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Conferenza e contro conferenza sull’edilizia giudiziaria

Giustizia “per il Libertà” è quanto di concreto hanno chiesto a Bari in materia di edilizia giudiziaria i rappresentanti del Comitato civico “Giustizia al Libertà” (costituito da professionisti, commercianti e semplici residenti) nel corso di un’apposita conferenza nella sala giunta del Comune. Infatti, come è ormai noto, il sindaco del capoluogo, Antonio Decaro, sconfessando e contraddicendo le scelte della precedente Amministrazione guidata da Michele Emiliano, ha manifestato da tempo l’intenzione di voler concentrare in un unico polo giudiziario al quartiere periferico di Carrassi, nell’area delle ex caserme “Milano” e “Capozzi”, la costruzione degli edifici destinati ad ospitare tutte le attività giurisdizionali attualmente dislocate nel quartiere Libertà, tra il noto Palazzo di piazza Enrico De Nicola e quello di via Nazariantz, per la giustizia civile e penale, ed il fabbricato di via Tommaso Fiore per la giustizia minorile. Soluzione, quest’ultima, che però contraddice la mai revocata delibera comunale n. 1207 del 2008, quando era Primo cittadino Emiliano e Decaro assessore alla Mobilità, con cui si dichiarava inidonea la proposta del polo unico giudiziario nell’area a ridosso dello stadio “San Nicola” dell’impresa parmense Pizzarotti, con cui il Comune dichiarava inidonea l’idea di un polo giudiziario sulla scorta della valutazione comparativa del tavolo tecnico che l’Ente aveva messo su con Provincia e Regione, per individuare la soluzione migliore da dare al problema dell’edilizia giudiziaria a Bari. E, da tale studio, già allora emerse che la soluzione ottimale, per risolvere detto problema nel capoluogo, sarebbe stata quella de “L’arcipelago della giustizia” al quartiere Libertà. Dove, per altro, già esisteva un progetto, costato ben sei milioni di Euro di denaro pubblico, per un secondo Palazzo di Giustizia in corso della Carboneria. Di conseguenza l’allora amministrazione Emiliano si batté, fino a portare l’impresa Pizzarotti dinanzi alla Corte di Giustizia Europea, per dichiarare illegittima la pretesa di realizzare la cittadella unica della Giustizia sui suoli nelle vicinanze del “San Nicola”. Però, sta di fatto che ora il sindaco Decaro inspiegabilmente (ma non troppo!) vorrebbe far realizzare lui un analogo polo unico della Giustizia al quartiere Carrassi, dove neppure i residenti fanno salti di gioia per tale proposta. Anzi, la stragrande maggioranza di essi sarebbe addirittura contraria, perché si andrebbe ad intasare ulteriormente il loro quartiere, che già ora risulta privo di adeguate opere infrastrutturali a servizio delle esistenti attività pubbliche presenti nella zona. Per cui il comitato “Giustizia al Libertà”, che già in passato si era battuto per non svuotare lo storico e semicentrale quartiere barese dalle attività dirette ed indirette dell’amministrazione della Giustizia, ha ripreso a battersi per mantenere gli Uffici giudiziari nel Libertà non solo perché tali attività sono ormai considerate come un “bene comune” del quartiere dove sono state dislocate da oltre un cinquantennio e, quindi, contribuiscono a mantenere in vita socialmente ed economicamente un’area della città che, se svuotata da tali funzioni, rischierebbe di degradare rapidamente ed irrimediabilmente, ma anche perché la soluzione “Arcipelago giudiziario” sarebbe quella economicamente più vantaggiosa, più rapida e più appropriata anche sotto l’aspetto urbanistico, per risolvere il problema dell’edilizia giudiziaria a Bari. A spiegare nei dettagli, in conferenza stampa, le ragioni portate avanti dal comitato “giustizia al Libertà” è stato il professor Nicola Colaianni che, dopo aver ringraziato l’Amministrazione barese per l’ospitalità concessa a Palazzo di Città ed una breve commemorazione del noto avvocato Paolo Laterza, scomparso di recente, ha esordito che l’idea di Decaro di far costruire un polo giudiziario alle ex “Casermette” di Carrassi è fumosa, oltre che troppo costosa e con tempi troppo lunghi di realizzo, rispetto alla concretezza di mantenere nel quartiere Libertà tutte le funzioni giurisdizionali ora ivi esistenti. Nel merito, dopo aver “smontato” punto per punto la tesi di chi vorrebbe allocare nell’area di Carrassi tutti gli Uffici giudiziari baresi, Colaianni ha rilevato che il Palazzo di piazza De Nicola è una delle realtà immobiliari giudiziarie meglio riuscite in Italia, anche se necessità di fisiologici interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione. Per cui lasciando le sole funzioni di giustizia civile e la Corte d’Appello in piazza De Nicola, l’odierno manufatto sarebbe ben capiente per ospitare tutte le Sezioni civili del Distretto giudiziario barese. Invece, il Palazzo di via Nazariantz, liberato delle aule per i processi, sarebbe idoneo ad ospitare gli Uffici della Procura della Repubblica e quelli di Polizia giudiziaria, oltre che quelli della Procura generale presso la Corte d’Appello. Le aule giudiziarie per i processi penali – ha aggiunto Colaianni – troverebbero più idonea collocazione nel 2° Palazzo di Giustizia che si potrebbe realizzare in corso della Carboneria, avendo già un progetto di massima pronto e, da tempo, anche remunerato con 6 milioni di Euro ai tecnici che lo hanno predisposto. Ma per i rappresentanti del comitato che si batte per non sradicare dal quartiere Libertà le funzioni giudiziarie anche il Tribunale dei minorenni, attualmente ospitato in un edificio privato di via Fiore, avrebbe una sede di proprietà demaniale, già realizzata e che andrebbe solo sistemata, che è quella dell’ex Tribunale militare di via San Francesco d’Assisi e che ha una superficie complessiva quasi doppia a quella privata attuale. Insomma, ha concluso il professor Colaianni, le responsabilità dell’attuale situazione di degrado di molti degli Uffici giudiziari baresi è in parte dell’Amministrazione comunale e sotto altri aspetti di quella giudiziaria che in passato, con la speranza di soluzioni rapide, si è opposta ad interventi manutentivi necessari. Quindi, con i suggerimenti prospettati mercoledì mattina dal comitato “Giustizia al Libertà” il problema dell’edilizia giudiziaria a Bari sarebbe risolvibile in pochissimo tempo (al massimo qualche anno) e non invece come vorrebbe il sindaco Decaro, che paventa un polo unico molto costoso, inutile per la città di Bari e forse anche dannoso, in base a quanto spiegato in conferenza stampa da Colaianni. Infatti, i fabbisogni complessivi di superficie da destinare a tutte le citate funzioni ammontano a circa 130mila metri quadri, a fronte di quelle attuali già impegnate e che si otterrebbero con la costruzione di un 2° Palazzo di giustizia in corso della Carboneria che rasentano i 120mila metri quadri . Una differenza di appena 10mila metri che – ha sottolineato infine Colaianni – volendo sarebbe facilmente colmabile utilizzando una delle tante strutture pubbliche dismesse o in disuso, presenti sempre nel quartiere Libertà. Vedi immobile di via Abate Gimma ex sede dell’Istituto nautico “Caracciolo” o parte della ex Manifattura tabacchi.

Da ultimo, ha fatto presente ancora Colaianni, l’idea di Decaro di far realizzare delle nuove mega strutture per gli Uffici giudiziari baresi è in netta controtendenza rispetto a quelle che in prospettiva saranno le effettive esigenze di spazi, in quanto a breve l’entrata a regime del “processo telematico” determinerà una contrazione degli odierni fabbisogni di Uffici, archivi ed aule giudiziarie.

A chiudere la conferenza illustrativa del comitato “pro Libertà” degli Uffici giudiziari, l’ex presidente della circoscrizione di Carrassi-San Pasquale, Leonardo Scorza (anch’egli favorevole al mantenimento degli Uffici giudiziari nel quartiere che li ospita attualmente), che, dopo aver ricordato l’avvenuta presentazione di 2000 firme di cittadini baresi per la richiesta (ai sensi dell’art. 42 dello Statuto comunale) di iscrizione all’Odg del consiglio comunale di un apposito punto per discutere di tale tema. “E questo – ha dichiarato Sforza – è un problema politico necessario a rendere pubblico e trasparente il percorso con cui l’Amministrazione comunale intende risolvere l’annosa e mai risolta questione dell’edilizia giudiziaria nel capoluogo”. Alla fine, Sforza ha rivolto un appello ai capigruppo al Comune, affinché il consiglio tratti quanto prima l’argomento. Per la cronaca, si riferisce che a conferenza stampa non ancora terminata è giunto l’invito a giornalisti presenti di spostarsi nella stanza del sindaco, dove Decaro avrebbe effettuato anch’egli una “contro conferenza” sullo stesso tema, evidentemente improvvisata, perché non annunciata precedentemente, come di prassi. Iniziativa, questa del sindaco, che è stata verosimilmente una clamorosa caduta di stile, oltre che di “bob ton”, non soltanto nei confronti degli ospiti del comitato “Giustizia al Libertà”. Ma la vera sorpresa di Decaro è giunta nel tardo pomeriggio, quando si è precipitato a Roma (spazzando evidentemente tutti coloro che invece si attendevano un confronto preliminare in consiglio comunale su questo stesso tema), per sottoscrivere un protocollo d’intesa con il ministro di Grazia e giustizia, Andrea Orlando, che finanzia interamente il progetto per il Polo unico alle ex “Casermette” di Carrassi, oltre che per la realizzazione di un primo lotto relativo a nuovi Uffici ed aule per la giustizia penale. E ciò pur sapendo che il giorno dopo, ossia oggi, il ministro Orlando è a Bari per un incontro di lavoro. Una fretta, anche questa, inspiegabile come l’idea del Polo unico precedentemente avversato, quando però a proporlo era l’impresa Pizzarotti. A questo punto è forse il caso di ritenere che l’edilizia giudiziaria a Bari sia un “piatto” alquanto ricco da preparare e dove anche la benché minima perdita di tempo potrebbe essere fatale per un “mi ci ficco”.

 

Giuseppe Palella


Pubblicato il 19 Ottobre 2017

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