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Comune in fiamme: volano le querele e gli insulti

Bari città mafiosa? Se l’ex sindaco di centrodestra Simeone Di Cagno Abbrescia alla domanda rispondeva che al massimo c’era qualche clan dedito allo spaccio di stupefacenti, il suo successore, Michele Emiliano, non perde mai occasione per puntare il dito contro le infiltrazioni malavitose nelle sue aziende ed ora anche nelle attività commerciali di Bari Vecchia, la famosa movida. Ma ieri mattina a Palazzo di Città l’occasione per rivedere ai ferri corti Sindaco e un folto gruppo di consiglieri e parlamentari di Opposizione è stata la mancanza del rappresentate del Governo a Bari, con l’avvicendamento ancora in sospeso del Prefetto Carlo Schilardi. “Sono sei mesi che, per una bega tra Fitto e Mantovano, la Città di Bari non ha ancora un prefetto. Chiamerò il ministro dell’Interno Roberto Maroni e vedremo se almeno uno della Lega Nord, visto che non ce la fa il Pdl, riesce a fare avere entro due giorni al massimo alla nostra città un prefetto”. Emiliano ieri mattina davanti ai giornalisti ha riparlato, appunto, della mancanza del prefetto ma anche della questione sicurezza a Bari, sputando veleno contro la stanza vuota in Prefettura. Un ‘vuoto pneumatico’ che dura da sei mesi e che secondo lui crea danni indicibili alla sicurezza dei baresi. Ed anche se a piazza Libertà c’è la dottoressa Antonella Bellomo, vicario da febbraio, il viceministro Mantovano e il vicepresidente del Senato Quagliarello avevano annunciato la nomina del successore di Schilardi, dando per certa quella dell’attuale prefetto di Foggia, Antonio Nunziante. La cosa però, come detto, è rimasta a mezz’aria. “Colpa delle liti interne al centrodestra”, ha ripetuto ieri il sindaco Emiliano. Che ha già parlato nelle settimane scorse della ‘manina’ di Raffaele Fitto nella scelta del prefetto di Bari, indirizzandola verso Mario Tafaro, anche lui già prefetto a Lecce come Schilardi. Ma la stana vuota nella prefettura barese ieri è stata solo la scusa per dare a Emiliano e al sempre più folto gruppo di oppositori di beccarsi su tutto: all’ora di pranzo il segretario cittadino del PdL Emilio Toma e un bel numero di consiglieri e rappresentanti del centrodestra erano seduti attorno al tavolo al secondo piano di Palazzo di Città per invitare il primo cittadino a rimangiarsi tutte le bordate pronunciate poco prima. “Anche quando ero sindaco io dicevano che la città era in mano alla mafia, eppure ai comitati per l’ordine e la sicurezza ai quali partecipavo non si parlava di mafia ma di famiglie malavitose  – ha chiosato l’ex primo cittadino Di Cagno Abbrescia – e se adesso il lungomare è occupato dai clan, se acquistano beni ed esercizi commerciali dappertutto, il sindaco dovrebbe davvero andare in Procura, perché sennò si continua soltanto a infangare la città”.  Ma quando è passato il Sindaco davanti alla stanza dove c’era la conferenza stampa, parlamentari e politici del centrodestra si sono sentiti definire fannulloni e incompetenti. Insomma, gente che fa solo danni alla città. Mario Ferorelli, presidente della Circoscrizione Murat-San Nicola, non c’è l’ha fatta più. Ed ha deciso di querelarlo, al Sindaco Emiliano. “Adesso basta. Non è possibile far finta di niente davanti a certe dichiarazioni, sentirsi definire schiavo o fiancheggiatore dei clan di Bari Vecchia, com’è capitato al sottoscritto dalle pagine face book di Emiliano. Stavolta, anche se Pinuccio Tararella diceva che le querele in politica non debbono esistere mai, presenterò querela per diffamazione contro Emiliano. La ritirerò soltanto se lui ritirerà ciò che ha detto si scuserà ufficialmente, ma sarà difficile che lo faccia, conoscendolo. Di certo bisogna fermarlo e se gli altri parlano soltanto, cercherò di farlo io”. Da dopodomani, intanto, il tratto tra il Teatro Margherita e la Fiera del Levante, fino a via Verdi sarà chiusa al traffico dopo l’ordinanza del sindaco…la guerra del lungomare comincia sul serio.
 
Francesco De Martino 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 30 Luglio 2011

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