Cultura e Spettacoli

Complotti e menzogne, il gran passeggio

Lo scorso anno Dominique Strauss-Kahn, Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale, venne accusato di tentata violenza sessuale ai danni di una cameriera di un hotel di New York. In realtà si trattava di un ben orchestrato complotto volto a impedire a Strauss-Khan di presentarsi alle prossime presidenziali contro Sarkozy. La Procura di New York lo tenne in cella per una settimana per poi, dopo un mese e mezzo, scagionarlo archiviando definitivamente l’accusa. Sul fatto, dai contorni ancora assai oscuri, si fionda un drammaturgo finalmente nuovo, giovane e italiano. Lavorando intorno al greve tema e in termini vagamente pirandelliani, Fabrizio Sinisi tesse questo ‘La grande passeggiata’. Il testo, in prima nazionale, diretto da Federico Tiezzi e interpretato da Sandro Lombardi e altri degni comprimari è in cartellone fino a domani al Royal per la stagione del Teatro Piccinni. Nella rielaborazione del soggetto, Sinisi trasporta l’azione in un limbo carcerario nel quale la Giustizia è rappresentata da due surreali carcerieri. Rarefatto lo scenario con questo disegno luci – di Gianni Pollini – che cala affilato su (poche) cose e figure che si stagliano nitide contro un ampio fondale dove prendono corpo immagini. Rigido l’assetto della messinscena, che appare riflesso fedele dello spigoloso pensiero drammaturgico. In ‘La grande passeggiata’ molta è la carne a fuoco. Soprattutto non esistono titubanze, ognuno appare sicuro del fatto suo, a cominciare dai due secondini che nel look tanto richiamano i Drughi di ‘Arancia Meccanica’ (i componenti del branco che si raccoglie intorno ad Alex, il protagonista) per finire con l’Imputato, nel cui ‘teatrale’ smarrimento, nella cui disarmante ammissione di colpa striscia tra ragioni contorte la stessa arroganza innocentista del Cavaliere d’Arcore. E in cima a tutte le certezze svetta impalpabile la sfrontatezza del pensiero finanziario globale, meccanismo perverso che nel culto del dio denaro, della menzogna e del cinismo trova il peggior alimento. In definitiva, un allestimento duro, un J’Accuse che arriva come un colpo di sasso. Un carismatico Sandro Lombardi è il grande accusato. Intorno a lui si muovono i bravi Marco Brinzi, Andrea Luini, Rosa Sarti e Nicolò Todeschini. Applausi abbastanza convinti dalla (sparuta) platea del Teatro Royal. – Prossimo appuntamento stagionale, dal 16 al 20 gennaio ancora al Royal con ‘Non è vero ma ci credo’. Il noto testo di Peppino De Filippo è questa volta nelle mani di Michele Mirabella, che dirige Sebastiano Lomonaco, nella parte del protagonista, il commendatore Gervasio Savastano, l’imprenditore tormentato dalla superstizione sino a trascendere nel ridicolo e nel grottesco. Una produzione SiciliaTeatro.

Italo Interesse

 


Pubblicato il 15 Dicembre 2012

Articoli Correlati

Pulsante per tornare all'inizio