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Comune, fa paura il debito fuori bilancio per saldare il conto di Impregilo

Ancora carte sparigliate nella partita infinita tra Ente Civico e imprese che s’erano aggiudicate i lavori per l’asse nord/su al Comune di Bari, in attesa che la Suprema Corte di Cassazione scriva la parola fine. Un conto molto salato che per ora ammonta a 25 milioni di euro dopo l’ultima sentenza sfavorevole e che il Comune-ente debitore salderà in tre rate non appena sarà approvato il debito fuori bilancio dal Consiglio; un conto  che metterebbe paura a chi amministra un bilancio nazionale, figurarsi a chi, come succede al Comune di Bari, deve fare attenzione a patti di stabilità e tagli di governo. Un conto riveniente da un contenzioso che poteva essere transatto molto prima dagli amministratori comunali con i rappresentanti di Impregilo e Ines, e che perfino i giudici di appello hanno parecchio censurato in molti passaggi dopo oltre dieci anni di cause e tentativi a vuoto, appunto, di chiudere prima. Il Senatore pidiellino D’Ambrosio-Lettieri, a questo proposito, ha parlato spesso di ‘acrobazie politico-amministrative del sindaco che mettono a rischio di bancarotta le casse del Comune, votate al prosciugamento dalle sentenze esecutive di rimborso verso terzi emanate dalla giustizia amministrativa e frutto dell’atteggiamento quantomeno disinvolto di una amministrazione irresponsabilmente legata alle politiche del quartierino”.

Nel mirino del parlamentare barese ci finiscono, insomma, sindaco e amministratori che, dopo aver rescisso il contratto con la Impregilo per la costruzione dell’Asse Nord-Sud, sono stati condannati a pagare con esecutività immediata circa 25 milioni di euro. “Il danno non è di poco conto. E non solo finanziario, ma anche di immagine, credibilità e autorevolezza di una amministrazione importante e delicata come quella del capoluogo di Regione”, sottolinea ancora D’Ambrosio Lettieri, “Il problema è che, invece di pensare a trovare risposte adeguate alle domande di efficienza, sicurezza e buona amministrazione dei cittadini, il Sindaco è affaccendato ad appuntarsi medaglie”, conclude il senatore del Pdl. Ma torniamo ai fatti. La gara per costruire l’importante asse di collegamento cittadino, dunque, ha dovuto sopportare il peso dei contenziosi giudiziari per un’opera che in Consiglio Comunale –circa tre anni fa- quando fu presentata tra squilli di tromba e diapositive , fece strabuzzare gli occhi a non pochi. Correva l’anno 2008, giorno 30 dicembre quando l’assessora ai Lavori Pubblici Simonetta Lorusso, rimasta appiedata con l’Emiliano-bis, rendeva trionfalmente noto che era stata aggiudicata, appunto, la gara per la costruzione del ponte sull’Asse Nord Sud. A vincere l’appalto dopo la revoca a Ines-Impregilo, come detto, una grossa impresa di Pordenone, la ‘Cimolai’, azienda leader nella costruzione di ponti metallici in tutto il mondo, che aveva offerto un ribasso del 31,198 per cento sull’importo dei lavori a base d’asta, pari a circa 26milioni 125mila euro per un’opera di straordinaria importanza per la Città sotto il profilo della viabilità urbana. Un’opera finanziata interamente (32 milioni di euro) coi fondi dell’assessorato Regionale ai Trasporti, quando c’era Mario Loizzo. Il progetto prevede il collegamento tra via Tatarella e via Nazariantz, per un’opera da cartolina retta interamente da cavi d’acciaio, lunga 625 metri, alta 10 metri e sarà riservato al transito delle sole auto. La struttura, quando sarà completata, disporrà di quattro corsie veicolari e di un percorso ciclopedonale largo due metri e mezzo. Nel corso dei lavori l’opera sarà connessa alla viabilità esistente attraverso la costruzione di una rotatoria all’incrocio tra via Tommaso Fiore e via della Carboneria, una all’incrocio tra via Tatarella e via Sangiorgi, uno svincolo a rotatoria tra via Bruno Buozzi e via Nazariantz – sovrapassato dal viadotto di progetto – che consentirà il collegamento dell’asse Nord – Sud con via Bruno Buozzi e via Crispi e una nuova strada di collegamento tra via San Giorgio Martire e via Sangiorgi. Il tempo previsto per la realizzazione dei lavori è di circa due anni dalla cantierizzazione dell’opera, anche se però c’è una sentenza d’appello che ha condannato il Comune a pagare 19 milioni di euro tondi più gli interessi per la rescissione del contratto. Ed anche se la sentenza era immediatamente esecutiva e la somma da pagare potrebbe far vacillare, come detto, il patto di stabilità, l’assessore al Bilancio Giovanni Giannini assicura che, almeno per ora, rischi seri non ce ne sono. E che comunque sono in corso le trattative con le imprese costruttrici, in attesa che la Corte Suprema di Cassazione, cui hanno fatto ricorso i legali comunali, emetta il responso definitivo.

 

Francesco De Martino

 

 


Pubblicato il 29 Settembre 2012

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