura di Amministrazione Straordinaria, costituiscono “crediti concorsuali” già ammessi al passivo e, quindi, per essi non è necessario presentare nuove istanze, le quali, diversamente, verrebbero respinte. Infine, bisogna dare notizia che, allo stato, salvo che la Curatela del fallimento C.C.R. non riesca a recuperare le ingenti somme di cui è creditrice verso la Regione Puglia, vi sono scarse probabilità che questi crediti di lavoro sorti antecedentemente all’apertura della procedura di amministrazione straordinaria, possano trovare soddisfazione.

 

Francesco De Martino


Pubblicato il 9 Marzo 2013

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