Con lo smantellamento della Polizia provinciale a rischio il contrasto alle agromafie
Il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo del ‘Movimento 5 Stelle’ in Commissione Agricoltura alla Camera, alla luce della nuova formulazione dell’articolo 5 del Decreto legge 78 sugli Enti locali, lancia l’allarme sui rischi per lo smantellamento indiscriminato dei Corpi di Polizia provinciale e del Corpo Forestale dello Stato, destinato, secondo un progetto di legge governativo, ad essere assorbito dall’Arma dei Carabinieri. “Nonostante la nostra forte opposizione in Parlamento – ha dichiarato L’Abbate in un comunicato – il Governo e la maggioranza Pd hanno tirato dritto sullo scioglimento del Corpo Forestale dello Stato e ad oggi non vi è alcuna garanzia che vengano assicurati gli stessi livelli di tutela ambientale, presidio del territorio e contrasto alle agromafie che il Corpo ha assicurato nei decenni”. Analoga incertezza attanaglia il futuro dei Corpi di Polizia delle diverse Province e delle 10 Città metropolitane che confluiranno, secondo un disegno di legge del Governo, in altri Corpi di Polizia o spalmati nei Corpi di Polizia municipale dei Comuni della provincia di appartenenza. Il rischio – denuncia l’esponente parlamentare pugliese dei grillini, è che i cittadini vengano “privati di importanti funzioni di salvaguardia e controllo dei territori e dell’ambiente”. E, continuando, L’Abbate rileva: “Se da un lato Province e Città Metropolitane individueranno il proprio personale di polizia locale necessario alle funzioni fondamentali di tutela dell’ambiente e controllo della circolazione stradale, oltre al ricollocamento nelle Regioni presso le proprie strutture, allo stato attuale sono ignoti al Parlamento i criteri di assegnazione, se non un generico rimando a leggi regionali da emanare entro il 31 ottobre”. Quindi, il timore dei ‘5 Stelle’ è che l’unico criterio adottato possa essere soltanto quello economico della provincia di appartenenza, generando soluzioni disomogenee sul territorio nazionale. “Inoltre – prosegue il deputato pentastellato pugliese – resta la grave illogicità di destinare il personale delle polizie provinciali a quelle municipali”. Infatti, fa notare L’Abbate nella nota, gli agenti, sono competenti soprattutto in ambito di controllo ambientale, come la vigilanza sulle attività di caccia e pesca, ed è forte il rischio che si disperda la professionalità acquisita nel corso di decenni di attività sul territorio. E conclude annunciando che durante l’esame del provvedimento in Aula, alla Camera, il M5S chiederà al Governo cosa ne sarà di tali funzioni e se davvero non si rischia una clamorosa quanto dannosa dispersione di questo prezioso patrimonio professionale che l’Italia, vista la recrudescenza dei reati ambientali ed agroalimentari, non si può certo permettere, se lo Stato vuole effettivamente tutelare le imprese sane che creano reddito e posti di lavoro in modo regolare. In effetti, il problema sollevato dal deputato pugliese dei grillini è una questione apertasi con la legge Delrio, la n. 56/2014 che ha riformato le vecchie Province ed istituito 10 Città metropolitane. La riforma Delrio nel riconfigurare le vecchie Province ha previsto la soppressione di alcune importanti funzioni di controllo e prevenzione del territorio in materia ambientale e di vigilanza stradale che vengono invece considerate materie da assegnare in competenza a Comuni, Regione ed altri Corpi di Polizia statale. Non va tuttavia dimenticato che ai Comuni, come ad esempio in Puglia, già da tempo è stato attribuito con legge regionale il compito di istituire sezioni specializzate di Polizia municipale per prevenire e perseguire reati in campo ambientale. Infatti, in Puglia i Comuni hanno facoltà di poter istituire anche nuclei di Polizia rurale, per facilitare ai Consorzi di vigilanza privati la tutela ed il controllo del patrimonio agricolo locale, che spesso è oggetto di diverse fattispecie di reati ai cui i Consorzi privati non possono e non sono abilitati a fronteggiare anche in virtù delle varianti introdotte da tempo nel Codice di procedura penale e nel Testo Unico sulle norme di pubblica sicurezza. Sta di fatto, però, che da quando sono state introdotte dette varianti i Consorzi privati di vigilanza campestre sono stati depotenziati sul piano delle potenzialità d’intervento repressivo, ma delle sezioni di Polizia rurale comunale finora non ci sono tracce neppure nei grandi Comuni a vocazione agricola della Puglia. Un’analoga situazione potrebbe verificarsi ora in campo ambientale con lo smantellamento del Corpo forestale dello Stato e con la scomparsa della Polizia provinciale. Per cui i timori ed i rischi denunciati dal deputato pugliese del M5S, componente della Commissione Agricoltura della Camera, sono del tutto fondati. Infatti, il pericolo che la riforma Delrio crei pasticci anche in questo campo è alquanto elevato. C’è solo da scommetterci sopra.
Giuseppe Palella
Pubblicato il 31 Luglio 2015