Cronaca

Condannato per aver favorito l’ex Tersan sulla Murgia

Dopo quasi dieci anni trascorsi fra denunce, indagini preliminari e dibattimento di primo grado, s’è concluso davanti al giudice monocratico presso la prima Sezione del Tribunale di Bari il processo all’ex direttore dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione Ambientale (Arpa) Onofrio Lattarulo, condannato aventiquattro mesi di reclusione, pena sospesa. Con le accuse, infatti, di favoreggiamento personale e falsita’ ideologica continuate e aggravate il giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Bari, Marco Guida, aveva deciso di rinviare a giudizio il dottor Onofrio Lattarulo, già direttore del Presidio multizonale di prevenzione (Pmp) della Ausl Bari/4 e direttore scientifico dell’Arpa della Regione Puglia ed ora consulente della Provincia di Bari. I fatti contestati, in particolare, facevano riferimento al periodo compreso tra luglio e settembre ’98 e riguardavano l’attivita’ dello stabilimento della Tersan Puglia e sud Italia, societa’ con sede a Modugno, autorizzata alla produzione di fertilizzanti per l’ agricoltura ottenuti mediante il trattamento di fanghi provenienti da depuratori pubblici. Lattarulo, anche nella sua veste di consulente della Procura della Repubblica del capoluogo, era’ accusato di aver attestato il falso e di aver favorito ripetutamente la ditta modugnese, anch’essa al centro dell’inchiesta avviata nel settembre 2003, sempre dalla Procura di Bari, dopo la scoperta di fanghi e rifiuti su ampie aree della Murgia barese. Vale la pena di rammentare che rifiuti, anche speciali, furono trovati su due aree estese per complessivi 300 ettari in localita’ Cervoni, nelle campagne vicino ad Altamura, e in localita’ Finocchio, nel territorio di Gravina in Puglia, sempre sulla Murgia. Ma torniamo ai fatti contestati dal Sostituto Procuratore della Repubblica, Renato Nitti all’ex direttore dell’Arpa. Il 27 febbraio 2004 i due amministratori della societa’ Tersan Puglia, Silvestro Delle Foglie, di 63 anni, e sua moglie, Sabina Cirone, di 62, furono condannati l’uno a un anno e due mesi e l’altra a sette mesi di reclusione per violazione delle norme sul trattamento e sullo smaltimento dei rifiuti, di quelle sull’inquinamento atmosferico e per frode nell’ esercizio del commercio per aver venduto come compost quello che in realta’ era un rifiuto, destinandolo all’ agricoltura (anche biologica). La sentenza di condanna,  pero’, fu successivamente annullata dalla Corte d’ appello di Bari per questioni formali. Secondo la pubblica accusa, Lattarulo, per assicurare a Delle Foglie l’impunita’ nel procedimento conclusosi due mesi fa, attesto’ falsamente alcuni dati nelle relazioni di analisi, destinate a provare la verita’, sulle sostanze in entrata e in uscita dalla Tersan. In sostanza – come ha sancito la sentenza – ha omesso di riportare dati, pur accertati in analisi, che alla fine determinarono la violazione dei parametri normativi previsti in relazione alla asserita natura di compost, di ammendante e di fango utilizzabile in agricoltura. Il reato di favoreggiamento personale faceva invece riferimento all’ aiuto che Lattarulo avrebbe fornito a Delle Foglie per eludere le indagini del magistrato, sia compiendo i falsi contestati sia tacendo, nel momento in cui assunse l’ incarico di consulente della Procura nel procedimento Tersan, l’ esistenza di ”pregressi e persistenti” rapporti con Delle Foglie. Quindi – come sancito in sentenza – in qualita’ di consulente della Procura ha consegnato al pm rapporti di analisi sui compost che sapeva essere falsi e incompleti; ha omesso di concludere che le sostanze in uscita dal ciclo produttivo della Tersan non erano conformi alla normativa in vigore in materia di rifiuti, di fertilizzanti e di utilizzo di fanghi in agricoltura.
 
Antonio De Luigi
 
 
 
 
 
 
 
 


Pubblicato il 4 Marzo 2011

Articoli Correlati

Back to top button